C.3: LE NOTE SUL CELLULARE

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POV OLIVER
Sono le 7:00 del mattino, quando la sveglia sul cellulare di Harry inizia a suonare.

"Harry...Harry per favore spegni quell'affare." dico, strofinandomi una mano sul viso.

"Mh..." è tutto ciò che ricevo.

"Okay, la spengo io. Alzati o farai tardi a scuola." dico, per poi scendere da quel maledettissimo divano-letto che per tutta la notte mi ha costretto a stare attaccato al culo di questo bellissimo ragazzo, che ancora dorme beato sotto le coperte.

Scendo al piano di sotto, dove trovo la signora Smith, intenta a preparare il caffè.

"Buongiorno, Anne"

"Oh, buongiorno Oliver. Mi dispiace per stanotte; Noah ha dimenticato di dirmi che saresti rimasto a dormire" dice, con un sorriso "Gradisci una tazza di caffè?"

"Si, ti ringrazio" le rispondo, e poco dopo mi porge la mia tazza di caffè.

"Buongiorno." dicono all'unisono i due fratelli, scendendo le scale.

"Buongiorno ragazzi. Harry preparati; oggi ti porto io a scuola." Afferma la signora Anne, per poi sparire nel corridoio

"Come hai dormito stanotte?" chiede Noah, dandomi una pacca sulla spalla,
sedendosi vicino a me.

"In modo confortevole. Grazie per avermelo chiesto" dico, e prendo un sorso di caffè.

"Mi fa piacere." risponde Noah, ridendo, poi continua "Vai a farti una doccia, poi ti accompagno a casa."

"Con quale auto scusa?" chiedo.

"Ci accompagnerà mio padre. Oggi lavora di pomeriggio" conclude Noah, ed io mi limito ad annuire, finendo la mia tazza di caffè.

Tre mesi dopo
Siamo arrivati a Novembre. Facendo delle ricerche su internet, ho letto che una cotta può durare al massimo quattro mesi; se va avanti, può considerarsi innamoramento.

Harry è tornato dal campo estivo tre mesi fa e, da allora, gli vado dietro come un idiota.

Da quella sera in cui ho dormito con Harry, ho cercato in tutti i modi di rimanere il meno possibile a casa loro, inventando scuse di ogni genere.

Adesso mi trovo nel garage di Noah, ad aiutarlo con vari scatoli per la camera di Harry.

"Non è che potresti alzare quel tuo bel culo dallo sgabello?" chiede Noah, battendo la mano su uno degli scatoli, per poi continuare "e darmi una mano con questo?"

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