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Quella fu l'ultima estate che passai insieme a Kiyoomi.
Ero nella mia villetta. Erano passati anni ormai, mi ero laureata a pieni voti e avevo un lavoro stabile e molto fruttuoso. Guadagnavo abbastanza da permettermi una graziosissima villetta con accesso privato al lago, un giardino a dir poco immenso, pieno di salici piangenti e fiori di ciliegio e potevo inoltre concedermi numerosi viaggi in tutto il globo. Anzi a dire la verità il mio lavoro mi obbligava a viaggiare molto. Ero diventata una famosa scrittrice, alla quale spesso chiedevano conferenze in tutto il mondo.
Non avevo dimenticato Kiyoomi, il suo ricordo rimaneva vivido nella mia mente, lo ricordavo ancora un ragazzo che partecipava alle partite con la squadra del liceo. Ora non era più così. Nel mio immaginario credevo che avremmo continuato a crescere insieme, formando forse un giorno una famiglia. Mi immaginavo già a fare il tifo per lui con due birbanti urlanti abbigliati con magliette con lo stesso numero di quella del padre. Quelli che qualcuno avrebbe potuto definire sogni adolescenziali, eppure io ero convinta si sarebbero avverati. Ma qualcosa aveva rovinato tutto. Dopo quella vacanza, poco prima del nostro ritorno a casa un uomo, aveva preso in disparte il moro. Li avevo visti parlare e Kiyoomi mi sembrava un po' preoccupato. Era tornato da me un po' mesto. Quando gli avevo chiesto cosa fosse successo mi aveva detto che mi avrebbe spiegato tutto appena fossimo arrivati in albergo. Avrei desiderato non arrivarci mai. L'ansia durante il viaggio mi aveva consumata, ma quello che mi aveva mandata in frantumi erano state le sue successive parole. -T/n ti amo, quell'uomo di prima...mi ha chiesto di far parte del team di pallavolo giapponese, è una grandissima opportunità e ho deciso di accettare- lo avevo guardato con  occhi pieni di gioia -Ma è una cosa bellissima! Potevi dirmelo prima... quando ancora eravamo per strada...potevo organizzare qualcosa- avevo cercato con lo sguardo un qualsiasi oggetto per festeggiare all'interno della stanza. Avevo notato però lo sguardo lucido del ragazzo, cominciando a preoccuparmi. -Ehy...tutto ok?- gli avevo chiesto titubante -No T/n non è niente ok...io ti amo, ti amo davvero tanto, troppo, ma non possiamo stare insieme. Per far parte del team devo trasferirmi, avere ritmi disordinati e una vita sempre in viaggio. Non posso costringerti a fare questa vita- era scoppiato, poggiando il capo sulla mia spalla. -Kyoomi...possiamo ancora funzionare...- avevo provato a trattenere invano le lacrime -No t/n...no..-.

Il rumore del campanello mi aveva risvegliata da quei pensieri. Presi velocemente il calice che avevo lasciato sul tavolino davanti a me, bevendo un sorso del vino rosso contenuto all'interno, che feci roteare un po' lungo le pareti trasparenti e bombate alla base del calice. Posai il laptop che avevo sulle gambe, adagiandolo sul divano su cui ero seduta, dal quale mi alzai subito dopo per andare ad aprire.
Un esuberante gufo invase con la sua allegria la mia casa. -Kotaro! Finalmente! Mi sei mancato così tanto!- il ragazzo mi strinse in un calorosissimo abbraccio come ai vecchi tempi, mi spostai per farlo entrare, salutando poi anche Keiji. Notai subito ai loro anulari le fedi dorate. -Aaaaaaalloraaa? Com'è andata la vostra luna di miele sposini??- -Magnificamente T/n-san- mi rispose con i suoi modi educati Keiji. Con il tempo avevo imparato a conoscerlo sempre meglio e mi ero abituata ai suoi modi di fare. -OH! IL FORNO SCUSATE!- corsi in cucina, sentendo nuovamente il campanello suonare. -Ragazzi potete andare voi?- chiesi urlando dalla cucina.

Quando finalmente fummo tutti (avevo invitato per una cena i gemelli, Osamu aveva portato anche la sua fidanzata, Minthe con il suo futuro sposo di lì a qualche mese e i due nuovi coniugi) ci accomodammo tutti a tavola. -Ma Tendou?- chiese Minthe curiosa come sempre. -Sta a fa un safari con Ushijima, si sa che non mancano mai un viaggio quei due- rispose Osamu -sì ormai hanno scopato ovunque- aggiunse Atsumu, come sempre troppo diretto. -Umu!- lo rimproverai, guardandolo gelida.
La cena continuò tranquilla, parlammo del più e  del meno, dei nostri lavori, di come ci trovavamo, non mancarono sfottò verso me e Atsumu ancora single e ci fu anche qualcuno che bevve un bicchiere di troppo.

Dopo aver finito di cenare, nonostante fosse autunno, ci spostammo in giardino, dove avevo adibito un'aria con un gazebo ricoperto di viti. Sotto questo pendevano delle tipiche lanterne giapponesi, contro cui andava a sbattere qualche insetto, rimanendone bruciato.

Si sparpagliarono un po' tutti sulle poltroncine in vimini, ognuno con il proprio calice.
-Allora T/n-chan quali sono i tuoi prossimi piani?- mi chiese Bokuto. -Ancora T/n-chan?- gli chiesi ridacchiando. -Perchè no? Sei più piccola di me e per me rimarrai sempre la ragazzina della prima volta che ti ho conosciuta- gli feci un grande sorriso, decidendo di rispondere alla sua domanda. -Ho una conferenza in america, New York. In un'università molto conosciuta. Sembra che lì i miei romanzi psicologici siano molto apprezzati e mi sembra che il thriller ultimamente sia molto in voga. Devo partire tra due giorni. Ho un casino in camera con le valigie che nemmeno immaginate...- scoppiammo tutti in una risata, unendo le nostre voci che si allontanavo nel buio della distesa del lago, provando a goderci quella gioventù che sapevamo volasse via in fretta.

~Alloraaa, so che questo capitolo è più breve rispetto agli altri, ma era necessario allo sviluppo della storia. Anyway mi impegnerò a far uscire il prossimo il prima possibile :)).

Pretty boy -Sakusa Kiyoomi x reader  |ita|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora