27. Ma come un gatto?

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I miei tacchi prendono a suonare impazienti nei grandi uffici di mio padre mentre quest'ultimo prende a consolarmi.

"Arriverà Venus, voi due vi amate più di quanto vi piaccia ammettere."

"Credo di aver esagerato ieri sera."

"Oh non crederlo Venus, lo hai fatto. È davvero assurdo il motivo per cui abbiate litigato ma Harry ha messo la testa a posto e quasi ci tiene più di te a questa vostra convivenza. Verrà, ne sono certo."

"Signor Giove, l'amministratore delegato richiede un appuntamento." La segretaria lo richiama.

"Va pure, ti farò sapere quando arriva." Papà sorride e si allontana mentre io mi arrendo su un divanetto e prendo a fogliare la rivista di Vogue Italia con un sorriso un po' amaro mentre vedo la mia faccia in bianco e nero sulla copertina. Ogni tanto do un'occhiata all'orologio al mio polso e dopo un'ora mi rassegno all'idea che Harry non si farà vedere, probabilmente mai più. E ha tutte le ragioni del mondo. Non solo la sottoscritta si è comportata come una pazza, ha anche lasciato delle spunte blu a quel messaggio vocale in cui Harry si è messo a nudo e si è mostrato per quello che è ad una donna come non faceva da quando aveva quattrodici probabilmente. Raccolgo la mia borsa e mi alzo.

"Facciamo presto." Nella mia visuale compaiono gli occhi verdi che tanto amo e rispetto il mio istinto di buttargli le braccia al collo e abbracciarlo anche se lui non ricambia e mantiene la stessa espressione dura.

"Credevo non saresti arrivato."

"Te lo meritavi, sono qui solo per non mancare di rispetto a tuo padre visto che avevamo un appuntamento."

"Se non vuoi più lui capirà, come capirò anche io." Sfrego le mani nervosamente e lui mi guarda dall'alto al basso accigliato e con estremo disappunto.

"Sono davvero furioso Venus e mi odio per non riuscire a non amarti in questi casi e mandarti a fare in culo una volta per tutte. Non credere che sia tutto a posto solo perché io sono qua, devi davvero imparare ad affrontare le cose altrimenti non andremo da nessuna parte."

"Hai ragione, totalmente. È solo che è un periodo un po' stressante e-"

"Non perdere tempo a giustificarti e chiama tuo padre." Ed io arresa al fatto che non avremo il clima che avevo desiderato mentre facciamo un passo così importante, decido comunque di fare ciò che mi ha chiesto e avverto mio padre della sua presenza.

"Harry! Come va!" Mio padre è come sempre radioso e il sorriso del cantante si apre solo nei suoi confronti. Papà ha accolto molto bene Harry e stanno sviluppando un rapporto davvero molto stretto, complice anche il fatto che il mio fidanzato non ha più la figura paterna di cui ha bisogno.

"Non c'è male, ogni tanto tua figlia dà di matto, ma me la tengo così com'è."

"Ma tu devi avvertire me che la striglio a dovere." E come a dimostrare le sue parole mi dà un leggero cazzotto in testa.

"Papà ao ma che te sei 'mpazzito?"

"Seguitemi nel mio ufficio così troviamo casa vostra. Ovviamente due camere da letto separate, sai quanto ti voglio bene Harry ma dovrai prima sposarti mia figlia per entrare nel suo letto."

"Papà avremo un'unica camera da letto."

"Non è un problema trovarne-"

"Papà!" Lo richiamo, lui punta l'indice e il medio nei suoi occhi e poi in quelli di Harry come a farlo sentire sotto controllo ma il moro ridacchia capendo l'ironia della situazione.

"Qualcosa di indipendente?"

"No preferivamo un appartamento, non troppo in centro ma che permetta a Venus di spostarsi in comodità. Ultimo piano se possibile."

"E io vorrei un balcone o una terrazza spaziosi, vorrei prendere un gatto."

"Ma come un gatto? Venus, non ne avevamo parlato."

"Andiamo Harry, un bel gattino." Incrocio le mani e faccio la mia faccia da cucciolino bastonato.

"E gatto sia." Cede.

"Oh ma gliele lasci vinte tutte." Commenta divertito mio padre.

"è colpa tua Mauro, dovevi farla meno bella o intelligente." Gli lascio un bacio sulla guancia per il complimento e poi ritorno sulla mia poltroncina.

"Comunque abbiamo quattro case che rispecchiano le vostre esigenze, possiamo vederle tranquillamente dal computer senza buttarci nel traffico e prendere appuntamento solo con il proprietario di quella che vi piace di più."

"Sì dai faccele vedere così." Confermo a papà.

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"Harry sei un vecchietto."

"Di certo non sono giovane come te." Mi sorride mentre iniziamo ad aprire i pacchi e sistemare le cose.

Nonostante il patrimonio di entrambi sia oggettivamente molto florido, l'unico vantaggio che ci ha dato è quello di avere un appartamento nei pressi di Piazza di Spagna, mentre per il resto è una casa per una normalissima neo coppia convivente. Due bagni, una camera da letto, la cucina e il soggiorno, un ripostiglio ed una camera riservata a qualche attrezzo per la palestra.

E una cabina armadio ovviamente, non potevo mica rinunciarci.

Carla scorre fra le mie gambe miagolando e facendo le fusa. Carla è ovviamente la gatta che ci eravamo promessi di prendere, anzi che mi aveva promesso.

"Ti prego falla tacere e tienila lontana da me."

"Tu e Carla siete solo partiti con il piede sbagliato Harry, dovresti essere più affettuoso con lei."

"Quando ci ho provato mi ha staccato un braccio, quindi no grazie."

"Come sei esagerato Harry." Il suo cellulare squilla ed un sorriso gli si apre sul volto.

"Chi è?" Chiedo subito.

"Mamma, è una videochiamata, vieni qui." Mi circonda le spalle con il suo braccio e risponde ad Anne.

"Ragazzi! Come va? Siete a casa vostra?" Fa lei entusiasta e noto che Gemma è lì accanto.

"Ciao mamma, sorella."

"Ciao Anne! Ciao Gemma!" Le salutiamo.

"Sì siamo a casa, c'è un po' di disordine ma io e Venus facciamo quel che possiamo. Più che altro lei ha un esame tra due settimane e quindi stiamo andando lenti."

"Ah già, Venus, quanti esami ti mancano? Questo è il secondo anno ancora giusto?"

"No non si dice Anne, porta sfiga." Ridacchio.

"Se posso questa è proprio la tipica superstizione italiana." Mi prende in giro Gemma.

"Sarà ma preferisco non rischiare."

"Tu mamma, tutto bene lì a Redditch?"

"Sì Harry, sai com'è, sempre uguale. Tua sorella è venuta qui a passare qualche giorno, magari quando Venus fa l'esame poi fate un salto anche voi due, poi è maggio, è l'unico mese in cui si sta bene qui a Redditch."

"Non lo so mamma, te l'ho detto siamo piuttosto impegnati." Carla sale sul nostro divano nuovo ed io mi precipito per farla scendere nonostante il suo arpionarsi con forza.

"Mamma dobbiamo andare, sta gatta è salita dagli Inferi. Maledetta, un giorno di questi le do il cianuro."

"Harry!" Sento ridere le due.

"Dai ci sentiamo appena possibile."

"Ciao!" Grido anche io per farmi sentire visto che sto ancora combattendo con Carla e sono lontana. Il mio fidanzato chiude la chiamata e mi si avvicina.

"Sono serio, le butto il cianuro nel cibo." Harry disgustato va in camera ed io appunto mentalmente di non farlo più avvicinare alla ciotola della nostra gatta.

My Aphrodite [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora