C.2: UN LETTO CONDIVISO

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POV OLIVER
Il tragitto in auto per tornare a casa è piuttosto imbarazzante, almeno per me. Da una parte c'è il mio migliore amico, che parla in modo scherzoso col fratello, dall'altra ci sono io, che di tanto in tanto mi unisco alla conversazione per non destare sospetti.

'Ma come puoi prenderti una cotta per il fratello del tuo migliore amico! Svegliati Oliver!'

"Allora? Come sono stati questi mesi senza il tuo fratellone eh?" chiede Noah, passando una mano tra i capelli del più piccolo

"Beh, mi sono divertito tantissimo. Ho passato tre mesi all'insegna del divertimento, senza rotture di palle da parte vostra" risponde Harry, riempiendo l'auto con la sua risata.

'Dio è ancora più bello di quanto ricordassi'

"Hei, non osare più dirmi che che una rottura di palle; anche noi ci siamo divertiti molto senza di te fra le scatole. Ogni volta che veniva Oliver a casa, puntualmente ti infilavi nella mia camera per giocare con noi. A volte sembrava che tenessi più a lui che a me" sentenzia Noah.

"Ma smettila cretino che non sei altro. Ora che sono tornato a casa, verrò di nuovo a rompervi le palle. Tra l'altro la mamma mi ha detto che per un pò dovrò dormire con te, visto che la mia camera è in ristrutturazione..." dice Harry con un sorriso, poi continua "e poi ogni volta che entravo nella tua camera, non sembrava che vi dessi fastidio, vero Ol?"

"Beh...si...no..., cioè...a me non hai mai dato fastidio" rispondo

'Dio che scemo che sono.'

"Stasera fermati a cena Ol. Sono appena tornato e tu sei come di famiglia, quindi dobbiamo festeggiare tutti insieme!" propone Harry.

"Ha ragione. Fermati a cena, tanto ormai casa mia è casa tua." conclude Noah, e non mi resta che annuire.

È iniziato settembre, Noah ed io conduciamo la vita di sempre, e Harry ha ricominciato la scuola.

Da quando Harry è tornato dal campo estivo, ho provato a guardarlo come ho sempre fatto, cioè come un fratellino minore.

Il risultato? Sto diventando pazzo.

Sono anni che praticamente vivo a casa di Noah, dormo più lì che a casa mia, quindi rifiutare i suoi continui inviti, risulterebbe troppo sospetto.

Ad essere sincero, da una parte ero contento di stare in quella casa, perché ogni scusa era buona per poter toccare Harry, dall'arrufargli i capelli, al prenderlo di peso e buttarlo sul letto di Noah come facevamo sempre.

"Stasera resti a dormire Ol" dice Noah.

Non è una domanda, semplicemente è abituato al fatto che non gli dica mai di no.

Qualche ora più tardi.

Sto ridendo da almeno dieci minuti a causa del solito litigio tra fratelli che accade un giorno sì, e l'altro pure.

"Ehi no! Fermo Noah...ridammelo! Non ti è permesso prendere il mio cellulare" Grida Harry.

"Oliver, ordinagli di ridarmelo!" esclama, come se io davvero potessi forzare Noah a fare qualcosa che non vuole.

"Non credo di poterci riuscire Harry. Se non l'avessi notato, in questa stanza, sono l'unico con una forza fisica discutibile" rispondo, alzando le spalle.

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