44. Bene, basta

26 2 0
                                    

10 anni dopo

"Allora? Come sto?" Mi volto verso mio figlio continuando a lisciare l'abito che ho scelto per accompagnare Arthur in un evento della società, entusiasta della mia decisione.

"Bellissima, come sempre." Alzo gli occhi al cielo stufa di avere a che fare con questo moccioso.

"Non hai neanche alzato la testa dal telefono, Edward."

"Mamma, sei la mamma più bella del mondo." Ripara subito mia figlia sorridendo e scuotendo la sua coda di cavallo rossa come il fuoco.

"Grazie piccola Grace, anche tu sei molto bella." Vado verso di lei e me la stropiccio tutta mentre anche lei ricambia da bimba molto affettuosa quale è.

"Stasera esco." Mi riporta alla realtà quell'ammasso di ormoni ed erba. Perché so che si fa le canne quel depravato di mio figlio.

"Dove vai?"

"Non lo so, mi faccio un giro." Molto preciso, di sicuro non mi farà affatto preoccupare.

"Prendi la macchina?"

"Ovviamente, ultimamente i fottuti paparazzi mi stanno alle calcagna per questa storia di Rimen." Rimen, la sua ex ragazza durata un mesetto, è andata a piangere in tutti i talk show per il fatto che Edward sia sparito e l'abbia bloccata da un giorno all'altro. Dopo averci fatto sesso insomma.

"Avresti potuto evitare di fare lo stronzo con lei, Cristo Santo Edward, sappi che sono ancora arrabbiata con te."

"Ma cosa c'entri tu?"

"C'entra l'educazione che ti ho dato Edward, mi hai delusa un po'." Sembra quasi intenerirsi e i suoi occhi verdi sembrano quasi cedere per un attimo mentre mi raggiunge e mi abbraccia da dietro poggiando il mento sulla mia testa.

Edward ha preso tutto quello che poteva prendere da Harry, ha i suoi occhi verdi e lo stesso taglio, lo stesso naso, le stesse labbra e la stessa forma del viso, ingannano solo i suo ricci biondi, come i miei. È perfino altissimo come lui, ha il suo stesso fisico e per mia immensa sfortuna ha il suo stesso identico carattere.

"Risolverò questa situazione, magari sposto un po' l'attenzione facendo altre cazzate delle mie."

"Io non voglio che tu ti ritrovi a combattere con queste cosa già a 17 anni. Sei piccolo." Mi giro verso di lui e gli poggio una mano sulla guancia.

"Non sono piccolo, mamma."

"Sarai sempre il mio bambino invece." Gli lascio perfino un bacino sulla peluria che sta nascendo sul volto e lui sembra risvegliarsi dalla catalessi e si stacca subito da me.

"Bene, basta. Hai sentito che c'è Harry Styles in città?" Dice mentre ci spostiamo verso la sua camera dove entra nella cabina armadio scegliendo cosa indossare. Il tempo infinito per prepararsi lo ha preso orgogliosamente dalla mamma, ha perfino una collezione infinita di scarpe come me, solo che le sue sono sneakers.

"No, non lo sapevo, devi passare da lui?" Harry ed Edward fanno parte della stessa agenzia come musicisti e spesso si sono ritrovati a collaborare in qualche evento, hanno persino rispettivamente i loro numeri personali.

"Voglio vederlo il meno possibile quello stronzo."

"Ti stava tanto simpatico quando eri piccolo e l'hai conosciuto al matrimonio di zia Ada."

"Non sapevo ancora cosa fosse successo tra voi due."

"Non è successo niente di che Ed, siamo stati solo insieme, non ci odiamo mica e lo sai."

"Mi basta sapere che si è scopato mia madre per odiarlo."

"EDWARD SULLIVAN NON USARE QUESTE PAROLE QUANDO PARLI DI TUA MADRE!"

"È la verità, non credo vi guardaste negli occhi, soprattutto per la fama che aveva all'epoca."

"È meglio chiudere questo discorso. Raggiungo tuo padre alla sede, mi raccomando, assicurati che arrivi zia Leen prima di andare, non lasciare sola Grace con la cameriera."

"Sì." Dopo essere stata rassicurata dalla persona meno affidabile che io conosca, chiamo io stessa Leen per essere certa stia arrivando e dopo pochi minuti infatti la vedo entrare qui nel vialetto.

Leen ormai abita a San Francisco da anni e lavora come manager nella mia linea di abbigliamento. Non ha figli e neanche un compagno e dunque le piace dedicarsi alla mia famiglia, figli soprattutto.

Edward in particolare ha un bel rapporto con lei, così come con suo padre, Arthur, è solo con me che fa spesso lo stronzo, ripeto, credo sia genetica.

Con Grace invece vanno d'accordo tutti. Lei è arrivata in un freddissimo venerdì di gennaio, a due anni di distanza dal mio matrimonio con Arthur, è stata estremamente voluta e mio marito era entusiasta di avere una femmina, soprattutto quando l'ha vista e ha notato che fosse un piccola Arthurina.

Parcheggio la mia BMW nel parcheggio della sede della società notando che all'esterno il mio uomo mi sta aspettando.

"Sei bellissima Venus, come sempre."

"Non ci crederai ma tuo figlio ha usato le tue stesse identiche parole."

"Ci credo invece." Ridacchia e mi accompagna all'interno.

Quella dei signori Sullivan, perché sì ho cambiato il mio cognome nel suo, è una delle storie d'amore più adorate dai tabloid in primis per la durata che è notevole nel nostro mondo, e poi perché siamo molto esposti a livello sociale facendo molta beneficienza e avendo a che fare il più possibile con la gente comune.

Il fatto che io vada a lavorare ogni mattina in azienda mi avvicina a molti dei miei dipendenti, togliendo un po' di sacralità alla mia persona.

Arthur gioca ancora ed è amatissimo come giocatore, è davvero un talento e per questo è amato da tutti i tifosi, oltre ad essere un inguaribile romantico che non perde occasione per dimostrarlo.

Il nostro quadretto famigliare è completato da Grace che sembra proprio una principessa come bambina, tutti mi chiedono sempre di lei e si complimentano di quanto sia bella ed educata.

Eddy, beh Eddy è un discorso a parte, ha un carattere molto schivo e burbero, è un adolescente che al momento si sta godendo i suoi anni di cazzate com'è giusto che sia, ma in fondo è un bravo ragazzo e tutti se ne renderanno conto, ne sono certa.

La sua carriera musicale sta andando bene, ha qualche disco di platino appeso in camera e sono felice che riesca a mandare avanti anche la scuola soddisfando le sue aspettative e anche le nostre.

Certo, a volte vorrei si circondasse di compagnie migliori ma deve scottarsi un po' la pelle per credere in questa cosa e farla davvero.

E deve smettere di fumare le canne, cazzo. Domani mattina gli apro la testa.

My Aphrodite [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora