Stubbornness

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SALVE!! Mi dispiace un sacco essere sparita per così tanto tempo! Ma con le vacanze di Pasqua, università e lavoro, ho avuto un sacco da fare! Vi prometto che cercherò di essere più attiva. Buona giornata e buona lettura :) <3



Apro la bocca per dire qualcosa e lui la fissa, aspettandosi una mia risposta ma Louis fa prima di me. <<Amico, lascia stare...>> gli appoggia una mano su una spalla e l'altra la sventola in aria.

<<Ehy ehy voi vi conoscete!?>> Niall interviene incuriosito e confuso, puntando un dito prima su di me poi su Harry. <<E' la mia coinquilina>> dice Harry rivolgendosi a Niall. <<Ah è lei!? La famosa coinquilina che ti ha buttato fuori casa!>> Niall ride e Louis lo segue, io ed Harry ci scambiamo occhiate imbarazzate e poi ci uniamo alle risate. <<Non è vero!>> dico difendendomi <<Ha deciso da solo di andarsene, io non ho fatto niente!>> alzo le mani in segno di difesa. <<Ah no!?>> dice ironicamente Harry e sul suo viso si fanno spazio delle fossette.

<<Sam, noi siamo amici da una vita!>> interviene Niall, interrompendo il nostro piccolo bisticcio ed io annuisco, sorpresa quanto loro.

<<Com'è piccolo il mondo eh!?>> Louis scherza <<Come fate a conoscervi voi due mh?>> dice indicando me e Niall <<Wow, Sam, sei qui da una settimana e già fai conquiste!?>> generalmente mi sarei stizzita, ma Louis con il suo tono e le sue espressioni facciali mi fa ridere molto, infatti ridacchio e mi copro la bocca.

<<Ci siamo conosciuti al supermercato ieri sera, Sam era indecisa fra quale barretta di cioccolato scegliere!>>

<<Ah bene bene, allora siete ancora all'inizio.>> Continua imperterrito Louis. <<Tommo, smettila>> Niall lo incenerisce con lo sguardo ed io stringo le labbra in una linea retta, abbasso lo sguardo e poi bevo un goccio d'acqua. Visivamente a disagio. Louis fa finta di chiudersi la bocca e di buttare la chiave poi comincia a discutere con Niall su quale birra può bere.

Niall lo conosco a malapena, ma mi sembra un bravo ragazzo e non sarebbe una cattiva idea se cominciassi a frequentarlo, anche come semplice amico, ho bisogno di circondarmi di persone semplici come lui...

<<A me un dito di Tequila, grazie amico.>> sento Harry gridargli. <<Tu cosa vuoi Samantha?>> mi si rivolge con voce profonda. Mi mordo l'interno della guancia e mi muovo nervosamente sul mio sgabello: Il suo viso è a pochi centimetri dal mio e quando mi giro nella sua direzione mi fissa la bocca. <<N-niente, in realtà, vorrei andare a casa. Sono venuta qua per cenare>> alzo lo sguardo verso il grande orologio sul muro e sono già le 22.00. <<Ti accompagno>> dice alzandosi e mettendo una mano nella tasca dei suoi jeans.

<<No, tranquillo. Fra poco passa l'autobus>> rispondo indicando la fermata che si intravede dietro le porte trasparenti dell'entrata. Lui mi guarda con disapprovazione, scuotendo la testa e ridendo. <<Ti accompagno.>> insiste, io però, lo guardo in silenzio, mi giro e vado in cassa verso Niall. Ovviamente lui mi segue.

<<Quanto ti devo?>> gli domando una volta arrivato il mio turno. Si guarda intorno e poi si sporge, avvicinandosi. <<Offre la casa, vai!>> <<No, Niall. Fatti pagare almeno la metà, per favore!>> dico a bassa voce e lui fa svolazzare una mano in aria prima di cominciare a riempire dei bicchieri sul bancone.

Mi volto nella direzione di Harry, il quale nonostante indossi i tacchi, è alto quasi il doppio di me. Lo guardo in maniera interrogativa e lui semplicemente... mi sorride.

<<Grazie di tutto Niall, ci vediamo!.>> mi rivolgo a Niall dopo aver superato Harry e averlo lasciato in piedi, in mezzo al locale. <<Certo! Oh aspetta...>> dice e cerca frettolosamente qualcosa nella tasca del suo grembiule. Tira fuori carta e penna, scrive qualcosa e poi me lo porge. <<Quando vuoi, chiamami, così ci organizziamo per quella cosa.>> mi ricordo del discorso sulla concessionaria e afferro velocemente il foglietto con il suo numero segnato. <<Certamente!>>

Mi volto per salutare Louis, il quale ricambia allegramente e prima che possa dirigermi verso l'uscita, sento una grande mano sulla mia schiena. <<Mettiti il mio giaccone, in moto sentirai freddo vestita così.>> Harry mi appoggia la sua giacca senza lasciarmi il tempo di ribattere e poi mi trascina fuori dal locale per le spalle.

Appena fuori mi divincolo e mi allontano. <<Harry, ti ringrazio, ma prendo l'autobus. Ah eccolo!>> punto il dito verso il veicolo che si avvicina alla fermata, ma lui con forza e non-curanza avvolge le mie spalle con un braccio, bloccandomi. <<Harry!>> provo a sfuggire dalla sua presa, ma non ci riesco. Così, non essendoci nessun altro a fermare l'autobus, quest'ultimo procede senza sostare.

Quando ormai è lontano allenta la presa e gli sferro qualche pugno sul petto, i quali gli fanno solo solletico perché poi mi solleva e mi poggia su una spalla. <<Mettimi giù!>> provo ad urlare e continuo a dargli pugni sulla schiena. <<Mi stai un po' antipatica Sammy e mi sono legato al dito il fatto che non vuoi farmi i biscotti. Ma non ti lascerò prendere l'autobus a quest'ora, tutta sola e vestita in questo modo.>>

<<Non sei mio padre, Harry. Quindi mettimi giù o comincio a urlare così forte che tutta la via mi sentirà>> dico cercando di mantenere un tono autorevole. Lui sembra ascoltarmi e mi fa scendere. Sbuffo e lo uccido con lo sguardo quando noto che siamo proprio di fronte alla sua moto.

<<Ne ho portato solo uno di casco e voglio che lo metta tu, tieni.>> Lo guardo esterrefatta per la sua testardaggine e incrocio le braccia al petto. <<Harry, ti ringrazio. Ma ti ho detto che prenderò l'autobus.>> gli dico, giro i tacchi e mi incammino verso la fermata.

Dopo qualche istante sento il rombo della moto e me lo ritrovo a fianco, sta andando a passo d'uomo e mi fissa. Fortunatamente le strade sono quasi del tutto vuote e non crea alcun fastidio. <<Perché devi fare così? Sembrava fossimo partiti bene...>> per un attimo sento un accenno di dispiacere nel suo tono, così mi rifiuto di guardarlo.

<<Non pensare che dato che ti ho raccontato la mia storia strappa lacrime, ora tu significhi qualcosa per me.>> non controllo la mia bocca, mentre da essa escono queste brutte parole. Mi fermo davanti la panchina della fermata e lo guardo seria. Anche lui stoppa la moto e mi guarda: non riesco a decifrare la sua espressione, ma sembra stupito quasi quanto me. Non mi riconosco e non sono affatto fiera di me, in questo momento, sembrava avessi fatto un passo avanti stamattina e ora ne ho fatti altri dieci indietro. La mia autodifesa parte in quarta, da sola, ogni volta ed io non riesco a controllarla.

<<Almeno ridammi il giaccone.>> afferma in maniera altrettanto fredda e allunga una mano nella mia direzione. Che stupida! Ho fatto questa scenata teatrale con addosso la sua giacca, mi schiaffeggio mentalmente mentre gliela porgo. Se la mette, si allaccia il casco e parte.

Non so cosa avesse in mente, perché ha insistito in questo modo, oltretutto lasciando i suoi amici ed ora è sgommato via, chissà dove e chissà a che fare. Giorni fa disse a me di essere tutta da scoprire, ma anche lui non scherza. Forse non si sbagliava sul fatto che non siamo poi così diversi... Scuoto la testa velocemente come per far uscire da essa questi pensieri sciocchi e mi guardo intorno: Sembra che in questa via di Seattle ci sia solo io seduta su questa panchina e di tanto in tanto qualche persona e qualche auto.

In questa via ci sono pochi locali, per lo più ristoranti, quindi appare tranquilla, forse anche troppo... All'improvviso nella mia testa comincia una guerra: una parte orgogliosa che lotta per la mia indipendenza nel prendere l'autobus da sola e l'altra che mi maledice perché sarei dovuta andare con Harry.

Entrambi gli schieramenti si placano quando dal fondo della strada sento uno rombo, socchiudo gli occhi per mettere a fuoco: E' Harry in moto, ma che fa!?

Inchioda proprio davanti a me e si toglie in fretta e furia il casco, porgendomelo. <<Sappi, che tu puoi essere testarda quanto ti pare, ma io lo sarò sempre più di te...>> mi dice arrogantemente ed io salgo sconfitta, non ho voglia di stare un altro minuto in più su questa panchina. Mi porge anche il giaccone e lo infilo. <<Sempre.>> insiste, alza le sopracciglia e mi sorride, io butto gli occhi al cielo <<Parti, prima che cambi idea>> dico osservando la sua espressione orgogliosa. Dopo questa sera, ho mandato definitivamente a farsi benedire la mia dignità.

Room. [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora