35. Equazione di Dirac

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"Signorina Giove, sono orgoglioso di proclamarla Dottoressa in Lettere e Filosofia con il voto di 103 su 110. Congratulazioni e che questo sia solo il piccolo passo verso la sua grande ascesa."

"Grazie mille professore." Stringo la sua mano felicissima e poi mi volto verso i miei parenti ed amici con la corona d'alloro in testa e la bottiglia di spumante in mano mentre ci richiamo nell'atrio dell'Università.

A pochi giorni dal mio ventunesimo compleanno sono per fortuna riuscita a laurearmi perfettamente in regola e a farlo soprattutto solo a quasi cinque mesi di gravidanza riuscendo a risolvere con qualcosa di largo nonostante ormai, se mi si vede bene, non ci sono dubbi sul fatto che io sia incinta.

Quando ho chiesto al rettore se potessi laurearmi lo stesso giorno del mio compleanno, ovvero il quindici di marzo, è rimasto piacevolmente stupito dal fatto che fossi nata il giorno dell'assassino di Giulio Cesare ed ha supposto che in qualche modo io e lui siamo correlati, forse dal nostro successo.

Sì diglielo mo a questo che so 'ncinta de uno che praticamente 'nse ne frega 'ncazzo.

Comunque non ha accolto la richiesta, infatti oggi è il ventitré di marzo.

Papà mi stringe forte durante la nostra fotografia come se volesse trattenermi e fosse consapevole del fatto che presto sarò lontana da lui.

Mamma e David sorridono orgogliosi e mi portano gli auguri anche di Roger, Lucas e Martha che purtroppo non mi hanno potuta raggiungere.

Ada è sul punto di piangere più di me e Chad ride di lei mentre circonda entrambe con il suo braccio.

Leen e Bev hanno deciso di non fare alcuna foto seria e continuano a fare smorfie all'obbiettivo mentre papà si spazientisce.

Tutti e quattro i miei nonni mi stringono felici e postano su Facebook le mie foto peggiori vantandosi con chi commenta che la loro nipotina è dottoressa.

Perfino Anne e Gemma mi hanno inviato un video dove si congratulano con me.

Arthur è l'ultimo a fare la foto e mi stringe forte dandomi un bacio sulla guancia mentre mio padre scatta. Partiremo domani mattina insieme per San Francisco ed io sinceramente non vedo l'ora.

Bevuto tutto lo spumante, iniziamo ad uscire dall'ateneo per smistarci nelle macchine ed andare al ristorante dove pranzeremo per festeggiare. Accanto ai cancelli dell'Università, un ragazzo, quel ragazzo, sta palesemente aspettando me, con un pacchetto tra le mani.

"Venus."

"Sì, ti ho visto Harry."

"Mamma mi ha detto che oggi ti laureavi e io volevo solo farti gli auguri, vengo in pace lo giuro."

"Allora ti ringrazio, avresti potuto mandarmi un messaggio."

"Hai cambiato numero."

"Ho Instagram."

"Mi hai bloccato."

"Davvero?" Chiedo sinceramente sconcertata e lui annuisce ridacchiando.

"Ti ho fatto un regalo comunque."

"Harry, non dovevi, assolutamente." Gli rispondo a disagio ma lui mi porge il pacchetto comunque e mi invita ad aprirlo iniziando a tirare via il nastro.

È un bracciale rigido, una fascetta sottile su cui è incisa una formula ed io, da buona liceale, so esattamente che formula è: l'equazione di Dirac.

Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema.

Lo guardo a lungo mentre lui imbarazzato si tortura le mani.

"Ti-ti ho anche portato indietro l'anello di fidanzamento. È tuo Venus, lo ho voluto regalare a te quella sera."

"Sì ma rappresenta-"

"So quello che rappresenta e anche quella è una parte di noi, non vorrai rinnegarla." E così anche la piccola confezione di Tiffany mi torna indietro.

"Comunque ho ascoltato il tuo album."

"Cosa ne pensi?"

"Penso che sei davvero bravo e che non ti serviva il mio parere per saperlo, le canzoni sono tutte bellissime e delle hit."

"Io speravo tu non ti saresti offesa."

"Perché avrei dovuto? Sei stato così delicato, e forse neanche lo meritavo. Credo di doverti ringraziarti per avermi dedicato quelle parole."

"Non avrei potuto dedicarle a nessun'altra." Gli sorrido e gli levo un pelucchio dal cappotto come riflesso spontaneo. Lui deglutisce rumorosamente ed io mi scuso per quel gesto.

"Io-Venus, io sono ancora libero."

"Harry, sono passati quattro mesi."

"E non ho smesso di pensarti un singolo secondo. Venus, siamo ancora in tempo."

"Non lo siamo Harry, io sto con Arthur adesso." Per quanto questa non sia la verità, è una cosa che sappiamo solo io e il rosso, i giornali parlano del nostro ritorno di fiamma e i nostri due manager (per me è la mamma) si sono già accordati su come andranno le cose.

"Lo so, li leggo i giornali. Ma mi ami, io lo vedo che mi ami e allora manda tutto all'aria, farò lo stesso se vuoi. Ce ne staremo lontani dai flash nella mia casetta a Civita per il resto della nostra vita. Io rinuncerei a tutto per te e so che non molto tempo fa lo avresti fatto anche tu."

"Ma se sei andato fuori di testa per pochi mesi in casa! Non parlarmi come se non ti conoscessi, non farmi promesse che non manterrai."

"Hai ragione e mi hai dato una svegliata lasciandomi ma adesso lo so che mi basti solo tu Venus, solo tu. Però adesso finiamola con questo scherzo e torniamo insieme." La voce gli si incrina mentre finisce la frase.

"Harry io andrò in America, con Arthur, e partirò domani. Cercherò un lavoro e se mi andrà resterò in scena, se non mi andrà me ne tornerò da dove sono venuta. C'è solo una cosa che non voglio incontrare durante il percorso ed è una delusione. Mi dispiace dirtelo Harry, ma tu lo saresti."

"Venus-"

"Mi fa piacere tu sia venuto, sul serio, tu e la tua famiglia mi avete supportata molto durante il percorso universitario e dedico quest'obbiettivo anche a voi. Se vuoi puoi venire al ricevimento, a nessuno darà fastidio un posto in più, neanche ad Arthur se te lo stai chiedendo. Ma dopo questo pranzo ognuno tornerà alla propria vita Harry, com'è giusto che sia."

"Allora mi dispiace ma non ci sarò, non posso starti accanto sapendo di aver fallito e di averti persa. Sappi solo che sarai per sempre l'unica."

"Incontrerai la donna giusta ed è a lei che dovrai dire queste cose."

"Sei tu la mia donna giusta e ne sono certo, purtroppo è sbagliato tutto il resto, molto probabilmente sono io quello sbagliato per te. Ti auguro ogni bene Venus, buona vita." Mi stringe forte a sé e mi lascia baci sulla testa mentre io mi riempio per l'ultima volta le narici del suo odore ricambiando l'abbraccio.

"Buona fortuna per tutto Harry."

"Non dimenticherò quello che siamo stati, ti amo."

"Anche io." Lui mi guarda con un sorriso amaro.

"Non mi dimenticherai o mi ami?" Scuoto la testa e mi allontano chiudendo l'importante capitolo che è stato per me nella mia vita Harry Styles. Istintivamente mi porto una mano sul ventre dove risiede il frutto del nostro amore e una lacrima immatura sfugge dal mio occhio.

My Aphrodite [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora