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JACK'S POV

È incredibile come quattro semplici parole possano distruggerti la vita.

《Io odio il freddo》aveva detto, ed era come se improvvisamente fossero venuti a mancarmi dentro tutti i poteri. Tutti quelli che agli altri Guardiani svanivano solo quando tanti bambini smettevano di credere, a me erano scomparsi per colpa di una sola ragazza.
Non riuscivo a stare in piedi; se mi alzavo, mi reggevo al bastone.
Non riuscivo a parlare, mi sembrava di doverle vomitare fuori, le parole, ed i miei occhi erano stanchi. Mi bruciavano, forse perché ormai secchi e vuoti. Avevo finito le lacrime, o forse ne avevo ancora e quella che mi mancava era la forza per versarle.

***

Le sono rimasto accanto tutta la giornata, finché poi non l'hanno dimessa.
A volte mentre camminava provavo a prenderla per mano, altre volte invece non ci provavo nemmeno perché vedere che lei non ricambiava la stretta come se nessuno avesse ci provato, mi faceva solo soffrire di più.
Io però le avevo fatto una promessa, anzi, un giuramento. Le avevo giurato che le sarei stato accanto per sempre, che non l'avrei mai lasciata.
Ed è quello che avrei fatto.

Quando fu dimessa, non procedettero in direzione della casa in montagna ma fecero marcia indietro, diretti verso la loro vera abitazione.
Avevo sentito i suoi genitori parlare in privato del motivo; dicevano che l'operazione o qualsiasi altra cosa che Sam aveva subito -e di cui io non volevo assolutamente essere al corrente- era venuta a costare troppo, e che almeno per quell'anno avrebbero festeggiato a casa loro.

《Mh sì, questo me lo ricordo》diceva lei di tanto in tanto, mentre i suoi genitori le raccontavano dell'accaduto come se non l'avesse mai vissuto in prima persona. Teneva lo sguardo perso in un punto fisso mentre provava ad immaginare, come una bambina, le scene dei fatti che le venivano esposti... anche se più che una semplice storia sembrava un racconto dell'orrore.
Insieme ai suoi ricordi che cominciarono a tornare, mutava anche la sua espressione che andava a riempirsi sempre più di malinconia.
Ancora niente però. Il ricordo che io le avevo lasciato, tutto quello che avevamo vissuto, i Guardiani... tutto questo era saldamente ancorato nel profondo della sua memoria.

SAM'S POV

Ah già, l'incidente, adesso ricordo.

Eravamo diretti ad una casa in montagna circondata solamente da alberi, neve e sì, alberi ricoperti di neve.
I miei mi hanno raccontato di avermici portato anche l'anno precedente e che mi sono divertita da morire, mi hanno detto che amavo il freddo, la neve, il ghiaccio... io questo non me lo ricordavo proprio, ma non ci davo peso. Infondo non era una cosa tanto importante.
Quello che volevo ricordare era a chi appartenevano quegli occhi così belli, quelli che avevano riempito i miei ultimi istanti prima di addormentarmi e svegliarmi in ospedale. Non erano dei semplici occhi azzurri, dentro sembrava quasi che ci avessero scolpito dei fiocchi di neve, ed in quel momento erano tristi. Avevo provato anche a chiedere ai miei genitori, ma mi avevano risposto dicendomi che probabilmente mi ero impressionata o che avevo avuto un'allucinazione, perché nessuno che avesse degli occhi del genere si era avvicinato a me.
Ma io sapevo, ero convinta che la mia non era stata un'allucinazione. E che non ero ancora del tutto pazza.

Dio come mi scoppiava la testa.

Avevo come l'impressione di essermi appena svegliata da un sogno, uno di quelli che da un lato sono sembrati incubi e che sei felice di aver dimenticato, ma dall'altro lato hai voglia di riaddormentarti sperando di riprendere da dove avevi lasciato; sì perché è successo qualcosa o c'è stato qualcuno di cui ricordi solamente poco e che, per quanto ti possa sforzare, non riuscirai mai a ricordare. Era come se avessi perso per sempre quelle poche tessere che mi mancavano per concludere il puzzle dei miei ricordi.
Sentivo come se ci fosse qualcosa, o molto probabilmente qualcuno che mancava, che mancava dentro di me, qualcuno che prima dell'incidente era parte fondamentale della mia giovane vita.
Mi interrogavo su questo ogni giorno che passava, e giravo per casa sperando di trovare quel qualcosa.
Ciò che cercavo io però non era un qualcosa di materiale, e quello lo sapevo con certezza.

JACK'S POV

Passava il tempo ed io la vedevo sempre più irrequieta, quasi esasperata. Era alla ricerca disperata di qualcosa, o nel mio caso di qualcuno, e nonostante quello non potevo fare nulla.
North mi aveva severamente vietato di avvicinarmi a lei visto che quello che provavo, per gli umani, era ancora più confuso e pericoloso di quanto non lo fosse all'inizio. Avevo dentro una bufera che, se non mi fossi controllato, avrei rischiato di scatenare sulla Terra e sulle sue persone, che in effetti una colpa non avevano e non dovevano pagare per tutto questo.
Ero sempre un Guardiano e il mio compito era quello di proteggere, non distruggere.

***

Erano passati degli anni. Sì, degli anni.
Il mio fiocco di neve aveva ormai raggiunto i diciassette anni ed era bellissima, o meglio, lo era ancora di più del giorno in cui l'avevo conosciuta e anche persa. Era arrivata al 4° anno di liceo artistico a pieni voti risultando una delle prime della classe, sembrava felice, apparentemente: genitori che le volevano bene, una marea di amici, professori che la stimavano... eppure quando tornava a casa era sempre alla ricerca di quel qualcosa. A volte si chiudeva in camera e si immergeva nel silenzio più completo, silenzio che sperava l'aiutasse a ricordare. Cosa? Lei non lo sapeva.

Un giorno però, arrivò quello che poteva sembrare un bagliore di speranza. Per i suoi ricordi, per lei, per me. Diciamo per noi.

《Mamma i professori ci hanno dato le autorizzazioni per il viaggio d'istruzione di quest'anno.》

《Uh, e dove andrete?》

《Dalle parti degli Apennini, dicono sia un posto ricco di storia dove potremmo studiare e approfondire la formazione delle montagne e che effetto hanno gli agenti atmosferici come la neve su di queste e bla bla bla... se ho capito bene l'albergo nel quale alloggeremo è accanto ad una stazione sciistica.》disse lei annoiata, come se la cosa non la entusiasmasse minimamente《Boh, sinceramente la cosa non mi entusiasma minimamente.》
Ecco appunto.

Lo sguardo della mamma però, proprio come il mio, sembrò illuminarsi.
Non credevo proprio che un qualcosa come quello potesse definirsi come semplice "caso", anche perché tante volte avevo sentito dire che il caso non esiste, anzi, era stata proprio lei a dirmelo. Beh quello era un ottimo esempio, credevo nel destino, credevo che le cose accadessero per una ragione.
Forse, un posto ricco di ricordi come quello, l'avrebbe aiutata a ricordare... e vorrei tanto levare il forse.

《M-ma come, perché non ti entusiasma? Dev'essere davvero bellissimo un posto così, soprattutto per te visto che l'orogenesi ti affascina tanto, no? In più è un'occasione per stare tanto tempo con i tuoi amici!》

Sembrò rifletterci per qualche secondo, anche se sapevo che aveva tenuto in considerazione solo la parte dell'orogenesi.

《Va bene, mi hai convinta.》

《Perfetto! Quando dovreste partire?》

《Fra due settimane.》

E sì, da quel momento in poi aspettavo solo che quelle due settimane passassero in fretta.
I Guardiani intanto continuavano a ripetermi di non perdere la speranza anche quando mi sembrava inutile, ora però capisco di aver fatto bene a tenermela stretta.

[Spazio autrice]

Okay tanto lo so che mi odiate, è inutile negarlo, io però vi chiedo comunque di continuare a leggere, anche perché siamo ormai arrivati quasi alla fine.
Vi ringrazio in anticipo sperando che il capitolo vi sia piaciuto.

-Aury

Freddo come Frost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora