Day thirty-two

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Giorno trentadue – Harry.
Dalla spiaggia di Kande alla spiaggia di Chitimba, Malawi.








Harry si sveglia prima delle cinque con un vento impetuoso che colpisce le persiane di bambù

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Harry si sveglia prima delle cinque con un vento impetuoso che colpisce le persiane di bambù. Nel letto accanto a Niall, Liam sembra si stia muovendo.
"Ci penso io," gli dice. "Torna a dormire."
"Okay."
Chiude meglio le finestre e sfida la tempesta lungo il percorso verso i bagni, pensando di andare a fare pipì visto che è già sveglio.
C'è già qualcuno che si spruzza acqua su una faccia orribilmente pallida.
"Lou!"
Louis sussulta. "Haz?" I suoi occhi sono socchiusi quando si gira, come se la luce li stesse ferendo.
"Ehi," mormora lui. "Vuoi che spenga la luce?"
"Ma poi non riuscirei a vedere."
"Va bene. Chiudi gli occhi. Ti guiderò io. Cosa c'è che non va? Un altro mal di testa?"
Louis annuisce, chiudendo gli occhi e crollando nell'abbraccio del riccio. "Fa male."
"Hai preso qualcosa?"
"Appena fatto."
"Va bene," strofina una mano lenta e confortante su e giù per la schiena di Louis. "Hai bisogno di qualcos'altro? Hai bisogno di cibo? Qualcosa da bere?"
Louis piagnucola mentre lui chiude la mano dietro il suo collo. "Acqua. Disidratato."
Merda. È consapevole del fatto che sull'isola il maggiore gli ha fatto bere la maggior parte dell'acqua, ma credeva che Louis stesse monitorando sufficientemente la sua assunzione e che stava bene. "Ne ho un po' nella stanza, una fiaschetta intera. Vuoi venire con me?"
"Liam e Niall."
"Cos- oh." Mentre escono, il vento muore bruscamente tra un secondo e l'altro. Il nero della notte si sta trasformando in grigio scuro, il mattino si avvicina. Nuvole pesanti e rabbiose aleggiano sopra di loro e l'aria senza vento è densa e difficile da respirare.
"La tempesta sta arrivando," Louis alza la testa, annusa l'immobilità. "Una grande." Si accascia contro la sua spalla. "La pressione non aiuta la mia testa."
"Smetterà," dice il riccio. "Torna con me alla cabina. Ti prendo dell'acqua e possiamo sederci sul balcone e guardare la tempesta," Louis non si muove. "Vuoi che ti porti in braccio?"
"Vaffanculo," dice il maggiore, ma inizia a trascinarsi verso le capanne.
Sembra stare un po' meglio quando lo aiuta a salire i gradini di legno, meno sbiadito, più stabile in piedi. Gli antidolorifici stanno facendo effetto. Harry lo fa sedere su una delle sedie di vimini, poi si precipita nella stanza. Ora riesce a destreggiarsi meglio tra le sue cose al buio, specialmente visto che questa è la sua seconda notte nello stesso posto, e afferra la borraccia di acqua pulita, il suo telefono per tenere traccia del tempo e la sua felpa con cappuccio arcobaleno, anche se il sudore gli scorre via per l'intensa umidità. Se la temperatura di Louis scende, ne avrà bisogno.
Liam si mette a sedere proprio mentre si avvicina alla porta. "H?"
"Hai ancora un paio d'ore per dormire," dice Harry dolcemente. "È tutto ok."
"Davvero?"
"Sì."
"Va bene."
L'aria è ancora più pesante quando esce di nuovo, è tutto completamente silenzioso, il lago si allarga come vetro d'argento mentre il cielo si schiarisce gradualmente dietro le nuvole. Tutto è in attesa, e la tempesta sta per irrompere.
"Haz," dice Louis. "Sei tornato."
"Ovviamente." Le sedie di vimini non sono neanche lontanamente comode, quindi Harry si siede sulle assi del pavimento, tornando al fresco mattone. "Vieni qui, Lou, e siediti con me. Fammi massaggiare un po' le tue spalle, vedi se aiuta. Ho anche dell'acqua qui."
Louis si accartoccia a gambe incrociate davanti a lui e prende l'acqua, ma beve solo un sorso.
È bello riavere il castano tra le sue braccia. Sì. È qui che appartiene. Le sue spalle sono strette, il suo corpo non assomiglia a quello dell'uomo rilassato e soddisfatto che ha tenuto contro di lui sull'isola meno di dodici ore fa. Fanculo il mal di testa, onestamente. Louis non lo merita. Ma almeno lui è qui e può usare le sue mani per dare al giovane tutto il sollievo che può.
Pochi minuti dopo, scoppia la tempesta. La pioggia è feroce, sbatte contro il lago e la sabbia con furia violenta. Sono al sicuro dove sono, protetti da un tetto di paglia sporgente, e Louis si appoggia al suo petto per guardarlo.
"Questo non succede nello Yorkshire," commenta dopo un po'.
"Neanche nel Cheshire." Harry solleva la fiaschetta perché Louis abbia più acqua. "Le pillole stanno facendo effetto?"
"Un po'. Anche l'acqua sta aiutando. Grazie."
"Nessun problema." Poiché sono le cinque del mattino e non c'è nessuno in giro, corre il rischio e bacia i capelli sudati del maggiore. Almeno oggi non è una giornata pesante, solo mezza giornata di guida con una sosta in un paese di montagna per avere così Internet gratis in un famoso bar mentre Louis fa la spesa. Harry può aiutare almeno in questo. Ha fatto abbastanza pratica e quindi se il castano non si sentirà meglio per allora, può andare lui da solo con il menu pianificato di Louis. Poi arriveranno al loro secondo campeggio sul lago e Louis potrà dormire tutto il pomeriggio, se necessario.
La tempesta è magnifica. Dopo circa un'ora, l'aria si è raffreddata abbastanza da far sì che Louis inizi a tremare, così lo avvolge nella felpa e lo coccola più vicino. Fanculo a chiunque si opponga. Ha tenuto Louis al caldo in pubblico anche prima che stessero insieme e lo farà anche ora, dannazione.
"Questo è bello," dice il giovane poco dopo, sembrando assonnato. "Non ho mai avuto modo di godermi una tempesta africana con nessuno prima."
"È bellissima."
"Sono contento che tu sia venuto."
"Al bagno?"
"In Africa. Nel mio gruppo. Sono contento che tu sia stato mio e non di qualcun altro."
Harry non è sicuramente di nessun altro.

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