Day forty

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Giorno quaranta – Harry.
Dal Kilimanjaro ad Arusha, in Tanzania.











Al mattino, Louis è chiaramente malato

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Al mattino, Louis è chiaramente malato. Ha tremato tra le braccia di Harry tutta la notte, è pallido e suda, e sembra che stia per cadere quando cerca di alzarsi.
"Sei malato, Louis."
"Non lo sono," ribatte il giovane. "Ho solo un po' di mal di testa. Sto bene."
A Harry sembra molto più di un mal di testa. "Non vado a fare la passeggiata nel villaggio," decide. Ha già saltato la passeggiata all'alba per vedere il sole sorgere sul Kilimangiaro; cosa importa un villaggio?
"No," dice Louis, aggrottando le sopracciglia. "Non ti perderai il villaggio. So che ti piacerà e apprezzerai l'interazione con la cultura locale. E devi fotografare Niall."
Fanculo le foto di Niall, pensa il riccio.
"Starò bene. Mi riposerò un po' e ci vediamo dopo."
È implacabile, piccolo e pallido e tutto avvolto nella sua felpa, la bocca serrata, gli occhi duri. Cosa deve fare con lui? Nelle ultime ventiquattr'ore ha dormito più di quanto non sia stato sveglio. Chiaramente il riposo non è la soluzione.
"Che ne dici di venire a fare colazione?"
Il brivido di Louis risponde a quello.
"Mangia dei biscotti al cioccolato, va bene? Io prendo le borse e poi ti porto del tè."
Tutti si accalcano intorno a lui quando entra nella sala da pranzo. "Come sta Louis?" "Louis sta bene?" "Si sente meglio questa mattina?" "Ha dormito bene?" "Viene a colazione?" "Sta meglio?" "Sta bene?" "Come sta la sua testa oggi?"
Povero Lou, che ha cercato così tanto di nasconderlo. "Sta bene," dice Harry ad alta voce in modo che tutti possano sentire. "Non sta meglio, ma è sveglio e gli sto preparando il tè." Tira fuori la sua scorta d'emergenza di tè dello Yorkshire e cerca il bollitore. "Penso che oggi se la prenderà con calma mentre andiamo a fare una passeggiata al villaggio, e si spera che domani si sentirà meglio."
"Ha bisogno di un dottore?" "Più tardi andiamo in città, giusto? Riesce a vedere qualcuno lì?" "Se ha ancora la nausea, ho delle pillole che possono aiutarlo." "Non può semplicemente prendere le pillole di qualcun altro, stupido." "Sono normali antidolorifici, non da prescrizione." "Devo fargli un toast?"
Fanno tutto questo perché lo amano, lo sa, ma si sente comunque in colpa, come se nel condividere troppo sulle condizioni di Louis stia violando la sua privacy.
"Va bene, tutti voi," fortunatamente, Liam prende il comando. "Diamo ad Harry un po' di spazio in modo che possa prendersi cura di Louis. So che siamo tutti preoccupati, ma sono sicuro che starà bene. È un duro, il nostro Louis."
"È uno Yorkshireman," ricorda loro Duncan.
"Giusto!" Liam è d'accordo.
"Portagli dell'altra frutta," Gloria, la cuoca responsabile della loro deliziosa cena di ieri sera, appare accanto a lui con un'altra ciotola di banane e prugne. "Questi sono cresciuti proprio qui, e sono pieni di tutto ciò di cui ha bisogno."
Frutta, buon pensiero. "Grazie," sorride e prende la ciotola.
Quando torna al tavolo da picnic fuori dalla loro tenda, Louis non si è mosso. Il sole mattutino posa i suoi morbidi raggi sul suo viso, le sue guance tirate, le palpebre chiuse. È raggiante, e non solo per il sudore.
"Ehi, tesoro," dice Harry dolcemente mentre si avvicina.
Gli occhi di Louis si spalancano. "Mi è mancato questo soprannome."
È passato appena un giorno dalla fine del loro mondo privato insieme.
"Ti ho portato della frutta, ma puoi portarla con te e mangiarla più tardi. Ecco il tuo tè."
"Il tè è buono."
Harry si siede a gambe incrociate sull'erba umida di fronte al maggiore, guardandolo mentre beve piccoli sorsi. "Va bene?"
"Sì. Grazie," ancora qualche sorso, e poi Louis chiede "Come stanno tutti?"
"Stanno bene. Liam li tiene sotto controllo."
"Gli ho detto che poteva."
"Si? Quando?"
"A Stone Town. Può guidare il tour, se vuole."
Ah, una parte del loro discorso privato nei giardini che Liam non voleva condividere con lui ieri. "Non ancora," continuava a dire. "Devo parlare di nuovo con Louis prima." Parte di questo discorso tra di loro riguardava Louis che- cosa? Diceva a Liam che poteva fare il suo lavoro? Perché Liam dovrebbe volerlo fare?
"Ho bisogno di parlare con te, Haz," Louis sbatte le palpebre confuso sopra la sua tazza. "Non ora, non abbiamo abbastanza tempo, ma più tardi. Dobbiamo discutere di alcune cose."
"Va bene," sembra una cosa brutta. "Dovrei essere preoccupato?"
"No!" Il tè di Louis sgorga dalla tazza per la violenza della sua risposta. Riesce a fermarlo. "Non preoccuparti. Promettimi, piccolo, di non preoccuparti affatto oggi."
"Ad una condizione. Che mi prometti che andrai da un dottore ad Arusha questo pomeriggio se peggiorerai."
"Non starò peggio. Mi sento già meglio."
È una bugia, Harry ne è abbastanza sicuro. "Allora la promessa non ti costerà nulla."
"Bene. Lo prometto."
"Allora anch'io.
Louis sarà con Zayn. Se gli succede qualcosa mentre è bloccato sulla montagna del villaggio, Zayn si prenderà buona cura di lui.

Stranger Stars (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora