Abby's pov
Un passo in avanti e cinque indietro.
Questo siamo io e Christian.
Questa è la nostra relazione.
Relazione poi.
Non so nemmeno se è ancora cosi.
Sì perché quello che fino a due settimane era un amore inseparabile, adesso non so cosa è diventato.
Quello che era un meraviglioso sogno, si è interrotto proprio nel momento in cui stavo cominciando a capirci qualcosa.
Non ci vediamo.
Non ci parliamo.
Non ci cerchiamo.
Niente di niente.
Quasi non ricordo l'ultima volta che ci siamo guardati almeno negli occhi.
Se lo cerco io mi evita.
Se vado a casa sua mi dicono che è impegnato in ufficio.
In ufficio non c'è mai.
Al suo appartamento nessuno apre.
Dubito seriamente che sia a New York.
Oppure trova solo scuse e scappatoie per evitare di incontrarmi.
Ma Christian non è fatto così.
E poi cos'è successo?
Non so dire di preciso cosa gli è preso.
Il penultimo giorno della nostra permanenza a Los Angeles non è nemmeno rientrato a casa, e peggio ancora non ha nemmeno preso il volo dell'indomani con Beatriz e me.
Solo poche ore prima del volo, José ha chiamato Claire e l'ha avvisata della partenza anticipata di Christian.
Mi sono chiesta e richiesta più volte se Ben avesse parlato con Christian.
Ma niente.
Christian era uscito il mattino del nostro quinto giorno a Los Angeles, e l'ho rivisto solo dopo due settimane a New York.
Ben è rimasto a casa tutto il pomeriggio del quarto giorno, e l'intera giornata del quinto.
Quindi temo che non sia quello.
Manca solo una settimana al matrimonio di Trenton.
I preparativi vanno ad una velocità raddoppiata e ovunque si respira aria di festa, eccetto la mia stanza.
Lì solo sembra di stare in un posto freddo e spoglio.
Sì, perché io mi sento spoglia.
Vorrei cercare Christian.
E se non vuole parlarmi?
Dovrei buttarmi e farla finita per una volta.
Non può nascondersi per sempre no?
È sempre colpa dei miei silenzi se si crea scompiglio.
Ma dall'altra parte ho paura che sia successo qualcosa.
Non mi sento pronta ad affrontare la realtà.
Solo Christian sa che cosa è successo.
Se non vuole condividere con me questa cosa, o sa che non riuscirò a sopportarla o sono io il motivo per cui si sta allontanando.
Ma cosa ho fatto proprio non so.
Le mie giornate scorrono lente e dolorose.
Dalla mattina fino alla notte sto chiusa in camera.
Seduta sul letto.
A guardare dalla finestra il mondo che continua il suo viaggio, quando io sono rimasta ferma all'ultima stazione.
A guardare la pioggia che violentemente picchia sulla finestra della mia stanza.
A fissare continuamente il cellulare nella speranza che mi cerchi...
Anche per stare in silenzio, ma che comunque mi chiami.
Senza nemmeno rendermene conto gli ho dato l'accesso al mio cuore.
Ad ogni più piccola parte di me.
E ora che non c'è...
E ora che non c'è ogni cosa in me lo cerca.
Le sue foto sul cellulare e sulla parete mi feriscono.
Mi ricordano che siamo lontani.
Sospiro e stringo le gambe al petto.
"Dove sei?" sussurro appoggiando il mento sulle gambe.
Qualcuno bussa alla porta, costringendomi ad indossare una maschera per evitare le loro domande.
Mi alzo sbuffando strisciando i piedi raggiungo la porta.
Con mia sorpresa, fuori dalla porta, trovo Jason che mi rivolge un sorriso a 32 denti.
"Jason!" gli butto le braccia al collo e lo stringo forte in un abbraccio.
"Abby, vedo che sei felice di vedermi" dice ridendo.
"Mi sei mancato un mondo Jason" dico con le lacrime agli occhi.
Tutto il malumore che avevo perfettamente nascosto agli occhi degli altri viene a galla, rovesciandosi sotto forma di grandi e grosse lacrime.
"Ehi Abby?" Jason si scioglie dall'abbraccio e prende il mio viso tra le mani "cos'è successo?"
"Niente....è che sono felice di rivederti" dico tirando su con il naso.
"Io non me la bevo sai?" dice scuotendo la testa "dimmi cosa ti è successo"
"Davvero niente" asciugo le lacrime e abbozzo un sorriso "ma che ci fai qui?" cambio discorso.
"In realtà non ci sono solo io, tutta la famiglia Ross è qui...sotto però" spiega.
Per un attimo la speranza che Christian possa essere venuto mi fa sorridere realmente.
Sorpasso Jason e raggiungo la rampa di scale che conduce al piano inferiore.
Nel soggiorno, seduti sui divani, Amelie e Bryan chiacchierano animatamente con i miei genitori.
Accanto al quartetto individuo un'altra coppia, probabilmente i genitori di Jason.
Beatriz invece è seduta con Trenton, e accanto a loro c'è una ragazza.
Di lui nemmeno l'ombra.
Tutto l'entusiasmo svanisce.
Mia madre alza lo sguardo e mi invita a raggiungerli.
Vorrei andare via di lì, ritornare nella mia stanza e chiudermi dentro, ma ormai mi hanno vista.
Mi stampo un sorriso falso e scendo il resto delle scale.
"Lei è Abby, la più piccola dei miei figli" dice mio padre fieramente.
Saluto educatamente tutti quanti e mi avvicino a mio padre.
"Lei è mia sorella Adrienne e lui è suo marito Brendon. Sono i genitori di Jason" spiega Amelie.
"È un piacere" dico stringendo la mano ad entrambi.
"Lei è Jane, la sorella di Jason"
"Ciao sono Abby" mi avvicino alla ragazza e saluto con un bacio sulle guance.
Beatriz mi rivolge un sorriso che io ricambio con affetto.
"Hai conosciuto mia figlia Claire?" chiede ancora Amelie.
"Sì, è davvero una persona fantastica" dico sorridendo.
Ritorno accanto a mio padre e gli appoggio le mani sulle spalle.
"La prossima settimana verranno anche loro" annuncia Bryan.
Fantastico davvero.
Sorrido con finto entusiasmo e lancio un'occhiata veloce a Beatriz, che mi fa una smorfia di comprensione.
Mentre gli altri chiacchierano alzo lo sguardo e il mio cuore perde un battito.
Sulla soglia dell'ingresso Christian mi rivolge uno sguardo inespressivo.
Io da parte mia riacquisto il mio sorriso più bello.
È da tanto che non lo vedo.
Sembra diverso.
I suoi occhi sono spenti.
La mascella ricoperta da una barbetta pronunciata.
La camicia stropicciata al collo, e la giacca piegata sul braccio.
"Scusate il ritardo" viene dicendo "mi hanno trattenuto in ufficio"
Mia madre lo invita ad accomodarsi.
"Abby porta qualcosa per Christian" mi chiede mia madre.
Annuisco e faccio per andare in cucina quando Christian mi blocca.
"No grazie, non voglio niente" sbuffa bruscamente.
"Insisto Christian" dice mia madre "Jacinta ha preparato la sangria, non puoi perderla."
Christian rilassa le spalle e si arrende di fronte a mia madre.
Mi dirigo in cucina e prendo il bicchiere che Jacinta ha già preparato per lui.
Quando mi avvicino a lui un fastidioso puzzo di alcol investe le mie narici.
'Ha già bevuto' penso ritirando il bicchiere.
Visto che gli altri sono intenti a chiacchierare, colgo l'occasione per far scivolare il bicchiere dalle mie mani e attribuire la colpa alla distrazione.
Il liquido rossastro centra il tappeto di mia madre e la parte inferiore dei pantaloni di Christian.
"Cazzo stai attenta!" dice nervoso.
Sobbalzo per il suo tono di voce minaccioso, ed attiro l'attenzione degli altri.
"Abby presta più attenzione!" mi rimprovera mia madre.
"S-scusa" balbetto "non era mia intenzione" mento.
