Eye Of Shangri La "The Mummy"

Return: Parte due (ARDETH)

È giunto per me il momento di ritornare in campo: sono stato fermo, seppur letteralmente trattatosi di un lasso di tempo breve, per me risultato troppo lungo.

In un certo senso tornare in vita rinvigorisce, dona una carica mai provata prima in tutto il corpo e tutto questo lo devo a mia moglie, la persona presente costantemente nei miei pensieri e che intendo riprendermi a tutti i costi, per poi andarmene da questo posto una volta ucciso l'imperatore dragone.

Desidero ardentemente potermi vendicare personalmente di lui.

La donna custode della grotta, Zijuan, fa in modo, magicamente, che io e Azelie raggiungiamo gli altri, passando dalle lande fredde e ghiacciate a torridi paesaggi sabbiosi: il calore bollente e dorato del sole mi si aggrappa alla pelle del collo come uno scarabeo al muro; per me è un po' come essere tornato in Egitto, rivedere ad occhi chiusi i miei luoghi natii... è proprio questo particolare ad infondermi maggiore forza.

Appoggio una mano sulla spalla sinistra della mia primogenita, al mio fianco con la spada impugnata nella mano destra, che contemporaneamente alza lo sguardo su di me distendendo un angolo della bocca ed aggrottando la fronte in un'espressione decisa: è il suo modo per dirmi che è pronta a mantenere la parola data, a prova di ciò ricambio con un cenno affermativo del capo.

Zijuan richiama la nostra attenzione ancora una volta, invitandoci a voltarci.

"L'imperatore ha bevuto dalla vasca della vita eterna ed ha ottenuto il potere di risvegliare il suo esercito di terracotta. C'è solo un modo per fermarlo: il pugnale da me maledetto che purtroppo è caduto anch'esso nelle sue mani. Ma non tutto è ancora andato definitivamente perduto: sotto la grande muraglia Cinese" indica la possente cinta alle nostre spalle "L'imperatore vi seppellì i suoi nemici, li richiamerò alla battaglia. Ora voi dovete andare... ricordate" ci ferma di nuovo, in quello che pare essere un ultimo avvertimento; attende un paio di secondi prima di proseguire "Prendete il pugnale e conficcateglielo dritto nel cuore. Solo così egli morirà"

Annuisco dopo ulteriori secondi.

I nemici sono scaltri qui quanto in Egitto, infatti non trascorre molto tempo, che veniamo attaccati da diversi guerrieri di terracotta; non è difficoltoso sbarazzarmi di loro, rimango tuttavia in silenzio voltandomi alle mie spalle nell'udire un fragore secco: Azelie sposta le iridi dal guerriero in frantumi sul terreno a me, con la spada ancora in posizione di attacco sferrato.

La sua espressione da calma diventa improvvisamente agitata, avvisandomi di un altro soldato dietro di me: riesco ad evitare il suo colpo che altrimenti mi avrebbe colto in pieno alla schiena e lo riduco in due con la mia lama, osservando i cocci spaccarsi con così tanta fragilità.

Non poco lontano da noi Rick e Evelyn sono anch'essi occupati a destreggiarsi tra i guerrieri nemici che li hanno circondati e non è mia intenzione lasciarli in loro balia: ne fermo uno appena in tempo, prima che attaccasse O'Connell, lanciandogli contro la spada che va a conficcarsi dritta nel suo petto facendolo cadere frantumato all'indietro; solo ora i miei compagni notano la mia presenza mentre ansimano.

Rick si appoggia le mani sulle gambe, chinando per un momento il capo verso il basso, per poi raggiungermi, afferrarmi una mano e battere l'altra sul mio polso: sul suo volto sono evidenti i segni della stanchezza, ma anche di sollievo e ritrovato spirito di avventura e determinazione che lo contraddistingueva.

"Arrivi sempre al momento giusto. Bentornato" mormora, accennando un sorriso.

"Vi dispiace scambiare due chiacchiere più tardi? Qui avremmo da fare se ve lo siete dimenticati" aggiunge Evelyn con sarcasmo ironico, ancora impegnata a gestire, da sola, la situazione piuttosto degenerata; acconsentiamo al suo comando in silenzio, spezzato successivamente sempre da lei "Dov'è Zijuan?"