Hurricane

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Alle 8.00 suona la sveglia e mi chiudo in bagno. Ieri sera mi sono sentita con Niall e ci siamo organizzati per incontrarci alle 11.00, ha insistito per venirmi a prendere e per accompagnarmi a lavoro una volta terminati i nostri giri e alla fine ha vinto.

Mi faccio una doccia veloce ma intensa e decido di farmi i boccoli, indosso direttamente i vestiti per lavoro: un completo color panna con i pantaloni, invece che la gonna, e sotto una camicia nera, abbinata a dei stivaletti del medesimo colore. Spero di sentire meno freddo oggi, stranamente quest'anno nello stato dello Washington ha fatto bel tempo, ma ora che si avvicina l'autunno, ritorna ad essere il solito: freddo e nuvoloso.

Riesco a mangiare un solo biscotto prima che Niall mi avverta di scendere e poi lascio un biglietto ad Harry scrivendoci che deve ricomprarli, dato che li ho comprati neanche una settimana fa e li ha già finiti tutti.

<<Buongiorno>> mi saluta con un sorriso luminoso non appena entro in auto e mi porge una tazza di caffè. <<Buongiorno! Grazie mille, Niall. Sei troppo gentile!>> gli do un bacio sulla guancia e poi mi infilo la cintura. Noto che arrossisce delicatamente e sento che mi succede la stessa cosa: ho fatto un gesto insolito, ma non me ne pento, si nota a 100 km di distanza che Niall è una persona candida e che si merita gesti cordiali e buoni; qualità che dimostra di avere dal nostro primo incontro.

<<Ho sentito due auto concessionarie subito fuori Seattle, entrambe vendono auto usate in buone condizioni e ad ottimi prezzi.>> annuisco e ci immergiamo nel traffico della città. <<Grazie tante Niall, non so come avrei fatto senza il tuo aiuto. Sai, mi sto ambientando piano piano ma ancora non mi so muovere liberamente.>> gli sorrido e poi bevo un lungo sorso di caffè. <<Sam, capisco la tua situazione: vieni da una piccola cittadina, da come mi hai detto tu, posso immaginare come possa ancora sentirti spaesata... per certi versi>> ricambia il mio sorriso e mi guarda a tratti mentre cerca di concentrarsi sulla guida.

Durante il tragitto per arrivare alla concessionaria mi racconta di quanto siano dolci ma allo stesso tempo pestiferi i bimbi che allena ed io finisco per raccontargli quanto, anche i bambini a cui facevo da babysitter anni fa, fossero delle pesti indomabili. <<Ti giuro, mi facevano tornare a casa con un diavolo per capello!>> continuiamo a ridere e quasi si dimentica di girare nella via dove ci attende la nostra destinazione. Ed io non so se sto ridendo di più per i nostri racconti avventurosi con i bambini o per la sua risata così contagiosa, il modo in cui il viso gli si arrossisce, in cui apre la bocca e come appoggia una mano sul petto.

Riprendiamo fiato prima di scendere dalla macchina. <<Non ridevo così da tempo...>> dico, quasi a bassa voce, ma lui lo sente perché si gira a guardarmi - mentre si asciuga gli occhi - mi sorride e annuisce <<Idem.>> i nostri sguardi si incrociano e sembra come se non si vogliano lasciare, ma combatto questo desiderio di voler osservare i suoi occhioni azzurri e scendo dall'auto parcheggiata.

Il resto della mattinata passa fra auto di ogni tipo, prezzi di ogni tipo e contratti di ogni tipo; alla fine della fiera riesco a trovare - alla seconda auto concessionaria - una Lancia y usata e in ottime condizioni di qualche anno fa. Ci mettiamo d'accordo per venirla a ritirare e terminare le ultime pratiche, in settimana prossima.

<<Ottimo, no?>> mi dice allegramente Niall mentre torniamo alla sua auto. <<Si, sono molto felice>> sbatto velocemente le mani come una bambina che ha appena vinto un pupazzo ad una fiera, Niall ridacchia ed io mi ricompongo. <<Devo chiedere a Mike se c'è qualche box ancora libero, altrimenti non saprei proprio dove parcheggiarla...>> mi rendo conto di star ragionando ad alta voce e quando guardo il ragazzo biondo accanto a me, lui semplicemente mi guarda e mi ascolta. <<S-scusa... Ragionavo ad alta voce, che stupida>> premo una mano sulla fronte e penso a quanto sia stato imbarazzante. Mi sento così rilassata e a mio agio, che non mi sono resa conto di star parlando da sola. Nonostante ciò, sono felice dell'effetto che mi fa questo bel ragazzo. <<Perché stupida? Non hai fatto niente di male! Sai quante volte parlo io ad alta voce per ripetere i miei schemi mentali!?>> ridiamo ed entriamo in macchina. <<Ah! Anche tu fissato con queste cose?>> chiedo sorpresa. <<Già.>> stringe le labbra sottili in un sorriso gentile e poi ingrana la marcia per partire.

<<So che non sembro un precisino che segue degli schemi rigidi, ma purtroppo è così.>> mi confessa Niall mentre ritorniamo dentro Seattle. Me la rido sotto i baffi e lui mi guarda con la punta degli occhi, sorridendo. <<Scusa, ma è vero: non sembra proprio.>> Ride anche lui mentre è concentrato nella guida. <<Immagino che i tuoi schemi e quelli di Harry non vadano d'accordo, invece, giusto?>> scherza e non posso dargli torto. <<Bhe, diciamo che ha dei schemi un po' opposti ai miei.- ridacchio- ma stiamo provando ad andare d'accordo.>> lui annuisce e continua a parlare. <<Sì, mi ha detto il modo in cui vi siete conosciuti e sto cominciando a capire che sei molto diversa da lui; quindi posso immaginare!>>

Rido e rabbrividisco contemporaneamente al pensiero del nostro primo incontro. <<Ci siamo scontrati perché abbiamo due stili di vita molto differenti, ma man mano che ci conosciamo sto notando che abbiamo alcuni punti in comune.>> mi porto le mani in grembo e osservo la città affollata e trafficata. Niall si ferma ad uno stop e poi riparte <<Già... Mi ha detto anche questo.>> fa un lieve sorriso ed io ricambio. Quindi hanno parlato un bel po' di me? Questa cosa mi mette paura e... ansia. <<E... ehy, mi dispiace per tua madre. Sai, parlando è uscito il discorso della tua perdita, mi dispiace un sacco.>> le sue parole sono così dolci, ma io non riesco proprio a considerarle tali, o meglio, lo sarebbero state se l'oggetto della frase fosse stato un altro. Harry ha spifferato il segreto che gli ho raccontato, ai suoi amici; il segreto che gli ho raccontato aprendomi completamente a lui e piangendo fra le sue braccia. Ringrazio il cielo di non aver continuato con il secondo evento più brutto della mia vita, ma come ha potuto? Come ha potuto fare lo stronzo in questo modo? Sono Niall e Louis, due persone adorabili, ma cosa ne posso sapere se non lo ha raccontato ad altri? E anche se non fosse così, ora mi considereranno come la povera ragazza che ha perso la mamma, lo vedo già lo sguardo colmo di pietà di Niall e mi immagino quello di Louis.

Sono infuriata, delusa e nauseata, mi fischiano le orecchie, sento un calore esagerato espandersi in tutto il mio corpo e il respiro mi si è mozzato.

So di stare in silenzio da un po', da quando Niall ha parlato, quindi per fargli capire che ci sono annuisco e provo a sorridergli. Lui fortunatamente ricambia solo il mio sorriso e rimane in silenzio.

Vorrei piangere, gridare, strapparmi i capelli... anzi strappare quelli di Harry, ma... ehy, Samantha!? - il mio subconscio richiama la mia attenzione - Sei stata tu a fidarti! Ad aprirti troppo velocemente e questo è il prezzo da pagare! Per la prima volta do ragione al mio subconscio: La colpa è solo la mia, come sempre.

Stringo il labbro tra i denti e trattengo il respiro, per non scoppiare in un pianto isterico. Impedisco alla rabbia di uscire da me, ma nel frattempo mi logora dentro ed io semplicemente guardo fuori dal finestrino, provo a respirare ed è come se l'aria si bloccasse e non entrasse del tutto nei miei polmoni. <<Eccoci arrivati>> la voce di Niall mi fa uscire per un attimo dalla bolla di protezione che mi sono creata. <<Grazie ancora Niall, sei una brava persona.>> gli dico con un filo di voce, gli do un bacio sulla guancia sperando di inalare un po' del suo profumo e calmarmi, ma non succede niente. Anzi, il senso di colpa per aver cliccato sul tasto di accensione per il "mutismo selettivo", mi fa sentire ancora peggio e appena esco dalla macchina le lacrime offuscano la mia vista. Entro velocemente nell'edificio della casa editrice e mi chiudo in bagno.

Non sono riuscita a trattenerle, ora corrono veloci sulle mie guance, sfumando il mio trucco. Mi lascio trasportare dal pianto per qualche istante e continuo a maledirmi mentalmente.
Come posso essere stata così stupida? Eppure la dottoressa me lo ha detto: solo uno spiraglio ed invece io ho completamente spalancato la porta di fronte a quegli occhi smeraldo. Però, non mi sono sentita mai così libera come quando mi sfogavo con lui... Picchietto con i polpastrelli delle dita le tempie e decido di azzerare i pensieri.

<<Non posso continuare così... Devo dare un taglio netto a tutto ciò.>> dico ad alta voce, sperando che in questo modo sia più convincente.

Mi asciugo il viso con la carta igienica e ringrazio la mia precisione di portare sempre con me dei trucchi. Mi ripasso il fard e un po' di mascara, ora sembro quasi presentabile.
Esco dal bagno sperando che non ci fosse nessuno ad ascoltare il mio pianto ridicolo e mi dirigo al mio piano.






OCCHI A ME!
Mi dispiace davvero tanto di essere sparita per così tanto tempo! Ma giuro di recuperare e non lasciare questa storia. Stasera vi regalo un po' di capitoli :) Buona lettura e Buonanotte <3

Room. [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora