23. Sono una codarda, lo ammetto

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Picchietto le dita sul volante mentre "Hey There Delilah" suona dalla mia playlist. I finestrini sono totalmente abbassati e ho il gomito poggiato fuori mentre siamo bloccati nel traffico, Harry mi guarda di nascosto ma sappiamo entrambi che sono consapevole lo stia facendo.

"Questa canzone è davvero bella, hai buon gusto Giove." Commenta ed io annuisco distratta.

"Louis ha fatto le sue audizioni a X-Factor con questa." Ridacchia riportando qualche memoria alla mente.

"Lo so, Harry. Credo che ogni persona nata dopo il duemila lo sappia." Rido anche io questa volta.

"So anche che tu cantasti 'Isn't She Lovely'." Ammetto.

"Uh uh abbiamo una piccola fan qui." Dice per poi tirarmi un buffetto sulla guancia mentre scherzosamente me lo scrollo di dosso.

"Ma smettila Styles, ho smesso di ascoltarvi quando avevo dodici anni." Mi faccio grande ma qualcuno lì su ce l'ha con me e, mentre pronuncio queste parole, parte proprio la sua "Watermelon Sugar".

"Hai smesso di ascoltarmi, eh?" Trattiene a stento un sorriso sghembo mentre io scuoto la testa rassegnata.

"Qualche mia amica l'avrà messa in playlist."

"Andiamo Venus, perché non ammetti che ti importa di me?"

"Perché non dico bugie."

"Cristo Venus Giove, tu sei la donna più complicata con cui io abbia mai avuto a che fare, davvero, sei incomprensibile." Esclama a braccia aperte frustato, io lo ignoro e cerco di uscire dall'immensa coda che si è creata davanti all'Altare Della Patria.

"Senti Harry, di qui a quest'ora non ne usciamo più, soprattutto se dobbiamo andare verso il raccordo-" Inizio ma vengo interrotta.

"AO MA TE MOVI? È VERDE DEFICIENTE! PIÙ VERDE DE COSÌ 'NCE DIVENTA!" Un automobilista grida dietro di me ed io, intollerante come sempre, non posso frenarmi dal rispondergli.

"MA CHE CAZZO VOI? DEVO GIRÀ NUN È VERDE PE ME, PULISCITE GLI OCCHIALI A PROSSIMA VORTA!" Il tipo fa una manovra poco legale e mi manda a fanculo con i gesti mentre io sollevo orgogliosa il mio dito medio sotto le risate di Harry.

"Non ci ho capito niente ma è davvero divertente vederti come una romanaccia arrabbiata." Continua a ridere.

"Non capisci l'italiano? Hai casa qui!"

"Certo che lo capisco ma capisco quello corretto, quello che si insegna, se parli in dialetto non afferro niente." Mi spiega ed io annuisco.

"Comunque stavi dicendo..." Riprende.

"Ah sì, come hai visto ho girato, cambio di programma, facciamo tappa a casa mia e ripartiamo ad un orario più tranquillo altrimenti non ce la faremo mai, in più io odio stare nel traffico."

"Piuttosto strambo per una che vive a Roma. Comunque mi presenterai tuo padre, devo passarmi un po' di gel tra i capelli." Scherza.

"No io vivo da sola in un appartamento adesso."

"Oh. Non me l'aspettavo. Non mi sei mai sembrata una solitaria."

"Ti sembra bene ma volevo anche provare un po' di indipendenza."

"Venus, hai così tanti anni davanti per farlo, hai troppa voglia di crescere tu."

"Puoi anche rinfrescarti o farti una dormita se vuoi." Ignoro il suo commento.

"Fuggi ogni volta che si prova ad avere un discorso serio con te?" Mi chiede evidentemente infastidito.

"Sì la maggior parte delle volte, sono una codarda lo ammetto." Dico svoltando nella via del mio condominio.

"Allora ti sarà davvero difficile sembrare di essere grande."

"Sai Harry, credo tu sia l'ultima persona che possa farmi morali o discorsi seri, li ho solo con chi mi conosce e può darmi buoni consigli."

"No, tu non fai una cernita di chi ti fa il discorso, ma di cosa ti dice. Tu Venus hai il brutto vizio di voler sentire solo cosa ti conviene." Fermo la macchina e slaccio la cintura tralasciando le sue parole di nuovo.

"Siamo arrivati Harry." Gli dico con un sorriso finto e lui sbuffa.

"Ultimo piano ma con ascensore." Specifico mentre chiamo quest'ultimo. Il viaggio in ascensore è imbarazzante come con chiunque, a meno che tu non sia in procinto di scopare con l'accompagnatore. Apro la porta di una delle tante case Giove ed Harry si guarda intorno entrando.

"Carina, mi aspettavo qualcosa di più spavaldo da parte della figlia di uno dei più importanti imprenditori edili d'Europa, però è davvero intima e figa."

"E invece." Commento lanciando le chiavi nello svuota tasche.

"Ho anche un rasoio se vuoi ritoccarti quei baffi." Dico cercando di nascondere le mie risate mentre lui se li accarezza sorridendo.

"Hey! Cos'hai contro i miei baffi?"

"Nulla, giuro nulla. È solo che ti fanno così uomo." Lo guardo con occhi indagatori e lui alza un sopracciglio.

"Cos'è questa musica?" Mi chiede con le mani sui fianchi.

"Tengo sempre la radio accesa, anche quando non sono in casa. Non hai idea di quanto pago di corrente solo per quello. Però mi piace avere sempre quella compagnia." Spiego mentre ondeggio la testa al motivetto di "Rude" dei MAGIC!.

Harry non mi risponde e noto che sta guardando la racchetta che mi ha regalato per Natale, esposta nel mio salotto dove è l'attrazione principale. Tranne quando mi stendo nuda sul divano, ma quella è una visione di cui nessuno ha ancora potuto godere.

"La hai tenuta." Si riferisce appunto all'attrezzo.

"Perché non avrei dovuto? È stato un ottimo regalo da quello che era un ottimo amico."

"Amico?" Si beffa di me.

"Amico." Confermo.

"Venus, non so come dirtelo in maniera gentile ma, vedi, io non mi scopo tutte le mie amiche. Effettivamente tu sei l'unica 'amica' che mi sono scopato." La mia faccia assume ogni gradazione di rosso acceso esistente sulla terra ma cerco di nasconderlo sotto la mia solita spavalderia.

"Ognuno ha le abitudini che costruisce."

"Non mi sembri la tipa che fa sesso con i suoi amici."

"Questa volta Mr. Styles ti sembra male, hai davanti a te una grande e fiera amante del sesso." Ribatto maliziosa.

"Le donne di solito lo tengono per sé."

"Le donne sono libere di fare quello che vogliono. Se fare sesso a destra e manca mi rende troia, beh conosco un sacco di ragazzi che sono vere e proprie troie."

"I ragazzi non possono essere troie." Ride stranito Harry.

"Certo che possono, comunque vuoi qualcosa da mangiare?"

"Sono apposto, ho stuzzicato qualcosa sull'aereo."

"Okay, ti faccio una carbonara."

"Non si può dire di no a Venus Giove, vero?"

"Una romana ti sta offrendo una carbonara, nessun sano di mente direbbe di no. Va a lavarti nel frattempo se vuoi. Puzzi di chiuso Styles, sai che sono sincera." Gli sorrido e lui si avvicina e mi scombina la frangetta per l'ennesima volta.

"Mi eri davvero tanto mancata Venus." Mi sussurra mentre incatena quel verde smeraldo ai miei pozzi azzurri.

"Il bagno è l'ultima porta a destra. Come sempre." Riesco a dire indicandoglielo. Lui sorride sbilenco e si allontana mentre mi rendo conto che stavo trattenendo l'aria.

My Aphrodite [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora