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Il lungomare era piacevole, una leggera brezza tipica della sera accarezzava la nostre pelli scoperte. La mano del moro avvolgeva completamente la mia, evidentemente più piccola. Con il pollice carezzava il dorso di questa. I suoi capelli resi lucidi dallo shampoo che aveva usato quel pomeriggio erano illuminati dalle luci provenienti dal luna park, che svettava al nostro fianco, mentre ci accingevamo a giungere all'entrata. Tutto perfetto, ragazzo stupendo, outfit all'altezza della serata, appuntamento divertente e un po' romantico allo stesso tempo e poi c'erano loro, una banda di scalmanati che schiamazzava dietro di noi poveri sventurati che ce li dovevamo trascinare dietro. Tendou e Ushijima pomiciavano alla fine del gruppo, Bokuto come un bambino strattonava Akaashi per mostrargli le giostre luminose indicandole ossessivamente con l'indice, Osamu che teneva per il cappuccio il gemello, come fosse al guinzaglio e infine Atsumu che mi stava alle calcagne, esprimendo con versi il suo disappunto ogni qualvolta io e Sakusa ci avvicinavamo per un bacio o qualunque altra interazione di coppia.

-8 biglietti per adulti grazie- mi poggiai al "davanzale" della biglietteria, mentre il ragazzo al di là del vetro si accingeva a prendere i nostri biglietti. Una volta ottenuti li distrubuii a tutti, con particolare svogliatezza giunta al turno del biondo tinto. 

Ci fiondammo nella distesa di luci colorate che accecavano la vista. Palloncini erano legati a carretti colorati, uno volava libero verso l'altro, mentre un bambino in lacrime lo guardava allontanarsi. Voci invitavano a comprare sacchetti di noccioline caramellate e zucchero filato di vari colori, inutile dire che Bokuto volle provarli tutti, rimanendo deluso dal gusto che rimaneva sempre uguale. Tendou, che trascinava Ushijima ovunque, fu attratto da uno stand che vendeva tranci di pizza italiana, serviti in inusuali scatole triangolari che contenevano un pezzo singolo. Il rosso estrasse subito il suo, mangiando con un solo morso tutta la mozzarella, finendo per urlare dal dolore a causa dell'ustione che si era appena provocato sulla lingua.
Sakusa continuava a stringermi la mano saldamente, ma la mia attenzione era concentrata sulla casa degli specchi, affiancata da quella stregata. Subito incitai il gruppo ad entrarci. Ci mettemmo in fila e rimanemmo ad attendere per qualche minuto. Nel mentre i ragazzi avevano finito il cibo che avevano acquistato e ora il gufo si stava assicurando ossessivamente che Akaashi non gli avrebbe lasciato la mano per alcun motivo una volta all'interno della casa, mentre il moro con la solita calma lo rassicurava. I gemelli erano invece intenti a litigare, capirete che novità, e Tendou, ancora con la lingua all'aria a causa dell'ustione precedente, non la finiva di torturare le povere guance del suo ragazzo.

Finita l'attesa, all'entrata della struttura ci chiesero di mostrare i biglietti e assicuratosi che tutti ne avessimo uno, timbrarono la casella della casa degli specchi. Ci indicarono poi ben otto entrate differenti, in modo che fosse più difficile ritrovarsi.

Cominciai ad addentrarmi pigiando le dita contro i muri riflettenti. Il soffitto era scuro e anche il pavimento e le poche luci che illuminavano il percorso confuso erano ben nascoste, così che l'attenzione fosse completamente rivolta alla mia figura che camminava in quella che sembrava una distesa infinita.
-AYO!- esclamai quando finii contro uno specchio. Mi massaggiai un po' la fronte.
-T/n?- sentii una voce chiamarmi -eh- risposi di rimando un po' scocciata per la botta di poco prima. Era Atsumu, tra tutti quelli che potevo incontrare proprio lui...
Continuammo a camminare, tastando gli specchi, divisi solo da un muro. -Senti hai ragione, mi dispiace per essere stato così invadente- attaccò lui, mentre guardando lo specchio al mio fianco cercavo di individuare la sua posizione aldilà. -Ah davvero? Credevo che tutto ciò a cui potessi pensare fosse il tuo interesse personale, complimenti- -Non fare la stronza però, sto cercando di risolvere- -Non fare la stronza? Credo che quello che abbia fatto lo stronzo egocentrico fin'ora sia stato tu. Puoi darmi torto? Non credo- -Sai come sono fatto cazzo, non fare la bambina a rinfacciarmi le cose. Sappiamo entrambi che quello che ho fatto è stato solo perché da piccoli siamo abituati a stare insieme e non avevi mai avuto una relazione così seria come quella con Kyoomi. Mi sono sentito..non lo so, non sono abituato a vederti così presa da qualcun altro...- rimasi in silenzio per un po', riflettendo sulle intenzioni dietro le sue parole. -Atsumu, sai quanto tengo a te, ma tengo molto anche a Sakusa, è innegabile. Credo che quello che abbia fatto sia stato molto scorretto nei miei confronti e non è stata solo una volta, non mi va di essere presa in giro o rovinare la mia relazione con un ragazzo che finalmente amo veramente- -Ami? Ma se so pochi mesi che state insieme, come puoi dire che lo ami?- -Stai scherzando? Sei stato il primo a dire che mi vedi tanto presa e te ne esci così, e poi cosa c'entra quanto tempo siamo stati insieme? Credevo volessi risolvere, non criticarmi come un 50enne abituato ai suoi tempi che non sa adattarsi a quelli moderni- aumentai il passo decisa ad allontanarmi da lui, sperando di trovare qualcun altro per non dover affrontare ancora quel discorso, ma tutto ciò che sentii furono i passi di Atsumu che erano aumentati con i miei. -Ok hai ragione- continuò -non mi va di perderti così per una cazzata- -Magari dovevi pensarci prima di fare questa "cazzata" no? Un po' incoerente da parte tua...- -Sì va bene? Sono incoerente, sono un bambino, ma ho bisogno di te, non voglio allontanarmi da te, non ci riuscirei, davvero...non lasciarmi per stare con un altro- mi fermai.
-'Umu...non ho mai avuto intenzione di allontanarmi da te, e mai permetterò a qualcuno di dividerci, davvero. Ma devi avere più fiducia in me e lasciarmi i miei spazi. Sai che Sakusa è un ragazzo molto impegnato e possiamo vederci poco, quindi mi farebbe piacere passare il tempo che lui ha libero insieme. Dopotutto la gran parte del mio tempo la passo con te e 'mu-. Svoltai l'angolo evitando non so come uno specchio. Andai a sbattere contro un petto muscoloso, sbilanciandomi all'indietro. Una mano però mi sorresse, accarezzando la mia schiena. Sentivo il calore di quel corpo contro cui ora ero attaccava, le mie mani che poggiavano sui suoi pettorali e la mia espressione confusa.

Pretty boy -Sakusa Kiyoomi x reader  |ita|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora