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SAM'S POV

Il portale ci aveva lasciati proprio alla stazione sciistica, erano le 10:00 e i miei si sarebbero fatti vivi presto. Ero accanto a Jack in mezzo ad una folla di ragazzi, quelli che avrebbero dovuto essere i miei compagni... magari i miei nuovi amici.

《Sam...!》

《Papà!》

Non era una cosa che facevo spesso, ero di carattere molto freddo, ma appena lo vidi gli andai in contro e lo abbracciai. Come Dentolina mi aveva fatto ricordare c'era stato un tempo in cui io e mio padre sembravamo una cosa sola, e volevo che questo tempo durasse ancora per tanto.

《Come stai? Ti sei divertita?》

Prima di rispondere rivolsi il mio sguardo sorridente a Jack.

《Da morire.》

《Mi fa piacere... questi ragazzi sono tutti tuoi nuovi amici?》

《Eehm sì, ma ora andiamocene... mamma dov'è?》

《Ci aspetta a casa.》

Ci incamminammo in silenzio, e arrivata davanti casa notai un particolare che alla mia partenza non c'era.

《Sono bellissime sai?》indicavo le stalattiti che pendevano dal tetto. Non ne avevo mai viste di così grandi, riuscivo addirittura a vederci il riflesso mio e di Jack. Eravamo abbastanza buffi.

Lui mi sorrise.

《Sapevo che ti sarebbero piaciute.》

Entrata in casa fui costretta a sedermi e a raccontare tutto quello che avevo fatto, ma per mia fortuna avevo una gran fantasia e sapevo fingere bene. In poche parole, avevo fatto credere ai miei di essere stata per più di due settimane solo a qualche chilometro da loro.
E come erano volate due settimane di puro divertimento, volarono così anche tre giorni, anche se più che noiosi. Era la sera prima della Vigilia, ed io ero in camera mia con il computer sulle gambe a rifinire il regalo per Jack, mentre ascoltavo la musica.

《EHI!》

Sbucò a testa in giù dalla parte alta della finestra proprio come la prima sera che ci eravamo conosciuti e chiusi in una frazione di secondo il computer, forse in maniera un po' troppo violenta... avevo paura di aver crepato lo schermo.

《Ma allora lo fai apposta?! Ah ho capito qual è il tuo intento, sì tu vuoi farmi morire d'infarto. Che bell'amico che ho.》

《Esagerata... cosa stavi facendo?》

《Musica.》

《Questo lo vedo, anzi lo sento. Intendo al computer.》

《Ehm... una video chiamata con una mia amica. Cose da donne, quindi magari continuiamo dopo.》

《Se vuoi esco...》

《No tranquillo, infondo non era nulla di importante.》

《Okay. Che canzone è?》

《Forever, dei Kamelot. Bella eh?》

《Molto... di che parla il testo?》

《In realtà tra i due quello che conosce tutte le lingue del mondo sei tu, Jack.》

《Mh sì può darsi, ma io ho volato tutto il giorno e ora sono così stanco...》improvvisò una smisurata stanchezza in modo parecchio teatrale, buttandosi sul mio letto《quindi ora me la traduci tu.》

Sbuffai. Divertita, ma sbuffai.

C'è un dolore dentro me che non riesco a definire, c'è uno spazio vuoto dove il tuo amore era solito brillare dalla notte nella quale ci incontrammo fino al giorno in cui sei morta. Hai mai pensato che io lo desiderassi? Continui a credere che io ci abbia provato? E siamo stati divisi troppo presto, e la vita era appena iniziata. Tu rivivrai dal caos della mia mente dove siamo ancora legati insieme. Tu sarai qui, aspettando ai cancelli dell'alba quando chiuderò i miei occhi per sempre. Io appartengo a te, tu appartieni a me. È il modo in cui le cose sono e in cui dovevano essere, come la stella del mattino ed il levarsi del sole. Tu porti la mia vita, e perdonami per quel che ho fatto. E siamo stati divisi troppo presto, nelle tenebre e nella luce. Tu rivivrai dal caos della mia mente dove siamo ancora legati insieme. Tu sarai qui, aspettando ai cancelli dell'alba quando chiuderò i miei occhi per sempre. Salvami. Capovolgi quel che penso di te. Ogni respiro fatto mi porta più vicino al per sempre, a te. Aspetto il giorno della mia morte.

Freddo come Frost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora