Vado diretta nel mio ufficio e saluto velocemente Candice, sperando che non si accorga del mio cattivo umore. Dal suo sguardo capisco che comprende il mio male, ma decide di non impicciarsi: la ringrazio mentalmente per questo.
Arrivata a metà pomeriggio non ho finito neanche un fascicolo e da un periodo di tempo indefinito sto fissando il messaggio di Niall.
"Mi dispiace tanto se prima ho detto quella cosa stupida, non avrei dovuto. Volevo soltanto farti capire che ci sono e che, anche se ci conosciamo da poco, mi piaci come persona. Non voglio perderti... Scusa ancora."Vorrei dirgli che non ha nessuna colpa, che è un pensiero carino il suo e che anche lui mi piace ma sono bloccata, le mie mani tremano mentre tengono il telefono e le dita sembrano non intenzionate a digitare qualsiasi lettera presente sullo schermo.
Un tonfo esplode la bolla nella quale mi sono chiusa, mi ricompongo sulla sedia, mi asciugo velocemente una lacrima fugace che scorre sulla guancia e getto il cellulare nella borsa. <<Avanti>> mi schiarisco la gola e faccio finta di essere occupata con il pc.
<<Ehy, Sam.>> la vocina dolce di Sarah si fa spazio nella mia stanza e trasmette un po' di speranza al mio cuore malandato. <<Ehy, Sarah! Entra pure!>> cerco di copiare la sua intonazione felice, ma mi esce in modo strano quindi mi trovo costretta a schiarirmi la gola di nuovo. Bevo un bicchiere d'acqua mentre osservo Sarah sedersi di fronte a me. I lineamenti del suo viso sono molto teneri, ha una statura piccola - simile alla mia - ma è molto più formosa e sebbene a molte persone non piaccia questa tipologia di fisico, io la trovo affascinante. La gonna e la camicia aderiscono perfettamente al suo corpo sinuoso e le donano tanto.
<<Scusami se ti disturbo, poco fa sono passata per chiederti se volessi andare a pranzo insieme; ma non ha risposto nessuno quando ho bussato quindi ho pensato che magari fossi impegnata...>> dice in imbarazzo e con voce acuta <<...Comunque sia, sono passata al bar qua sotto e ti ho preso un panino, se vuoi...>> vedo che in mano ha una scatola bianca e me la sta porgendo.
Le sorrido e la ringrazio, è molto gentile e questa cosa mi ha tirato un po' su di morale. <<Sei molto gentile Sarah, grazie tante. Quanto ti devo?>> afferro il portafoglio e lo apro. <<Nulla, davvero.>> sventola una mano di fronte al mio viso e mi sfila il portafoglio dalle mani. <<Ehy!>> la sgrido ridacchiando.
I minuti passano e lei continua a rifiutare la mia richiesta di rimborso. <<Sei testarda eh! La prossima volta offro io.>> le punto un dito contro e ripongo il portafoglio nella borsa. Noto che il telefono si illumina ma lo ignoro. <<Sarà per la prossima...>> stringe gli occhi e si prende gioco di me. Scuoto la testa e ridacchio. <<Anche tu lo sei, comunque.>> sorride e si sistema la frangetta con le dita. Piego la testa di lato, visivamente confusa. <<Testarda! Samantha Baker!>> ridiamo ancora e mi stupisco della velocità con la quale mi ha tolto dall'angolo della delusione e portato al centro della pista dell'allegria.
<<Quindi sabato... ci sarai anche tu?>> mi domanda alla fine delle nostre risate e ci metto qualche istante per capire a cosa si riferisce: L'evento! <<Si! Vieni anche tu?>> le domando allegramente e poi mi chiedo come faccia a sapere che ci sarò. <<Si.>> mi risponde sorridendo. Forse essendo un altro degli invitati sapeva della mia presenza; comunque sia non mi sorprendo che sia stata invitata anche lei: è in gamba e si merita tanto successo.
***
Finalmente la giornata lavorativa passa e rientro in casa. Coccolo la mia gattina per un po' e poi le do da mangiare, appena ripongo il suo mangime all'interno del mobile, noto sul tavolo un pezzo di carta.
"Stanotte dormo da Lou e passerò fuori casa anche tutta la giornata di domani! Domani è il grande giorno! Fammi in bocca al lupo! Ci vediamo, Sammy xxx"
Leggo almeno tre volte la scritta sul foglietto finché una lacrima atterra su di esso: sto piangendo di nuovo. Non piangevo così tanto dai tempi di Mason e capisco che questa situazione non mi sta facendo bene. Fortunatamente Harry fra poco se ne andrà, ringrazio me stessa per averlo aiutato a trovare dei possibili appartamenti, ma spero che nel tempo che ci resta da passare insieme io non perda la mia sanità mentale. Un'altra botta così forte non la reggerei.
Tutto d'un tratto ritorna ogni possibile sentimento negativo a distruggere il mio ego. Mi maledico e poi maledico Harry, eppure mi sembrava così reale quella sensazione di potermi fidare di lui, di sicurezza. Il suo abbraccio era... vero. Lo sguardo che aveva mentre mi consolava, mentre mi dava consigli, sembrava così sincero e per la prima volta, dopo tanto tempo, mi sono sentita di potermi fidare. Ma, evidentemente, mi sono sbagliata, di nuovo.
Anche gli occhioni dolci di Mason mi hanno ingannata, ma avevo così poca esperienza ed ero così ingenua...
Non sei cambiata, chiaramente... il mio subconscio mi tormenta e così, presa dalla rabbia, afferro l'accendino che abbiamo in cucina e do fuoco al foglio. Le ceneri di esso ricadono sul bancone, osservandole mi risveglio dalla trans piromane che mi ha annebbiato i pensieri.
Sventolo con forza le braccia per cercare di mandare via la puzza di bruciato e poi vado ad aprire la finestra. Ma perché l'ho fatto? Ripulisco il ripiano dalle ceneri e poi ci passo il disinfettante. L'ho fatto perché sono delusa. Sono delusa di una persona con la quale stavo cominciando ad abbassare le mie barriere perché mi sembrava apposto e invece spiffera i miei segreti ai quattro venti.
Mentre ripeto mentalmente che lo odio, odio Harry Styles, pulisco tutta la cucina e passo anche lo straccio. Poi mi ritrovo a fare la stessa cosa anche in salone e nel corridoio.
Strofino il mio viso con una mano, nervosamente, appoggiata allo stipite della porta della camera di Harry. La porta è accostata e la apro ancor di più: mi viene la pelle d'oca a vedere il caos che domina la sua stanza e cerco di placare la mia ossessione dell'ordine e del pulito.
Respiro profondamente e mi volto per tornare in camera mia. Se faccio prendere aria e piego i suoi vestiti, neanche se ne accorgerà.
Mi mando a quel paese mentalmente e torno indietro. Apro la finestra e ricompongo il letto, raccolgo i panni da per terra, li piego e li dispongo ai piedi del letto. Anche la scrivania è un casino, ci sono fogli sparsi, i quali mi vieto di leggere, penne e pennarelli, un plettro marrone ed uno rosso. Tuttavia, due cose attirano particolarmente la mia attenzione: delle matrioska giapponesi e una macchina fotografica professionale. Forse ha più passioni Harry. Sarebbe bello scoprirle mentre mangiamo delle pop corn sul nostro divano di casa, con musica classica come sottofondo, la luce calda della lampada e la pioggia che ci culla.
Questo ragazzo ha accesso qualcosa dentro di me, in solo due settimane e non posso continuare a negarlo. Il suo comportamento mi ha deluso perché ero convinta che non stessi sbagliando ad aprirmi con lui. A volte esagero e forse sto esagerando anche adesso, ma non riesco a sbarazzarmi del dolore lancinante che sento nel petto.
<<Vaffanculo Harry!>> lancio un grido liberatorio e spero che mi possa sentire fino a casa di Louis. Prendo i suoi vestiti piegati perfettamente e li lancio in aria, scompongo il letto e chiudo la finestra, ricreando il caos di poco fa. Non se lo merita, non si merita che io ripulisca la sua stanza, che lo faccia da solo!
So che sto piangendo di nuovo, ma lo ignoro, e così le mie lacrime si mischiano con lo struccante e poi con l'acqua del rubinetto.
Pulisco morbosamente anche tutta la mia camera, il bagno ed il resto del corridoio; le pulizie hanno sempre aiutato a placare le mie sofferenze e forse é a forza di sfruttare ciò che mi è nata quest'ossessione.
Mi mangio dei spaghetti avanzati che ha lasciato nel microonde Harry, solo per fargli un dispetto e straccio anche il foglietto con su scritto il suo nome che si trova sopra il contenitore.
Mi infilo nel letto e prima di mettermi a dormire rispondo a Niall di non preoccuparsi, noto le chiamate perse di mio padre e mi riprometto di chiamarlo domani, ora ho solo bisogno di dormire.
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Room. [h.s]
Romance"Sappi che vero amore significa amare in ogni caso, l'amore è solo per i più coraggiosi"