"Venus, cara, ricorda di chiamare tua madre appena arrivi a Redditch."
"Sì papà, la avviserò senz' altro."
"Sul serio Venus, è sempre tua madre."
"Potrebbe venirmi a trovare, siamo a quanti chilometri di distanza?"
"Venus, non è importante."
"Papà sono 23 chilometri di distanza, ci mette dieci minuti a raggiungere il dormitorio del college."
"I passeggeri del volo Roma – Londra sono pregati di completare il check in ed imbarcarsi." Mio padre si volta verso di me stringendomi in un forte abbraccio.
"Fa la brava Venus, chiamami ogni sera ed ogni mattina." Ridacchio.
"Papà non posso disturbarti sempre."
"Venus, tu non disturbi mai, chiamami una volta in più al massimo ma non una in meno." Accarezza entrambe le mie guance con le mani a coppa sul mio viso e mi guarda fisso negli occhi per poi posare un delicato bacio sulla mia fronte e stringermi nuovamente. Sistema la mia frangetta e sghignazza.
"Senza Alfredo dovrai tagliarteli da sola i capelli."
"Potrei trovare un nuovo parrucchiere."
"Alfredo si offenderebbe."
"Sì lo farebbe ma papà, io ho un progetto di vita lì, non tornerò a casa. Lo sappiamo entrambi." I suoi occhi diventano lucidi e sento il mio cuore stringersi per il senso di colpa.
"I passeggeri-"
"AO! AVEMO CAPITO! TENEMO N'ATMOSFERA C'HAI MANNATO A MIGNOTTE!" Grida mio padre contro l'altoparlante facendomi ridere. Prendo la mia valigia e lo saluto nuovamente per poi imbarcarmi finalmente in aereo.
Il signor Mauro Giove, mio padre, nonostante le sue aziende e le sue camicie sempre perfettamente stirate è un vero romanaccio di strada oltre ad essere un padre adorabile e presente. Mia madre, modella scalatrice sociale, Katie Leroy, lo ha lasciato ormai sette anni fa per un altro uomo tornando nella sua Birmingham facendo sparire le sue tracce anche per la loro unica figlia, chiamata solo per compleanni e Natali. Sbuffo al pensiero di mia madre a cui purtroppo somiglio molto fisicamente e con questo pensiero accarezzo i miei capelli castani tinti, un caschetto fino alle spalle che cornicia il mio volto con l'ausilio di una delicata frangetta che porto da quando avevo sei anni.
Quando le hostess ci invitano ad allacciare le cinture capisco di essere arrivata e una volta scesa, il caos londinese mi investe fino a quando la sorpresa mista alla noia mi assalgono.
"Venus, tesoro, cosa ci fai qui?" Mia madre mi corre incontro sorridendo e io non fingo neanche di ricambiarla.
"Ci vivrò da oggi, mamma."
"Oh non lo sapevo, tuo padre però mi ha chiesto di venirti a prendere. È ancora molto apprensivo?"
"Potresti appurarlo se solo ti interessasse qualcosa." Lei ignora totalmente la mia malcelata accusa e si avvia verso la sua macchina che stranamente non è un'elegante sportiva ma una semplice macchina da città. Ripongo le quattro valigie nel bagagliaio e prendo posto accanto a mia madre dopo aver allacciato la cintura.
"Come va con David?" Le chiedo riferendomi al suo compagno.
"Bene, ancora tutto bene, i suoi figli sono a casa adesso, potresti conoscerli."
"Non mi interessa conoscere i figli di David, mamma."
"Venus, so che ti sei sentita da parte ma-"
"Non devi giustificarti mamma, non ho sentito la tua assenza, solo tu non ti sei resa conto di che uomo straordinario sia papà."
"Lo so invece Venus, sono grata a tuo padre, ma non andavamo più d'accordo. Fidati è stato meglio così. Tu sei la mia unica figlia Venus e io ti voglio bene, in più adesso che sei qui voglio che tu sappia che puoi sempre contare su di me o David."
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My Aphrodite [h.s]
Fiksi PenggemarCosa dovresti fare quando chiunque incontri, perfino una pop star di fama internazionale, è un fan di tua madre e ha in mente di te solo una foto dei paparazzi di quando avevi sei anni? Questo è il dilemma con cui vive Venus Giove, figlia di Katie L...