Capitolo 25

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LA_day 3
Christian's pov.
"Siete sicuri di non voler venire?" chiede Ben sulla soglia della porta.
"Sì, non ho tanta voglia di uscire e Abby non intende lasciarmi solo a casa" alzo le spalle.
"Volendo possiamo rimandare" dice.
"No no, andate pure. Ciao!" li butto fuori di casa e chiudo la porta.
Durante l'ora di cena Claire ha letteralmente rotto i coglioni proponendo di andare ad un concerto di qualche musicista classico del cazzo.
Visto che non mi interessava proprio sentire quella cagata mi sono impuntato di non andarci, costringendo in qualche modo pure Abby a stare a casa.
In realtà non l'ho costretta direttamente, io ho espresso il mio parere e lei è voluta rimanere con me.
Quindi non è proprio colpa mia se non è potuta andare, ma meglio così.
Finalmente siamo davvero soli.
Io e lei.
Un'idea fa capolino nella mia testa.
Mi stampo un sorriso e raggiungo la nostra stanza a grandi falcate.
Quando apro la porta però, con mia grande delusione, mi ritrovo una stanza perfettamente vuota.
Sento l'acqua della doccia che scorre ed Abby che canta sotto ad essa.
Appoggio la mano sul pomello della porta del bagno e faccio per aprirla.
Ma poi ci ripenso e cambio in idea.
"Controllati Ross" mormoro stendendo il braccio lungo i fianchi.
Ritorno in soggiorno e mi siedo su uno dei divani, facendo zapping in tv.
Fuori ha cominciato a piovere e ogni tanto i lampi illuminano la casa, per poi farla sprofondare nel buio.
Dopo una ventina di minuti vedo Abby scendere di corsa le scale e andare in cucina sculettando.
Indossa una canottiera bianca che evidenzia le forme del seno lasciato libero dal reggiseno, ed una gonnellina a balze rosa che mostra le sue lunghe gambe.
Quando mi passa accanto una ventata di profumo mi colpisce come se fosse fresca aria primaverile.
Chiudo gli occhi e appoggio la testa all'indietro.
Questa ragazza è una tentazione costante.
La voglia di averla, di vedere il suo corpo vibrare e tremare ad ogni mia stoccata è tanta, ma non la toccherò mai più senza il suo consenso.
Non voglio che mi prenda per uno che vuole solo approfittarsi del suo corpo.
Ritorna dopo qualche minuto e mi fa l'occhiolino prima di avviarsi verso le scale.
"Piccola" la chiamo.
Si gira e si appoggia con fare sensuale alla ringhiera della scala.
È una bastarda, lo so.
"Dimmi Christian" sorride ingenuamente.
Deglutisco nervosamente e chiudo a pugno la mano.
Il mio amico, nei pantaloni, si sta risvegliando con grandi sbadigli.
"P-perché non rimani q-qui?" balbetto afferrando un cuscino per nascondere l'erezione.
Ci pensa un po e poi annuisce avvicinandosi a me.
Di nuovo quella ventata di profumo mi invade le narici.
Faccio appello a tutte le forze che ho per mantenere il controllo e non saltarle addosso.
"Te la sei cercata amico" la mia coscienza chiude la bottega e mi lascia in tredici.
Con chi mi lamento ora?
Si siede accanto a me con le gambe piegate, e appoggia la testa sulla mia spalla.
I suoi capelli sono ancora un po pregni d'acqua e sfiorano la parte del mio braccio nudo, mettendo sull'attenti i miei sensi.
Affondo il naso nella sua folta chioma castana e ispiro profondamente il suo profumo, inebriando il mio cervello del suo odore.
So che perderò la ragione.
"Che c'è piccola?" chiedo avvertendo i suoi movimenti di disagio.
"Nulla....è che sto scomoda" dice allungando le gambe.
E prima che me ne potessi rendere conto, è già sdraiata con la testa appoggiata sul cuscino che ho in grembo.
Quel cuscino, sì!
Ultimamente la mia mano e il mio amico hanno deciso di firmare qualche oscura alleanza.
Praticamente ogni qual volta lui si risveglia dal letargo (che poi gli basta captare i pensieri osceni che il mio cervello si fa su Abby per svegliarsi) la mia mano corre in suo aiuto.
Il tutto però è servito sempre per appagare lui e farlo ritornare in letargo, perché io mi sono sentito sempre una merda.
Una merda con continue erezioni, come uno stupido adolescente con gli ormoni a fanculo.
Abby è distesa su un lato che guarda tranquillamente la tv, mentre io sto andando in fiamme.
Da questa posizione ho una visuale migliore del suo corpo.
Ogni curva e piega mi tenta.
Mi chiama.
La mia mano è tentata a toccare la sua morbida pelle.
Non so per quanto riuscirò a resistere.
Non so nemmeno se vorrò resistere.
I problemi (chiamiamoli problemi) iniziano quando accidentalmente infila una mano sotto al cuscino, scivolando dolcemente sulla mia erezione.
"Cazzo..." mormoro nella mia testa.
Si alza dal divano e mi guarda dritto negli occhi.
"Ti prego non farlo, non farlo"
"Christian..." sussurra piano.
Distolgo lo sguardo e fingo di essere interessato al programma televisivo di cucina.
Che merda.
"Christian guardami!" riprova.
"Aspetta un attimo, sto guardando la tv" dico con fare scocciato.
"Christian tu non riusciresti ad impugnare nemmeno il coltello, quindi smettila di fare il finto interessato" sbuffa.
Mi prende il mento tra la sua mano e gira il mio viso.
Mi guarda con la testa piegata di lato e un sopracciglio inarcato, in perfetto stile 'guarda che l'ho sentita'.
"Piccola....lasciami stare, dopo un po passerà" sospiro.
Col cazzo che passerà.
"Non mi tentare, altrimenti sarai costretta a scappare e chiuderti in camera da letto" aggiungo.
Sul suo viso si materializza un grande sorriso.
"E perché dovrei scappare?" chiede con un sorriso malizioso.
Piccola tentatrice!
La guardo con la fronte corrugata.
"Vieni" scende dal divano e mi tende una mano.
"Che c'è?" chiedo confuso.
Scuote la testa e mi sfila il telecomando dalla mano, per poi indirizzarlo alla tv e spegnerla.
Prende l'altra mia mano e cerca di sollevarmi dal divano.
L'aiuto nel suo intento e mi alzo dal divano, sovrastandola in altezza.
Siamo troppo vicini.
Troppo.
Il mio viso è a pochissimi centimetri dal suo.
"Controllo, sì mi serve controllo" penso stringendo le sue mani.
Lei, in tutta risposta, mi sorride maliziosa e mi attira fino alla nostra stanza dove dopo aver chiuso la porta mi butta le braccia al collo.
I suoi grandi occhi marroni mi guardano diversamente, giuro di aver visto brillare i suoi occhi di una scintilla ormai a me familiare.
Si avvicinò alle mie labbra e mi baciò dolcemente.
Mi attira ancora più vicino a sè, comunicando con ogni movimento e con ogni bacio il suo desiderio nei miei confronti.
"Christian ti voglio" sussura sulle mie labbra.
Sono pronto a strapparle i vestiti di dosso e farla mia, ma voglio pure mantenere il controllo.
"Christian vuoi forse dire che non mi desideri?" chiede sfiorando con la mano l'erezione.
Tutto il mio controllo si dissolve come sale in acqua.
Le circondo la vita con le mie braccia e appoggio le mie labbra alle sue.
Dopo cinque anni di desideri repressi, perdo il controllo.
Faccio scendere le mani lungo la sua schiena, andando a circondare le sue natiche.
Abby si sposta dalle mie labbra e mi sfila la maglietta, per poi unirsi di nuovo a me.
La sollevo dal pavimento e lei avvolge le gambe attorno alla mia vita, continuando a divorare le mie labbra.
Una volta vicino al letto la adagio sul materasso e sposto le lenzuola per stare più comodi.
Lascia le mie labbra e mi osserva da sotto con un sorriso amorevole.
È una meravigliosa creatura.
Non smetterò mai di pensarlo.
"Sei bellissima" sussurro.
Arrossisce e distoglie lo sguardo.
"Guardami" la richiamo.
Riporta i suoi occhi sul mio viso, mentre morde nervosamente il labbro.
Porto le braccia sopra la sua testa, e lentamente con la punta delle dita scendo verso i suoi fianchi.
Una serie di brividi la fanno tremare sotto il mio tocco, mentre leggermente i suoi occhi si chiudono.
Bingo!
Mi soffermo sul bordo della canottiera, percorrendone il bordo merlato.
La sto torturando, ne sono pienamente consapevole.
"Christian...." sussurra stringendo le sue mani sui miei bicipiti.
"Shh..." la zittisco e continuo a passare il dito sul bordo della canottiera.
'Ma che fai?' il mio amico è impaziente e se fosse dotato di un viso in grado di fare espressioni, adesso mi guarderebbe parecchio contrariato.
Mi era stato detto, da molti uomini e anche da mio padre stesso, che nulla al mondo si poteva affiancare al momento in cui accecato dall'amore spogli la tua donna.
Ne avevo spogliate tante di donne in tutti questi anni, ma nessuna mi colpiva dentro.
Mi spiego, era una cosa meccanica.
Sbottona una camicia, fai scendere la zip...
Come se fossi una macchina progettata per compiere quei gesti appena intuivo il momento adatto.
Ma ogni volta che lo facevo e che lo faccio con Abby, la mia donna, è diverso.
Magico.
Niente è più bello di quel momento in cui i suoi abiti cadono, rivelandomi un corpo che palpita e che brama contatto.
E adesso mi trovo nel bel mezzo di quella situazione.
Manca ancora la barriera degli abiti da abbattere, e poi niente e nessuno mi impedirà di rendere ancora un po mia Abby.
Niente permetterà ad Abby di fuggire via da me.
Infilo due dita sotto la canottiera e gliela sfilo lentamente.
Si solleva dal letto e mi aiuta nella missione.
Ha le mani appoggiate sulle mie spalle.
Il collo eretto ed uno sguardo di sfida.
Sorrido leggermente e le accarezzo il collo con la punta della dita.
I muscoli si sciolgono.
Sta perdendo nel suo stesso gioco di resistenza.
La mia mano scende ancora più giù, tra i seni, e la presa delle sue mani aumenta un po di più.
Quando sono all'altezza del ventre, con un po di pressione, la spingo a sdraiarsi.
Faccio sparire pure quella bellissima, ma adesso fastidiosa gonna, e con lei volano via pure le mutandine.
La luce intermittente provocata dai lampi e la tenue luce della lampada da letto, mi permettono di ammirare il suo bellissimo corpo.
Per tanto tempo questa sua immagine ha popolato le mie immaginazioni, tanto che averla qui adesso mi sembra quasi surreale.
"Sei davvero qui?" sussurro guardandola negli occhi.
"Sì Christian" sorride "e rimarrò qui per sempre" mi chiude le mani a coppa sul viso e mi bacia, per cancellare ogni mio dubbio.
Mi distendo su di lei e le bacio lentamente la bocca.
I suoi occhi...
Le sue curve....
Il calore del suo corpo sotto al mio...
La voglio, lo confesso.
La voglio possedere dolcemente, e poi chissà la terrò sveglia tutta la notte.
Le sue gambe mi circondano i fianchi, e nonostante la presenza dei pantaloni riesco a sentire quanto è pronta per me.
"Questi non servono" mormora tra un bacio e l'altro facendo scendere i miei pantaloni.
Li lancio sul pavimento con un calcio e ritorno a far aderire il mio corpo al suo.
Il contatto con la sua pelle umida mi fa perdere la ragione, ma voglio assaporare questo istante come se fosse il mio ultimo istante di vita.
Voglio godermi ogni attimo, e ricordarle che nonostante tutto appartiene solo e soltanto a me.
È un pensiero egoista, ne sono consapevole.
Ma il solo pensiero di perderla nuovamente, o di condividerla con un altro mi manda all'inferno.
Non so come reagirei se la vedessi tra le braccia di un altro.
A sorridere ed arrossire per delle parole che non escono dalla mia bocca.
Lei è mia.
Abby è MIA.
La mia erezione sfiora prepotentemente la parte più sensibile del suo corpo, chiedendo l'accesso che non mi viene negato.
La penetro delicatamente, mantenendo il contatto visivo.
Con le mani mi impossesso dei suoi seni, afferrando con la bocca i capezzoli già turgidi.
Ad ogni tocco della mia lingua il suo corpo si piega dal piacere.
La stretta attorno ai miei fianchi diventa più intensa, ed io entro internamente in lei.
Il suo viso si storce in smorfie di piacere misto a dolore, il che mi fa rallentare ulteriormente.
"Fai più veloce, non ti fermare" mi dice in un sospiro.
Non me lo lascio ripetere due volte.
Aumento la velocità e chiudo gli occhi, canalizzando la mia concentrazione nell'atto di fare l'amore con questa ragazza.
La mia ragazza.
Perché con lei non è sesso.
Non è mai stato sesso.
Perché io lo sapevo, ma tardavo a realizzarlo.
Ha qualcosa...
Un qualcosa che non ho mai visto in nessuna...
Ha qualcosa che mi spinge a desiderarla ed amarla sempre di più...
Sì, amarla.
Amo questa ragazza.
Amo il modo in cui dolcemente mi ama.
Amo i suoi sorrisi.
Amo le lacrime che versa per me.
Amo ciò che sono diventato grazie a lei, per lei.
Amo la sua forza.
Amo il modo in cui mi tenta.
Le mie labbra percorrono avide la sua pelle.
Ho fame.
Ho fame di lei.
"Fammi sentire che mi ami" mormoro mordendole il lobo dell'orecchio.
I suoi gemiti, i suoi versi di piacere...
Sono l'unica cosa che sento.
Smetto di bisbigliare.
Voglio solo farla godere.
Non ho bisogno di parole, Abby lo sa.
Potrei abituarmi.
Potrei liberarmi da tutto, ed impiegare ogni mio secondo di vita per amarla e viziarla come merita.
Il piacere monta in me con una grande velocità.
Cerco le sue labbra ed esploro con la mia lingua la sua bocca.
Le nostre lingue si sfiorano e si uniscono in una danza sensuale.
I nostri corpi sono imperlati dal sudore, e scivolano l'uno sull'altro facilmente.
I gemiti di Abby si fanno sempre più forti, fino a diventare un gridolino acuto che mi avvisa della sua prossimità al raggiungimento del piacere.
Aumento i movimenti e le stringo forte le mani.
Ormai sono vicino.
"Piccola, devo..."
"Oh Christian"
Con quest'ultimo suo sospiro, ogni mia riserva cede.
Chiudo gli occhi e vengo invocando il suo nome, prima di accasciarmi su di lei.

Incorreggibile Bastardo [2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora