"Ti posso trasferire qualcosa in più sul conto se vuoi."
"No papà, non ho bisogno di soldi. È una sfida con me stessa, non ho mai lavorato."
"E la mamma cosa ne pensa?"
"La mamma non lo sa e poi non vedo perché le dovrebbe interessare quello che faccio, non lo fa da anni."
"Sì ma mi hai detto che si è posta in modo diverso nei tuoi confronti." Mi tenta.
"E va bene glielo dico. Ma il suo giudizio non cambierà la mia scelta."
"Ne sono certo, è solo per avere una sicurezza in più. Se succedesse qualcosa Katie saprebbe dove sei."
"Me la so cavare benissimo da sola papà. Adesso comunque devo andare a lezione, fammi staccare." Ada alza gli occhi al cielo con un sorriso sulle labbra prendendomi in giro ormai al corrente delle telefonate di mio padre di ogni mattina e di ogni sera che mi tengono impegnata almeno mezz'ora. Mi fa segno con le mani di staccare mentre lima le sue unghie e ride di me che invece devo ancora finire di sentire tutte le raccomandazioni di mio padre.
"Papà, davvero farò tardi a lezione, devo andare."
"Okay Venus ma ricordati di chiamarmi questa sera."
"Papà che palle, nun t'a trovi mai 'na tipa tu? Credevo che fossi io a casa il problema ma a quanto pare te piace proprio de fà 'a muffa."
"Le mie attività sessuali non ti riguardano. A proposito, i ragazzi? Come va?"
"Ciao papà ciao." E riattacco sbuffando ormai sfinita dalle sue continue prediche.
"Non ti senti in colpa a mentire a tuo padre?" Mi prende in giro Adalina riferendosi al fatto che io oggi non ho lezioni al college.
"Sta zitta Ada altrimenti ti lascio pure a piedi, capito?"
"Capito. Comunque dovresti farmi qualche lezione di italiano un giorno di questi."
"Non ne ho alcuna intenzione invece, ti ricordo che da domani lavoro."
"Sei proprio sicura che ti assuma."
"Al 100%" Sorrido soddisfatta.
Questa mattina ho approfittato dell'assenza di lezioni per fissare il mio colloquio con Anne Twist, in particolare alle 10:30 e Adalina ne ha approfittato per farsi dare un passaggio al campus sostenendo fosse sulla stessa strada della casa di Anne Twist. Ovviamente non è così e lo so benissimo ma oggi mi sentivo coì gentile da acconsentire. Questo pomeriggio poi arriva Chad ed io non voglio rovinarle l'umore in alcun modo.
"Beh allora buona fortuna Giove, ti servirà. Mi passi a prendere?"
"Ciao Mendez, non approfittarti della mia generosità." Lei ride e chiude la portiera incamminandosi verso l'ateneo mentre io inverto la rotta e imposto il GPS. La strada dopo dieci minuti di viaggio inizia ad essere meno asfaltata e io prego ogni santo che il navigatore non sia impazzito e che ho preso il giusto indirizzo. In mezzo alle campagne e al nulla ad un certo punto appare un cottage moderno e curato, grande e circondato da un immenso giardino. Scendo dalla macchina e mi avvicino al citofono per poi suonare.
"Chi è?"
"Sono Venus Giove, la ragazza per il colloquio di lavoro." Il cancelletto si apre e seguo un sentiero di pietre costeggiato da bellissime aiuole verdi. Mi perdo in quel panorama fino a quando un uomo piuttosto sinistro a dirla tutta mi si avvicina.
"Miss Giove, la prego di seguirmi, Mrs. Twist la aspetta." Annuisco con la gola secca alla vista del manico di scopa lungo e secco che cammina distinto precedendomi. Ci fermiamo davanti alla porta principale della casa che lui apre con un mazzo di chiavi estratto dal pantalone del suo smoking.
"Non le fa caldo con lo smoking a settembre?"
"Più sta zitta meglio è Miss Giove." Mi risponde solo ed io ammutolisco.
"Cedar, non spaventarla di già. Quello è il mio compito." Una signora di mezz'età ci viene incontro sorridente e io le sorrido di rimando.
"Sono qui per il lavoro, dovrei parlare con Anne Twist."
"In persona baby."
"È lei?" Chiedo visibilmente sorpresa. È molto giovane e cammina per casa sui tacchi quindi non vedo perché avrebbe bisogno di una badante.
"Non mi riconosci?"
"Le mie amiche al college mi hanno parlato di lei e di suo figlio ma io non sono molto informata in realtà, però posso fare ricerche se ha interessi particolari o-"
"Oh no non preoccuparti è molto più comodo non avere in casa fan sfegatate di mio figlio. Vieni accomodati, dai parlami un po' di te." Mi sorride affabile mentre Cedar (a quanto pare) si allontana.
"Mi chiamo Venus Giove, ho diciotto anni e vengo da Roma, studio al college di Redditch e sono una gran chiacchierona oltre che una secchiona di prima categoria." Lei ridacchia della mia presentazione.
"Peccato Venus, sei davvero carina."
"Oh ma non sono mica una santa." Le faccio l'occhiolino e lei continua a sorridere.
"Sei davvero simpatica Venus. I tuoi genitori invece cosa fanno?"
"Mio padre si chiama Mauro ed è un imprenditore di successo a Roma, lui e mia madre sono divorziati da sette anni ormai e lei è andata via di casa otto anni fa, io infatti sono rimasta a vivere a Roma. Mia mamma invece è Katie Leroy e vive a Birmingham con il suo compagno David Jenkins, il rettore del college in cui studio."
"E non hai fratelli o sorelle?"
"No signora, sono figlia unica."
"Ma non chiamarmi signora, chiamami Anne, dammi del tu. Sai che mio figlio era un grande fan di tua madre? Aveva un suo poster appeso in camera! E sognava anche di incontrarla! Quando venne a vivere a Birmingham Harry mi costrinse ad accompagnarlo all'aeroporto di Londra per provare ad incontrarla. Da pazzi!" Rido per l'aneddoto.
"Anne ma io non capisco il mio impiego qui, tu sei perfettamente in grado di badare a te stessa."
"Sai Venus, io sono molto legata ai miei due figli e ho sempre sentito molto la loro mancanza, in più è venuto a mancare mio marito e adesso questa casa sembra troppo grande per me e il burbero maggiordomo. Ho bisogno di qualcuno allegro, che mi tenga compagnia e con te ho passato davvero una bella mattinata, vorrei assumerti Venus. Capisco i tuoi impegni universitari e a me basterebbe che tu passassi il pomeriggio qui, puoi anche studiare, mi farebbe solo piacere avere la tua presenza e scambiare due chiacchiere ogni tanto."
"Certo, sei davvero una donna molto simpatica. Comunque non sapevo Harry fosse orfano."
"Non lo è, ho divorziato da suo padre quando lui e sua sorella erano ancora molto piccoli."
"Oh mi spiace, e hai solo Harry e sua sorella?"
"Sì, ho solo loro due, Harry e Gemma. Mi fa strano doverti informare, di solito le ragazze che vengono qui sanno anche il mio gruppo sanguigno." Ridacchia imbarazzata.
"Ripeto Anne, se vuoi posso informarmi."
"No, è perfetto. Sarebbe ottimo passare un po' di tempo come una persona normale ogni tanto, è rilassante. Ho vissuto sempre con un basso profilo e quando la fama di Harry ci ha investiti ci ha portato anche un po' di svantaggi tra cui false amicizie, zero vita privata e ragazzine psicopatiche, ecco perché ho ricavato questo stipendio dal mio patrimonio. Harry non è d'accordo, crede io non abbia bisogno di pagare estranei per farmi compagnia ma questo lo dice perché lui non ha provato a dire più di due parole a Cedar!" Ridiamo insieme e passiamo insieme anche un ottimo pomeriggio, lei felice di aver trovato finalmente qualcuno che si interessi di lei e non di suo figlio e che quindi sia davvero di compagnia, ed io di aver vinto una sfida, di poter mettere un gruzzoletto da parte e di avere una nuova amica.
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My Aphrodite [h.s]
FanfictionCosa dovresti fare quando chiunque incontri, perfino una pop star di fama internazionale, è un fan di tua madre e ha in mente di te solo una foto dei paparazzi di quando avevi sei anni? Questo è il dilemma con cui vive Venus Giove, figlia di Katie L...