Capitolo 8

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Boccheggiai. Non risposi. Non sapevo cosa dire. Insomma, dannazione, non poteva saltarsene fuori all'improvviso con una frase del genere.

Forse avrei dovuto dire qualcosa dato il suo sguardo. I suoi occhi non erano mai stati così intensi, pregavano che parlassi, che dicessi qualcosa. Qualsiasi cosa.

Beh... che perlomeno c'entrasse con l'argomento.

Ma ero spaesata, era come se mi trovassi al buio in una stanza... Come se mi trovassi di nuovo all'interno della Scatola.

Spostò di botto lo sguardo, sospirò pesantemente e si passò una mano tra i capelli in modo palesemente frustato.

Abbassai lo sguardo, rimanendo in silenzio. Dovevo essere arrossita o qualcosa del genere, perché le mie guance pulsavano ed il mio cuore batteva all'impazzata.

Quel silenzio era pesante ed imbarazzante, rabbrividii talmente ero in tensione e sperai vivamente che accadesse qualcosa che ci costringesse a parlare.

«Immaginavo questa tua risposta silenziosa», sussurrò in modo quasi inudibile, «me l'aspettavo.

È okay, anzi, giustissimo così. Quello in torto sono io, non preoccuparti. Siamo Radurai e abbiamo altre cose per la testa che queste cose». Fece per alzarsi, ma gli impedii di spostarsi prendendogli il braccio e tirandolo all'indietro, costringendolo a stare sul letto accanto a me. Non volevo che se ne andasse.

«Non sei in torto, brutta testapuzzona», brontolai, «sono cose che possono succedere, caspio, non farti filmini mentali che non servono a nulla».

Non potevo negare di essere leggermente a disagio.

Ero confusa, non avevo mai pensato che Newt potesse provare una cosa simile... sopratutto per me.

Forse avrei dovuto mettere in conto che sarebbe potuto succedere, ma come aveva detto lui di solito i Radurai avevano la testa impegnata in altro. Sopratutto lui che era comunque il secondo in comando.

Certo, mi aveva sempre portata su un piatto d'argento sin dal mio arrivo, ma pensavo più che altro che lo facesse per un semplice atto di cortesia... okay, non avevo scuse per questo, non avevo saputo cogliere i segnali e in quel momento mi sentii una stupida. Veramente una stupida.

A pensarci bene, era sempre stato chiaro. Forse l'avevo sempre saputo ma l'avevo sempre negato come una sciocca, perché sapevo che nella Radura queste cose dovevano essere lasciate perdere o si rischiava di fare la fine di George. Avevo ignorato volontariamente i segnali sin dal primo momento.

L'unico che non aveva mai lasciato perdere questa cosa era stato Minho... ed era meglio che nessuno gli dicesse che aveva sempre avuto ragione, sennò se ne sarebbe vantato per il resto dei suoi giorni.

Cominciai a farmi dei viaggi mentali....

E se in quel momento Newt si sentiva come George? Sarebbe mai arrivato ad odiarmi? Cosa sarebbe successo da quel momento in poi? Ma sopratutto... io cosa provavo per Newt?

Chiusi gli occhi e sospirai rumorosamente.

La mia testa era carica di domande di quel genere e non sapevo come liberarmene, sopratutto perché.... temevo le risposte.

Non avevo mai pensato a Newt sotto quella luce.... o forse sì, ma inconsciamente.

Mi prese la mano e sussultai, ma non la ritrassi, non volevo farlo.

Si accorse che avevo sussultato e sorrise in modo chiaramente ferito, spostando lui la mano.

Cercai di non far vedere quanto in verità avrei voluto che la tenesse sopra la mia. Avevo bisogno di sentire il suo tocco... mi sentivo strana.

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