Roach POVHa ricominciato a piovere ancora un'altra volta, e questa volta anche molto forte. Mentre il tergicristalli spazza via le gocce di pioggia, la mia testa si perde nei pensieri. Niente va come voglio. La mia vita è stata manipolata sempre dagli altri, ma adesso è il momento di invertire i ruoli. Alzo il volume della radio, tanto per confondere il rumore dei pensieri con quelli che emette essa. Come se fosse possibile. In lontananza scatta il rosso del semaforo così rallento.
Una macchina mi sfreccia accanto non rispettando il semaforo e frena bruscamente accanto ad un'altra macchina, che però perde il controllo e va a schiantarsi sul marciapiede con un albero. L'altra macchina non c'è più. Colui che guidava non si è preoccupato nemmeno di controllare come stesse l'altro. Appena scatta il verde, parcheggio la mia dietro alla macchina che si è schiantata e scendo velocemente. L'acqua che scende mi rende scivolosa la presa ma riesco ad aprire la portiera. È una ragazza. Non riesco a vedere il suo viso, poiché durante l'impatto ha preso di faccia il volante. La tiro dietro e le do qualche colpetto sulla guancia.
"Signorina sta bene?" chiedo spostando i capelli dal suo viso. Non risponde, i suoi occhi si chiudono leggermente. Apro la portiera e la prendo in braccio. La pioggia ricade violenta su entrambi, ma lei non da segno di vita. Adagio il suo corpo, privo di sensi, nel posto del passeggero e dopo averla coperta con la mia giacca mi metto alla guida, diretto all'ospedale più vicino. All'ingresso degli infermieri mi aiutano a sdraiarla su una barella, e velocemente la portano nel reparto emergenze.
"È un parente della paziente?" mi chiede, dopo un po,un'infermiera.
"No, non la conosco" dico scuotendo la testa "è un incidente" spiego. L'infermiera scrive qualcosa nella cartella e me la porge.
"Metta una firma qui" indica un punto nel foglio "per sollevarci da ogni responsabilità" spiega lei. Scarabocchio la mia firma e le restituisco la penna.
"Come sta?" chiedo con voce debole.
"Per adesso non possiamo dirle niente. Aspetti un po. Questi sono della paziente" dice dandomi una busta trasparente con gli oggetti della ragazza. Mi siedo sulla sedia nella sala d'aspetto e prendo la testa tra le mani. Dopo circa due ore l'infermiera apre le porte del reparto emergenze, dietro di lei altri infermieri spingono la ragazza sulla barella.
"Dottore cos'ha la ragazza?" chiedo al dottore.
"Non si preoccupi, è solo una commozione celebrale. La ragazza si riprenderà tra un po, le ho fatto un'iniezione per farla riposare. Riporta una lesione all'osso della gamba, quindi le ho fasciato il punto in questione per immobilizzarlo. Deve riposare molto."
"Grazie dottore. Posso vederla?"
"Certo. Appena si sveglia cerchi di non farla addormentare, e le faccia qualche domanda. Se ha bisogno mi chiami" dice prima di andare verso il suo ufficio.
La ragazza è sdraiata sul letto della fredda stanza dell'ospedale. Prendo posto accanto a lei e la osservo mentre dorme. Nonostante il suo aspetto, rimane comunque bellissima. I capelli color miele fanno da cornice ad un volto pallido. Il suo corpo sembra talmente piccolo e fragile in questa stanza grigia. Le prendo la mano. È minuta e fredda. Rimango ammaliato dalla sua bellezza angelica, non so quanto tempo sia passato. Dopo qualche ora le sue palpebre cominciano a muoversi.
"C...Chris..." balbetta qualcosa di incomprensibile mentre lentamente apre gli occhi.
"Ehi" sussurro stringendo leggermente la sua mano. Le sposto qualche ciuffo di capelli dalla fronte. Ci mette un po a mettere a fuoco la mia immagine. I suoi occhi color nocciola vagano sul mio viso, mentre lentamente memorizza ogni dettaglio.
"C...chi sei?" chiede piano.
"Sono Roach. Ti ho portata io qui" dico lentamente.
"Dove sono?" chiede guardandosi attorno.
"Sei in un ospedale"
"Che ci faccio qui?" chiede cercando di ricordare qualcosa.
"La tua macchina si è schiantata con un albero....e tu hai perso i sensi..."
"Non ricordo niente..." dice chiudendo gli occhi.
"È tutto normale stai tranquilla" cerco di tranquillizzarla. "da dove stavi venendo?"
"Ricordo di essermi vista con lui, poi ero per strada che guidavo verso casa....poi non ricordo più nulla..." dice toccandosi le tempie. "Mi fa male la testa...."
"Shh è tutto ok, rilassati." annuisce leggermente.
"Ho sete" dice dopo un po con voce rauca. Prendo il bicchiere d'acqua appoggiato nel mobiletto accanto, mentre la ragazza cerca di mettersi seduta.
"Ahii" mugugna mentre ricade nel letto. Si prende la testa tra le mani e chiude gli occhi.
"Aspetta ti aiuto." appoggio il bicchiere sul mobiletto e avvolgo le braccia attorno al corpo della ragazza. Sistemo il cuscino alle sue spalle e la aiuto a mettersi seduta. Dopo averla sistemata sul letto le porgo il bicchiere d'acqua. Lo prende e lentamente se lo porta alla bocca. Le tremano le mani e fatica a tenere fermo il bicchiere.
"Lascia che ti aiuti." dico appoggiando una mano dietro la sua testa, con l'altra prendo il bicchiere dalle sue mani e lo avvicino alle sue labbra.
"Grazie" sussurra asciugandosi la bocca con il dorso della mano.
"Oh, non ti preoccupare" le dico sorridendo.
"Che ora è?" chiede cercando con gli occhi un orologio "Ehm...le due e mezza" dico. Annuisce ancora e si appoggia alla testiera del letto. "come ti chiami?" le chiedo.
"Abby..." risponde piano. "hai avvisato qualcuno?" chiede.
"Oh, no non ancora." prendo dalla tasca della giacca la bustina che mi aveva dato l'infermiera e la appoggio sul letto. "me l'ha data l'infermiera mentre ti stavano controllando." spiego notando l'espressione di Abby.
"Grazie" sussurra piano.
"Tranquilla, controlla se c'è tutto" mi rivolge un sorriso e scuote la testa.
"Mi fido" dice. Le sorrido anche io.
"Potresti farmi un favore?"
"Certo, dimmi tutto."
"Potresti avvisare a questo numero che sono qui?" chiede.
"Si tranquilla" mi mostra il display del cellulare con un numero. C'è scritto Christian Ross. Salvo velocemente il numero e le ritorno il cellulare. "tu riposa, io torno subito" esco dalla stanza e mi avvio verso la reception dell'ospedale.
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Incorreggibile Bastardo [2]
ChickLitSecondo volume della trilogia My Man. Cinque anni dopo la partenza da New York, i ricordi dei giorni passati con Christian sono vividi nella sua mente. Riprendere la vecchia vita è difficile,ma stringe i denti e cerca di andare avanti. A Seattle f...