18.

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Il ragazzo poggiò l'altra mano sui miei capelli, accarezzandoli lievemente. Aveva un tocco gentile, quasi familiare. Sembrava quasi mi conoscesse da sempre. -Fai attenzione, potresti rovinare questo bel faccino- alzai il viso, un po' contrariata da quella frase da playboy, per osservare quello dello sconosciuto. Aveva i capelli grigi, tendenti al cobalto, con due occhi magnetici dell'ennesimo colore, che spiccavano freddi sotto i ciuffi di capelli che gli ricadevano sul viso bianco. Sotto un occhio aveva una specie di bendaggio bianco, che notai avesse anche sulle dita, simile a quello che indossavano i ragazzi durante le partite di pallavolo. Aveva numerosi piercing e moltissimi orecchini, che lo rendevano quasi surreale. Potevo sentire il metallo delle catene che portava al collo, bruciare la pelle delle mie guance appoggiate al suo petto scoperto dalla felpa nera che portava un po' aperta. Continuava a sorridermi, senza lasciare la presa sulla mia schiena. Si protrasse ulteriormente verso il mio viso, fin troppo pericolosamente sussurrandomi -Tutto ok? Sembri un po' spaesata..- i suoi occhi come due calamite che tenevano i miei incatenati alle sue iridi.
-Ok che sta succedendo?- vidi Atsumu comparire dietro un angolo, seguito da Sakusa che era comparso subito dopo da un'altra direzione. Mi allontanai dal ragazzo che mi lasciò andare un po' riluttante. -Piccola va tutto bene?- mi chiese il moro con tono gentile ma un po' tagliente, rivolgendo uno sguardo al grigio. -Sì, sì..tutto bene- risposi -stavo parlando con Atsumu al di là dello specchio e sono andata a sbattere contro questo ragazzo che mi ha evitato una caduta, sai come sono distratta..haha..ha- provai a spiegare. -Uhm va bene, meglio se ci sbrighiamo però, dovremmo trovare gli altri- -Sì la penso allo stesso modo- intervenne Atsumu, guardando il ragazzo come ad avvertirlo di starmi lontana. Sakusa intanto aveva fatto scivolare la mano dal mio punto vita verso il fianco, toccando avidamente il mio fondoschiena, mantenendo un ostile contatto visivo con il ragazzo dagli occhi magnetici.
Avendo capito la situazione, presi per le maniche entrambi i ragazzi, trascinandoli via. -Ok posso capire che magari la posizione in cui eravamo potesse essere un po' sospetta, ma avete esagerato, l'avete trattato come se mi avesse stuprata con tutte quelle occhiatine. È stato solo cortese...e sapete anche che riesco a difendermi da sola- -Sì come con Eita?- questa volta Kyoomi sembrava abbastanza infastidito. Prima che potessi ribattere Atsumu afferrò il braccio del moro, guardandolo torvo. Atsumu sapeva quanto avessi sofferto per la questione con Eita e sapeva che quelle parole mi avevano colpita. -Non preoccuparti- gli dissi vedendo la sua espressione mesta -so che non intendevi farmi del male, è stata una serata particolare, ma questo non vuol dire che per un piccolo scontro dobbiamo rovinarla. Siamo a un luna park, godiamocelo, anche perché tra pochissimi giorni iniziano le partite-.

Usciti dalla casa degli specchi aspettammo di ritrovarci tutti. Vidi subito Bokuto correre verso di me, prendendomi in braccio in una delle sue solite eccessive dimostrazioni di affetto, che però da parte sua amavo. Permettevo solo a lui di dimostrarmi così tanto affetto, visto che per la gran parte del tempo ero apatica. Il gufo, entusiasta, mi raccontò che all'interno della casa anche Akaashi era finito contro uno specchio e che per un po' l'aveva perso, credendo di rimanere per sempre bloccato all'interno della struttura. Anche alla fine del suo racconto decise di non mettermi giù e anzi continuare il nostro giro tra le giostre portandomi come un sacco di patate.

Lanciai un urlo di gioia quando arrivammo accanto ad una delle mie giostre preferite. Per poco non ruppi il timpano al povero Bokuto che per risposta mi fece il solletico facendomi cadere dalle sue spalle.

Dopo quel piccolo inconveniente salimmo tutti a farci timbrare il biglietto. Ci accomodammo sui nostri  sedili e li assicurammo con le cinture e la protezione per evitare che cadessimo di sotto. Accanto a me c'erano Bokuto e Tendou. Il gufo mi guardava spaventato, sapendo a cosa sarebbe andato in contro da lì a pochi secondi e il rosso invece moriva dall'eccitazione. Sentimmo la ruota a cui eravamo tutti "legati" muoversi, cominciando la sua salita verso l'alto. Nel salire la giostra prese a girare, fino ad arrivare sulla cima, dove con un piccolo scatto si assestò. Sentii lo sguardo impanicato di Bokuto su di me, mentre con le mani graffiava i braccioli del sedile. -Stai tranquil..AAAAAAAAAAA- la giostra aveva preso a scendere di scattò. Sentii le urla dei ragazzi, mentre le mie risate, unite a quelle di quel pazzo di Tendou, si propagavano nell'aria.

Scesi da quella che Osamu definì "un'arma mortale" poco prima di vomitare, decidemmo di continuare a fare un giro, tra le altre attrazioni del parco.

Il finestrino dell'automobile di Kyoomi era abbassato e il vento mi scompigliava i capelli e pungeva la mia pelle. Avevo una mano appoggiata sul bordo del finestrino e su questa gravava il peso della mia testa. La macchina correva veloce lungo la strada, costeggiando il lungomare, dove la luce della luna, che formava un piccolo spicchio nella distesa nera pece del cielo, creava giochi di luce argentea sulla superficie scura del mare, come se frammenti di stelle fossero caduti su questa. Le casse dello stereo palpitavano assordandoci con le canzoni della mia playlist di Spotify. Quando toccava ascoltare musica insieme, il moro lasciava scegliere sempre me e finivamo per ascoltare a ripetizione le solite canzoni che avevamo già sentito mille volte. Ora a suonare era "Si può darsi" di frah, che cantavo a bassa voce, osservando il paesaggio scuro, lanciando qualche occhiata di apprezzamento al dio greco al mio fianco, che guidava con estrema destrezza la vettura, con un braccio muscoloso sul volante e l'altro poggiato con il gomito che sporgeva al di fuori del finestrino.
L'odore di salsedine aveva invaso le mie narici e il mio corpo si era completamente rilassato, in attesa di tornare in albergo.

Pretty boy -Sakusa Kiyoomi x reader  |ita|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora