Osservo Christian che nervosamente consuma la sua colazione e sospiro esasperata.
Sorseggio il mio latte, guardandolo attentamente dal bordo della tazza.
È assente.
Completamente assente.
Fisicamente è qui, ma la sua mente è altrove.
Ed io odio vederlo così.
Odio non sapere che cosa sta architettando, o semplicemente pensando.
Due giorni fa era tutto speciale.
No, niente notte di fuoco o altro.
Abbiamo chiacchierato.
E molto.
*Flashback*
Mentre la nostra auto sfila dolcemente verso casa, nell'abitacolo della macchina regna un silenzio assoluto.
Non è il solito silenzio imbarazzante.
Questo è uno di quei momenti in cui, due persone innamorate che si sono congiunte, sussurrano milioni di parole.
Christian non ha smesso di sorridere da quando ha saputo che diventerà papà.
Ed io non ho smesso di sorridere perché vederlo così, mi mette automaticamente di buon umore.
La sua mano sinistra è appoggiata sulla mia gamba , e la stringe forte.
Appoggio la mia mano sinistra sopra, e lentamente entrambe si uniscono.
Quel gesto mi riempie il cuore di felicità.
Uniti.
Ecco, è quello che siamo in questo momento.
Uniti contro tutto e tutti.
Riusciremo a vincere contro tutti coloro che si sono impuntati di dividerci.
Noi siamo forti.
Il nostro amore è forte.
Noi.
Quel noi, mi fa sentire meglio.
Un grande groppo in gola mi impedisce di respirare normalmente.
E ho bisogno di piangere.
Non di tristezza, ma di gioia.
"Christian" sussurro.
Gira lentamente la testa e mi rivolge la sua attenzione.
"Ti amo" mormoro sorridente, mentre una lacrima riga la mia guancia.
"Perché piangi?" chiede asciugando con la mano libera la lacrima.
"Non lo so..." rido mentre piango "mi...mi sento bene.."
"E piangi?" chiede scuotendo la testa.
Annuisco.
"Smettila piccola" dice dolcemente.
Faccio segno di no con la testa e mi appoggio al sedile.
"Sarà un nuovo inizio" dice all'improvviso "cominceremo da capo...e prometto di rendere ogni tuo giorno migliore" sussurra.
"Sai che non ne hai bisogno...basta la tua presenza per farmi felice" mormoro asciugando le lacrime.
Sorride e continua a guardare davanti a sè.
"Sì, ma questa volta sarà tutto reale...nessun accordo, nessun ricatto...insegnami ad amare, ed io ti amerò come meriti di essere amata"
"Lo fai già perfettamente Christian, forse sono io che devo imparare da te...mi ami in una maniera impensabile...sono io che devo prendere esempio da te"
"Ma no piccola" cerca di liquidare il discorso.
"Sono contenta che tutto si sia risolto" ammetto sinceramente.
"Ci saremmo arrivati prima o poi...non mi andava di perderti..."
"Nemmeno io volevo perderti...ma il problema non siamo solo noi"
"Lo so" sospira.
"Cosa faremo con Ben?"
Il suo sorriso si spegne e la bocca si serra in una linea dura.
"No...non è per rovinare il momento...ma dobbiamo pur sempre fare qualcosa no?"
"Si.." sospira rumorosamente "certo, qualcosa la dovremo fare...ma Claire..."
"Claire ha bisogno di aprire gli occhi Christian" dico fermamente "non può continuare a credere in una persona falsa..." scuoto la testa disgustata.
"Lo so piccola, ma pensa come la prenderebbe Claire..è troppo innamorata di quel verme....e comunque, ho già in mente un piano...farò in modo di farlo confessare...non servirà il nostro intervento...gli farò costare ogni lacrima che Claire verserà..." sibila a denti stretti.
"Hai un piano? E di che si tratta?"
"Vedrai"
Fa stridere la pelle sul volante stringendolo in pugno facendo sbiancare le nocche, e guarda dritto davanti a sè.
"Ehi Christian" gli tocco il braccio e cerco di tranquillizzarlo "vedrai che troveremo una soluzione...adesso non ci pensare"
Annuisce e abbozza un tenero sorriso.
"Hai ragione...adesso ho altro a cui pensare"
"Cioè?"
"Voglio pensare a te...e al nostro piccolino" sorride.
Scuoto la testa imbarazzata e distolgo lo sguardo, lasciando che Christian cambi un po il corso dei suoi pensieri.
In meno di dieci minuti siamo già davanti alla nostra villa.
Christian parcheggia la macchina nell' apposito posto auto, e dopo aver spento i motori, scende per primo.
"No, non scendere" dice vedendomi seguire le sue azioni.
Scende velocemente dall'auto e raggiunge il lato passeggero, per aprirmi la portiera.
"Ora puoi farlo" dice con un sorriso.
"Grazie" sussurro sorridente.
Chiude la portiera e mi segue verso la porta d'ingresso.
Appena siamo davanti ad essa, infila chiave nella serratura e la spalanca.
"Entra" dice indicando l'interno della villa.
Faccio come chiede ed entro dentro, seguita da Christian che si impegna ad accendere le luci.
Mi era mancato tutto ciò.
Mi era mancata, soprattutto, la sensazione di sentirmi a casa.
Perché è così che mi sento adesso.
A casa.
Mentre Christian si sfila la cravatta e la giacca, raggiungo la cucina e mi prendo un bicchiere d'acqua.
In brevissimo tempo anche lui mi raggiunge e mi prende il bicchiere dalle mani, per bere un po anche lui.
"Hai già fissato la visita?" chiede indicando con un cenno la pancia.
"No" scuoto la testa "non ancora".
"Ok.." annuisce tra sè e continua a sorseggiare l'acqua.
"Pensavo di andarci con te...uno di questi giorni magari" sorrido.
"Per me va bene" annuisce "mi piacerebbe moltissimo esserci" sorride.
"Allora puoi prenotare la visita quando vuoi" sorrido.
Annuisce ancora.
Improvvisamente le temperature si alzano.
Il suo sguardo è diverso.
Mi guarda diversamente, come se fosse affamato.
Lui il predatore, ed io la sua preda.
Indietreggio lentamente andando a sbattere contro il ripiano della cucina, mentre lui immobile continua a studiare i miei movimenti.
"Abby" mi richiama.
"Eh?"
"Stai ferma" ordina con voce roca.
"P-perché?" balbetto.
"Abby..." continuo ad indietreggiare seguendo il bordo del ripiano, questa volta con Christian che mi segue.
"Christian...stai lontano" il mio tono di voce fa capire chiaramente che sono poco convinta di ciò che dico, e lui mi conosce molto bene.
Sulle sue labbra aleggia un sorriso malizioso, e non distoglie lo sguardo dai miei occhi.
All'ennesimo ostacolo che mi impedisce di indietreggiare mi fermo, e Christian in poche falcate mi raggiunge.
Siamo faccia contro faccia.
Petto contro petto.
Le sue braccia mi bloccano ogni movimento, posizionandosi ai lati dei miei fianchi.
Il suo caldo respiro mi colpisce dolcemente la fronte, facendo aumentare i battiti del mio cuore e il normale modo di respirare.
Mordo nervosamente il labbro e fisso intensamente le sue labbra.
Sposta una mano dal ripiano e la posiziona sul mio fianco.
Dal punto in cui la sua mano tocca il mio corpo partono milioni di brividi che mi fanno irrigidire.
Esegue dei movimenti circolari, risale più in alto e stringe la pelle tra le sue mani.
Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle emozioni che mi provoca il suo tocco.
"Saliamo su?" sussurra a pochi passi dalle mie labbra.
Annuisco.
E prima che me ne possa rendere conto, si piega sulle gambe e mi prende in braccio in stile sposa.
Mi sporgo in avanti e bacio dolcemente le labbra di Christian.
Un bacio breve e controllato, che fa aumentare ancora un po il desiderio che si cela in me.
Senza sforzarsi molto mi porta nella sua stanza, e una volta arrivato mi adagia teneramente sul grande letto.
"Mi hai portata qui per fare cosa?" chiedo con voce flebile mentre indietreggio sul materasso.
"Secondo te?"
Sale sule letto e gattonando come un felino mi raggiunge.
"Non lo so...magari...ehm l'amore?" chiedo.
Scuote la testa divertito.
"No" dice "ma è qualcosa del genere".
Lo guardo perplessa ed imbarazzata mentre lui si mette a cavalcioni su di me.
Infila due dita sotto le spalline del mio vestito e lo fa scendere lungo le mie spalle.
"Stanotte ho intenzione di far l'amore... con la bocca" sussurra.
"Con la bocca?" gli faccio eco.
"Con la bocca" ripete mentre mi sfila l'abito, lasciandomi con solo l'intimo.
Nei suoi occhi, questa volta non leggo desiderio, ma amore.
Non sta consumando il mio corpo, ma lo sta nutrendo o proteggendo.
I suoi occhi stanno percorrendo il mio corpo, lasciando una scia d'amore che lentamente si ingrandisce in una bolla d'amore.
Una bolla che racchiude solo noi.
Lui e me.
Mi solleva dal letto e si cimenta sulle mie labbra, mentre con una mano si impegna a slacciare il mio reggiseno.
I miei capezzoli si induriscono a contatto con l'aria, e Christian mi avvicina al suo petto.
Mi fa sdraiare nuovamente e si stacca dalle mie labbra, raddrizzando la schiena.
Appoggia un dito sulla mia fronte, e lentamente lo fa scivolare lungo tutto il mio corpo.
Percorre il mio naso, tocca le mie labbra, il mio mento, il collo, il solco tra i seni fino a raggiungere la pancia.
Ad ogni centimetro di pelle che tocca il mio petto si alza e si abbassa con maggiore velocità.
Il cuore mi batte forte e gli unici rumori che sento sono i miei sospiri.
Tutti i punti percorsi dal suo dito, vengono rimpiazzati dalle sue labbra.
Le appoggia sulla mia fronte, mi bacia la guancia, il naso, ignora le mie labbra e bacia il mento,
Tutti i punti che ha percorso con il dito, li sostituisce con le labbra.
Bacia la mia pelle, alternando qualche volta dei delicati morsi.
Sento il suo fiato sul collo, che scende lentamente verso i miei seni.
Prende tra le labbra un capezzolo e passa a tratti la lingua, soffiando poi su di esso.
Inarco la schiena e stringo tra le mani le candide lenzuola.
Dal seno, lasciando una scia di umidi baci, raggiunge la pancia.
Qui si sofferma di più.
La tempesta di leggeri baci, lasciando di tanto in tanto carezze.
"Quando potrò averti tra le braccia?" mormora tra un bacio e l'altro.
Apro di scatto gli occhi e alzo la testa.
Christian sta sussurrando delle dolci parole al nostro piccolino.
Gli occhi diventano umidi e il labbro mi trema leggermente.
"Christian..." sussurro mettendo le mani tra i suoi morbidi capelli.
"Ma cosa combini?" chiedo dolcemente.
"Piccola....io....io non so aspettare" confessa "sapere che qui c'è mio...anzi, nostro figlio....sapere che tra nove mesi diventerò padre ed avrò una famiglia....accidenti...mi fa desiderare di far passare velocemente il tempo" sorride.
"Anche io" ammetto "ma è l'attesa che aumenta il piacere no? Pensa a quando lo vedremo...sarà una gioia unica."
Risale lungo il mio corpo e si sdraia accanto a me, trascinandomi tra le sue braccia.
"Grazie ancora piccola"
"Ma perchè continui a ringraziare?"
"Se non fosse per te...beh...in questo momento non proverei tutte queste emozioni...accidenti, mi stai rendendo l'uomo più felice al mondo...questo grazie...è anche inutile...non può comunicare tutto quello che sto sentendo all'interno del mio cuore".
"Potrei dire lo stesso...se non fosse per te, non sarei mai diventata mamma"
"Sì, ma la parte complicata spetta sempre a voi...per quanto vi possiamo essere vicini, lo portate sempre voi in grembo il bambino"
"Christian, per una donna non c'è cosa più bella di portare nel grembo il figlio e di sostenere sul proprio petto il marito...noi donne siamo tutte strane Christian...ed io non la vedo come una cosa complicata....non puoi capire l'immenso piacere di tenere accanto a me, tra le mie braccia, il mio mondo. Tu e lui"
"Che diamine ho fatto per meritare una moglie come te?" mi chiede.
"Questa domanda sorge anche in me..cosa ho fatto per meritare un marito come te?"
"Tu niente...sei semplicemente perfetta" mi bacia.
"Lo sai che non è vero" sollevo un sopracciglio.
"Per me lo sei, ok?"
"Ok ok...tanto con te è una battaglia persa in partenza" scherzo.
"Sono troppo forte, ovviamente! E lo sarà anche la mia piccolina"
"Chi sarebbe?"
"Quella che ti porti qui" indica la mia pancia "sarà una piccola Abby"
"Ma anche no, io voglio un piccolo Christian" ribatto seccamente.
"Questa me la voglio proprio vedere" dice in tono arrogante.
"Vedrai che sarà un maschio"
"Beh....se proprio vuoi....possiamo lavorarci"
"No grazie" lo sposto "stasera hai detto niente amore, e così sarà"
"Nemmeno un po?" chiede con il vocino.
"No, proprio niente" ridacchio "mi piace vederti supplicare"
"Sei una bastarda"
"E tu il mio bastardo"
"Ed io ti amo"
"Io anche di più" mi avvicino alle sue labbra e le catturo in un dolce bacio.
*Fine flashback*
Ripenso con nostalgia a quei dolci momenti, mentre fisso questo Christian nervoso.
Non la passerà liscia.
Non più.
"C'è qualche problema?" chiedo sul punto di esplodere in un attacco di nervosismo.
"No" ribatte toccandosi la faccia "io...no, lascia stare sto bene..." dice continuando a sorseggiare nervosamente e rumorosamente il suo caffè.
"Ok" annuisco poco convinta e continuo a studiare con massima attenzione le sue mosse.
Niente di positivo.
Sbuffa.
Scuote la testa.
Sospira.
Ma che cavolo gli è preso?
"Non vuoi venire alla visita?" chiedo all'improvviso mettendo giù la tazza.
Solo due giorni fa gli ho dato la notizia, e frettoloso com'è, oggi mi ha fissato una visita speciale dalla dottoressa Raymond.
Ma adesso non capisco se la sua fonte di nervosismo è proprio questa.
"Cosa?! No, sei scema?" mi attacca alzando gradualmente la voce "Io ci vengo" dice sicuro "...ed è per quello che..." abbassa questa volta il tono.
"Sei nervoso per via della visita?" chiedo abbozzando un dolce sorriso.
Rilassa le spalle e annuisce grattandosi la nuca.
"Sono ridicolo?" chiede sorridendo dolcemente.
"Oh cielo Christian" scuoto la testa divertita e scendo dallo sgabello dove ero seduta, e mi avvicino a lui.
Apre leggermente le gambe permettendomi di mettermi in mezzo, e mi guarda imbarazzato.
"Non devi essere nervoso Christian! E nemmeno vergognarti per quello che provi" lo tranquillizzo "sarà una bella esperienza...poi siamo insieme...questa volta nel vero senso della parola...sarà una cosa particolare...." spiego dolcemente.
"Ok...ma...io non sono abituato a queste cose" mormora.
"Perché, ti sembra che io ci sia abituata?" rido "anche per me è una cosa nuova...ma sono sicura che con te al mio fianco riuscirò a superare tutto" gli accarezzo dolcemente il petto e avvolgo le mie braccia alla sua vita "non essere nervoso" sussurro "pensa a questo...tra un po vedremo il nostro piccolino" sorrido "penso che questo basti per placare il tuo nervosismo no?" chiedo.
"Beh...sì...questo sì" dice "hai ragione...non ho motivo di essere nervoso" annuisce.
Mi sciolgo dall'abbraccio e dopo essermi sollevata sulle punte, stampo un dolce bacio sulle sue labbra.
"Così sì che mi piaci" mormoro tra un bacio e l'altro.
Sorride dolcemente e ricambia il mio bacio.
"Cosa faranno precisamente?" mi chiede.
"Non lo so, dipende da com'è messo lui qui dentro" spiego toccando la pancia.
Segue le mie mani e lancia occhiate tenere al mio ventre.
"Non riesco a crederci ancora..." mormora.
"Manca pochissimo, e poi vedrai tu stesso con i tuoi occhi..." lo tranquillizzo.
Dopo aver fatto colazione, mentre Christian sistema la cucina, io che non sono ancora pronta salgo nella nostra stanza per fare una doccia e per prepararmi.
Mi faccio una doccia veloce ma allo stesso tempo rilassante, e dopo essermi avvolta nell'accappatoio di cotone raggiungo la cabina armadio.
I miei vestiti sono stati trasferiti nella cabina armadio di Christian, e adesso occupano tutta la parete a destra.
Indosso un leggero vestitino di cotone, così da facilitare la visita, e ai piedi metto delle comode ballerine.
Lascio il viso pulito senza aggiungere il trucco, e mi sciolgo i capelli in morbide onde.
Christian mi aspetta in soggiorno leggendo il giornale, e appena mi vede mi rivolge un raggiante sorriso.
"Sei bellissima" mormora dolcemente.
"Aspetta di vedermi con l'enorme pancione, poi vedremo se sarò bellissima" scuoto la testa divertita.
"Sarai anche più che bellissima" ribatte convinto "mi piaci in qualsiasi modo." mi fa l'occhiolino.
"Ok ok" alzo le mani in segno di arresa "basta lodarmi, andiamo?" chiedo indicando con un cenno del capo la porta.
"Certo" appoggia il giornale sul tavolino e prende le chiavi dell'auto, per poi alzarsi e raggiungermi.
Mi apre gentilmente la portiera, e dopo esserci assicurato che fossi salita, fa il giro dell'auto e si mette accanto a me.
Mentre guida, con una mano stringe fortemente la mia, rivolgendomi di tanto in tanto qualche occhiata piena d'amore.
Da parte mia lo fisso insistentemente con sguardo colmo di amore e affetto.
Mi sento davvero felice.
Quasi dimenticavo che ero in grado di sentirmi così leggera e piena allo stesso tempo.
L'amore che provo per quest'uomo non ha paragoni.
È proprio vero che quando sei innamorato hai occhi solo per una persona.
Se da un lato abbiamo sofferto, dall'altro i momenti più belli li ho vissuti solo e soltanto con lui.
Non so spiegare il motivo per cui mi sono innamorata di lui.
Nessuno saprebbe spiegarlo.
L'amore è un sentimento che bussa alla porta all'improvviso.
Per quanto tu ti prepari anticipatamente, continuerà a presentarsi nel momento in cui meno te lo aspetti.
Insieme all'amore, la vita è una corsa ad ostacoli avente come premio il ritrovamento di metà perdute.
Alcune metà sono riconoscibili, altre le devi frequentare per capire poi che senza di essa non possiamo vivere.
Io e Christian siamo così.
Lui arrogante.
Ed io troppo dolce.
Lui sicuro di sè e forte.
Io insicura e debole.
Lui è capace di tentare l'impossibile, io invece non so tentare nemmeno il possibile.
Siamo troppo diversi e troppo uguali allo stesso momento.
Testardi.
Cocciuti.
Orgogliosi.
Io in più, sono la perfetta incarnazione di tutti i difetti.
Per quanto voglia dimostrare di essere forte, all'interno sono fragile.
Mi costruisco continue barriere, e tanti muri.
Sono lunatica.
Cambio umore nel giro di un secondo, portando un momento di gioia ad un momento di pura tristezza.
Ma l'unico momento in cui mi sento viva, in cui mi sento me stessa è quando sono con Christian.
Non ho bisogno di fingere con lui.
Posso essere me stessa, e contare di essere amata come nessuno potrebbe fare.
Ed è questo che amo in lui.
Amo la maniera in cui mi perdona, anche se spesso e volentieri il torto è dalla mia parte.
Amo quella sua infinita voglia di lottare per me.
Amo la sua rabbia.
Amo i suoi sguardi taglienti.
Amo la maniera in cui unisce le sue mani alle mie.
Amo anche quando assonnato mi sussurra che mi ama.
Per quanto siamo negativi, creiamo sempre un qualcosa di magico e positivo.
È matematicamente provato.
Meno per meno è uguale ad un più.
"Devi continuare ancora?" chiede svegliandomi dal mio coma momentaneo.
"C-cosa?" balbetto sbattendo confusa le palpebre.
"Dicevo se volevi continuare a fissare me ed arrivare in ritardo alla visita" ridacchia.
"No...cioè sì...mi piacerebbe rimanere qui a guardarti...ma voglio anche la visita" spiego.
"Allora risparmia quei sguardi maliziosi per dopo e scendi. Siamo arrivati" sorride.
Annuisco e faccio come mi chiede.
Questa volta, entrare nella clinica della dottoressa Raymond, mi mette di buon umore.
Tutto quell'entusiasmo e tutta quell'emozione che non sentivo l'altra volta, oggi si fa sentire con più evidenza.
Sorridendo raggiante prendo posto in una delle sedie della sala d'attesa, seguita da un uomo sorridente ma allo stesso tempo nervoso.
Per noi sarà una grande svolta.
Vedere sullo schermo, per la primissima volta il frutto del nostro amore, sarà un momento che rimarrà impresso nella nostra mente fin quando non moriremo.
Stringo forte la mano di Christian e attendo il mio turno.
'Spero che tu abbia perdonato la tua mamma' penso appoggiando una mano sulla pancia 'ho capito che stavo sbagliando...e ti ho riportato da tuo padre....tua madre non è senza cuore....ha cercato di lasciare tutto alle spalle...ma tu, e l'uomo che ti presenterò come papà, siete tutto ciò a cui tiene...è impossibile per lei, camminare oltre'.
"Mrs Ross, Mr Ross...potete entrare" la dottoressa Raymond mi guarda sorridendo e mi invita ad entrare.
Mi alzo dalla sedia e tendo la mano a Christian.
"Andiamo?" chiedo sorridente.
Guarda la mia mano e senza esitare appoggia la sua sulla mia.
"Andiamo" ripete.
Senza aspettare oltre ci dirigiamo verso lo studio della dottoressa, pronti a conoscere la piccola creatura.
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Mie caree, visto che non si è salvato il capitolo che ho scritto...per adesso vi lascio con questo pezzo...domani scrivo il resto e pubblico anche quella parte...
Sono riuscita a scrivere solo questo, perché non ricordavo nei dettagli la parte della visita :(
Vi chiedo di accettare questo pezzo, e di attendere con pazienza per il resto.
GRAZIE DI TUTTO BELLISSIME!! *-*
un mega bacione a tutte.
La vostra Lisa :*
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Incorreggibile Bastardo [2]
ChickLitSecondo volume della trilogia My Man. Cinque anni dopo la partenza da New York, i ricordi dei giorni passati con Christian sono vividi nella sua mente. Riprendere la vecchia vita è difficile,ma stringe i denti e cerca di andare avanti. A Seattle f...