C.8: MANI INTRECCIATE

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POV NOAH

"Noah... Oh... NOAH, UN TERREMOTO! SVEGLIA!

Spalanco gli occhi, e cado giù dal letto, mi alzo velocemente e indosso le prime cose che trovo nell'armadio; mi avvio verso la porta quando, all'improvviso, sento Oliver e Harry ridere a crepapelle.
Ci metto un attimo per realizzare che questi due bastardi, mi hanno fatto uno scherzo.

"Siete due teste di minchia, che unite insieme non formano un cervello." rispondo.

"È domenica, sono le 10.15 e dormi, non ti vergogni?" domanda Harry.

"La domenica è il giorno di riposo per tutti, vedi di non rompere i coglioni, testina di culo..."

"Tu riposi tutti i giorni, non solo la domenica!" puntualizza Oliver.

"La finiamo, o rimaniamo qui a discutere delle mie fasce orarie? Io intendo finirla e andare a fare colazione quindi, arrivederci!" dico, ed esco dalla stanza.

Scendiamo dalle scale tutti e tre, e prendiamo posto in soggiorno.

"Quindi stanotte sei tornato a casa; chi ti ha accompagnato?" chiedo ad Harry.

"Ah. Mi hai sentito rincasare?"

"No, semplicemente non saresti mai tornato così presto a casa" chiarisco, prendendo un sorso della mia tazza di caffè.

"Oggi che facciamo? È domenica, e ho voglia di stare con voi" afferma Harry, ma prima che possa rispondere, sentiamo suonare il campanello di casa.

"Oh questi devono essere i nuovi vicini."

"Mamma! Ma da dove sbuchi?" urlo.

"Sono sempre stata in cucina, Noah. Ora vado ad aprire la porta, voi filate di sopra e rendetevi presentabili..." sentenzia mia madre.

Saliamo tutti e tre, e in meno di dieci minuti torinamo giù.
Scendo l'ultimo gradino, e raggiungo il salotto dove vedo mia madre parlare con i nuovi vicini, al loro fianco noto un'altra figura, dev'essere per forza la figlia, è molto bella.

"Oh, Noah. Eccovi qui. Questi sono la signora e il signor Cost, e lei è Elisa, loro figlia."

"Piacere di conoscervi, io sono Noah Smith. Questo è mio fratello minore Harry, e lui è il mio migliore amico, Oliver." dico, e stringo la mano a tutti e tre.

"Il piacere è tutto nostro, Noah." afferma la signora Cost, sorridendomi.

"Bene, ragazzi. Che ne direste di portare Elisa a vedere un po' la nostra strada, o il lago magari? domanda mia madre.

"Certo. Ti portiamo a vedere in po' i luoghi di questa città." sorride Harry, e si avvia verso la porta.

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"Dove vivevi prima di venire qui?" chiedo ad Elisa, lungo la strada che porta al lago.

"Oh... vivevo in un quartiere chiamato Comeden, non so se lo conosci..."

"Ah, certo! La città del Rock e del Punk! Non l'ho mai visitata, ma vorrei..." dico, e lei in tutta risposta inizia a raccontarmi dei posti da visitare lì.

"Elisa, siamo arrivati!" annuncia Harry, e le indica la stradina che ci condurrà al lago.
Giungiamo sul posto, e vedo Elisa spalancare la bocca, come se non avesse mai visto un lago in vita sua.

"È bellissimo qui! E non è nemmeno difficile arrivarci. Verrò sicuramente qui, quando avrò voglia di suonare la chitarra."

"Wow! Ho sempre voluto imparare a suonarla, ma non mi ci sono mai applicato." dico, portandomi le mani dietro la testa.

"Ti insegnerò se vorrai. So essere molto testarda." sorride Elisa.
Ha qualcosa che mi affascina, che mi attira verso di lei.

"Oliver compone" commenta Harry, avvicinandosi alla riva.

"Davvero?" chiede Elisa, iniziandosi a togliere le scarpe.

"Si, principalmente scrivo in base ai sentimenti del momento: butto qualche parola sui fogli e poi compongo" chiarisce Oliver.

"Anch'io suono e compongo in base a come mi sento." replica.

"Dove vai!" Esclamo, vedendola incamminarsi verso la riva del lago.

"Metto i piedi in acqua. Fatelo anche voi, è rilassante..."

Vedo Harry fare lo stesso, e poi guardo verso Oliver, e vedo che anche lui mi sta guardando; capisco perfettamente a cosa sta pensando, e sono d'accordo con lui.
'Non ci toglieremo le scarpe!'

"Dai, Ol... Vieni qui!" dice Harry e inizia a tiragli la maglia.

"No, dai Harry. Fa freddo!" brontola Oliver, ma dopo due minuti è con i piedi nell'acqua.

"Davvero non vuoi venire? Guarda che è davvero bello..." Elisa tende la mano verso di me.
Crollo, e tolgo scarpe e calzini.
Stringo la mano di Elisa e metto i piedi in acqua.

All'inizio l'impatto con l'acqua fredda mi fa rabbrividire, ma dopo un po' mi ci abituo.
Chiacchieriamo così ancora un po', fino a quando non ricevo una telefonata: "Pronto mamma? Si.. ora torniamo." rispondo e stacco.
"È ora di tornare... I tuoi genitori hanno delle cose da sbrigare, e devi andare con loro." dico ad Elisa, e solo quando incrocio i suoi occhi, mi rendo conto che non abbiamo mai lasciato andare le nostre mani. Nell'istante in cui me ne accorgo, la tolgo subito.

"Perfetto, andiamo." conferma Harry.

Il tragitto per tornare a casa è stato meglio dell'andata. Abbiamo continuato a parlare, e non c'era più l'imbarazzo iniziale.

Arriviamo davanti casa di Elisa e la salutiamo.
"Grazie, ragazzi. È stata una mattinata interessante." conclude Elisa, per poi andare verso la porta; quando fa per chiuderla, vedo che si volta e incrocia il mio sguardo, e mi sorride, ed io, inconsapevolmente, ricambio il sorriso.
Sento che l'arrivo di questa ragazza, porterà qualcosa di nuovo nella mia vita.

Sento che l'arrivo di questa ragazza, porterà qualcosa di nuovo nella mia vita

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Bene ragazz*, ecco l'ottavo capitolo.
Scusate se non pubblico spesso, ma sono molto impegnata con lo studio, prometto che mi farò perdonare.
In ogni caso, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo, lasciando un commento o una stellina. Grazie ♡

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