"Scusate vado un attimo a ripulirmi" dice Christian alzandosi dal divano.
"Vado a vedere se ha bisogno" i miei genitori annuiscono ed io mi affretto a raggiungere Christian che sale già le scale a grandi falcate.
Entra in bagno e mi sbatte la porta in faccia.
"Christian apri la porta" urlo dando colpi alla porta.
Non risponde ma sento l'acqua che scorre nel lavandino.
"Guarda che sto qui fuori e appena esci ti spingo di nuovo dentro e stiamo lì finché non mi rivolgi una cazzo di parola!" continuo.
Sento i suoi passi avvicinarsi e la porta si apre di scatto.
"Che vuoi?" chiede bruscamente.
Rimbocco le maniche e lo spingo dentro al bagno.
"Ora non vai da nessuna parte" dico chiudendo la porta e facendo scivolare la chiave nella tasca posteriore dei jeans.
"Abby non è carino, lasciami andare"
"Ah non è carino? E da quando ti importa cos'è carino e cosa no?" chiedo puntando le braccia sui fianchi.
"Non ho niente da dirti" sbuffa.
"Ah no? E che cazzo significa questo tuo allontanarti da me?" chiedo perdendo la pazienza.
"Intanto modera il linguaggio...non stai parlando con tuo fratello" mi rimprovera.
"No certamente, non sei mio fratello! Sei il mio fidanzato." punto un dito sul mio petto e accentuo l'ultima parola "almeno per me eri un fidanzato...a questo punto non so cos'ero per te" sussurro.
"Giusta analisi" dice incrociando le braccia al petto "fidanzato...non ti sembra di esagerare?" ride.
Porto il mio sguardo sul suo viso e lo guardo perplessa.
"Esagerare?" ripeto incredula.
Annuisce.
"Non è colpa mia se tu corri Abby. Per me è stato puro sesso. Nient'altro." dice crudelmente.
"Solo sesso...nient'altro" ripeto piano mentre le lacrime mi pizzicano gli occhi "e quelle parole? Quelle parole che mi dicevi...."
"Dico tante di quelle cose che nemmeno mi ricordo poi" dice con un'alzata di spalle.
Le sue parole mi colpiscono dritta al cuore.
Barcollo e indietreggio fino ad appoggiarmi al lavandino.
Stringo le mani attorno al bordo e mi mordo il labbro trattenendo le lacrime.
"Sei consapevole del male che mi fai?" chiedo guardandolo negli occhi.
Vedo il suo riflesso moltiplicato per via delle lacrime sull'orlo dell'occhio, e chiudo gli occhi lasciando scorrere amare lacrime.
"Non so nemmeno cosa ti ho fatto...sei andato via senza avvisare e quando ti cerco non mi rispondi...cosa credi che sia fatta di ferro? Credi che io non abbia sentimenti e che non soffra?!" urlo disperata "fa male ed è colpa tua!" lo accuso "non puoi entrare nella mia vita ed andate via così."
Poi però un pensiero mi trafigge il cervello.
"L'hai fatto per ripicca..." sussurro inorridita "è così?"
Non risponde.
Mi avvicino a lui ed afferro il colletto della camicia.
"Rispondi Christian!" lo scuoto per la camicia e gli ripeto la domanda fino a scoppiare in lacrime.
Ho bisogno che mi risponda.
Ho bisogno che mi neghi tutto.
Non può avermi fatto questo.
Il suo silenzio mi conferma i miei dubbi.
La mia presa si allenta e il labbro inferiore trema maggiormente.
"Non l'ho fatto per ripicca." afferma.
Peccato che le sue parole non mi tranquillizzano.
"Non mi soddisfa più questa relazione" dice con noncuranza.
"Ah...wow..." scuoto la testa "e io che pensavo che mi amavi..." rido.
Rido di me.
Della mia stupidità.
"Sono una cogliona! Una perfetta e stupida cogliona!!" ringhio dalla rabbia "un giorno so che rimpiangerai tutto ciò...perché tu sei un cazzo confuso Christian! Vai e credi a quel cazzo che vuoi!" prendo la chiave dalla tasca dei pantaloni e la infilo nella serratura.
"Vaffanculo Christian" gli lancio un'ultima occhiata e noto con mio stupore che la sua figura rimane impassibile.
Non ho speranze.
Non ha speranze.
Mentre mi dirigo verso la mia stanza mi imbatto in Jason.
"Abby" mi blocca per il polso e mi punta il suo sguardo.
"Lasciami andare Jason" dico sul punto di crollare.
"Cos'è successo?" chiede serio.
Il respiro diventa affannoso e scoppio presto in lacrime, scivolando sulle ginocchia.
"Ehi" si inginocchia accanto a me e prende il viso tra le sue mani "che hai piccola Abby?" chiede dolcemente.
"La mia vita è una merda" dico tirando su con il naso.
"Vuoi parlare con me?" chiede piegando la testa di lato.
Annuisco.
"Dai vieni" si alza e mi rimette in piedi "magari non qui ok?" ride indicando il pavimento.
Accenno un sorriso e lo accompagno nella mia stanza.
"So per certo che è mio cugino il motivo delle tue pene" sospira Jason.
"Già" annuisco "mi evita...e non so perché"
"Ma perché gli corri dietro Abby?" chiedo.
Gli lancio un'occhiata.
"Ehi, non lo dico per prendere il suo posto" dice alzando le spalle "solo che non mi sembra il caso. Guarda come ti fa stare" mi indica.
"Lo amo" sussurro con un sorriso "non posso farci nulla se lo amo talmente da tanto da volergli perdonare pure questa cazzata"
"Sei troppo buona piccola Abby" dice scuotendo la testa.
"Può essere" alzo le spalle "ma fa male...so che qualcosa mi sta colpendo...ma ormai non ho nemmeno lacrime da piangere Jason...si è portato tutto e adesso non mi rimane nient'altro che questo maledetto dolore" asciugo delle lacrime e tiro su con il naso.
Jason mi guarda mordendosi il labbro.
"Ma dimmi tu...come stai? È da un bel po che non ci sentiamo" cambio discorso.
Non voglio raccontargli la parte più delicata.
Non ora.
Si alza dal letto e mi raggiunge accanto alla scrivania.
"Mi permetti una cosa?" chiede.
Annuisco.
Allarga le braccia e mi stringe in un forte abbraccio che mi fa sciogliere nuovamente.
"Ti voglio bene piccola Abby" sussurra.
"Anche io Jason" dico sincera.
"Scendiamo a cena?" chiede all'improvviso.
"Ti fanno venire fame i miei racconti?" chiedo divertita.
"Qualcosa del genere" ride.
"Andiamo vah" lo prendo a braccetto e scendiamo dal resto della famiglia che vedendoci arrivare ci lanciano occhiate perplesse.
Christian ha il viso cupo e lo sguardo basso.
Evitami.
Evitami quanto cazzo vuoi.
Se trova piacere nel vedermi soffrire, non gli darò questo piacere.
Jason prende posto accanto a me e tra risate e sguardi carichi di gelosia di Christian ceniamo tutti insieme.
È bello vedere la nostra famiglia riunita ed allargata.
A vedere tutti loro mi vengono in mente i mille pensieri che ho fatto su Christian e sul nostro futuro.
Accavallo le gambe e accidentalmente tocco la gamba di Christian che alza subito la sguardo dal cibo che da qualche minuto sta torturando.
Nei nostri occhi scatta una scintilla.
Quella scintilla che ci attira e ci avvolge in un alone di passione e desiderio reciproco.
Solo sesso.
E si è pure stufato.
Scuoto la testa esasperata e riporto l'attenzione su Jason.
Per lui sono stata solo un giochino, ed ora non gli servo più.
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Incorreggibile Bastardo [2]
ChickLitSecondo volume della trilogia My Man. Cinque anni dopo la partenza da New York, i ricordi dei giorni passati con Christian sono vividi nella sua mente. Riprendere la vecchia vita è difficile,ma stringe i denti e cerca di andare avanti. A Seattle f...