EDITH'S POV
Aprii cautamente la porta a mia sorella, che velocemente mi accolse in un caloroso abbraccio, sorpassandomi e dicendomi di aspettarla nel salotto. Mentre raggiungo il divanetto in pelle, mi siedo frustata. Li avevo visti, avevo visto Harry Styles fuori dalla porta. Grace era nervosa, potevo vederlo dai suoi movimenti. Sapeva bene che io potevo essere ovunque. Non volevo metterle paura, non avrei mai voluto, ma quel ragazzo nascondeva qualcosa; qualcosa che a Grace non faceva affatto bene. Scese immediatamente, raccogliendo i suoi lunghi capelli in una crocchia disordinata. Non ci assomigliavamo affatto, io e Grace, tranne che per gli occhi azzurri, ereditati da Bob, nostro padre. Mi riusciva ancora difficile accettare il suo gesto, era stato cosí imprevedibile e sbagliato. Sapevo che mia madre era al corrente di qualcosa, ma sapevo anche che non ne avrebbe mai parlato con nessuno, cosí mi costrinsi a rimanere calma. L'inaspettato arrivo di quella ragazza a scuola mi aveva scosso, come faceva lei a sapere di Bob? Chi era lei? Eppure, mi ricordava vagamente qualcuno, che stava ancora nella nuvola opaca della mia mente, dove non riuscivo a vedere il suo viso. Spostai nuovamente la mia attenzione su mia sorella, che dolcemente si era accostata al mio fianco, con le gambe incrociate e le braccia sotto il mento. La guardai divertita, era impossibile non ridere davanti a Grace. Sembrava una bambina che aspettava qualcosa di bello, mi piaceva vederla cosí spensierata, ma velocemente ripensai ai minuti passati, ad Harry, a loro in auto e il mio umore divertito e affettuoso scomparve, lasciando spazio alla rabbia.
«Dove sei stata?» chiesi dura. La sua espressione cambiò radicalmente, mentre si affrettava a rispondere. «Ho fatto un giro con Aria» disse tranquilla, mentre spostava il viso sulle sue mani. «Con Aria» ripetei, quasi per autoconvincermi di aver visto male. Ma no, avevo visto piú che bene, e sapere che Grace mi stava mentendo era un colpo al cuore. Non volevo mi mentisse, era l'unica persona con cui dialogavo, non poteva mentirmi anche lei. Mi rassicurai, pensando che magari me lo avesse detto in futuro, quando la tensione si sarebbe calmata, e cercai disperatamente di non pensarci, mentre cambiavo discorso, raccontandole di Stephan e del nostro giro in moto.
GRACE'S POV.
Edith sorrideva continuamente, mentre raccontava felice la sua giornata con il biondo. Le aveva fatto fare un giro per Spring Hill nella sua moto rossa fiammante, portandola infine a Spring Hill Park, dove li avevo avvistati furtivamente. Era bello sapere che avesse trovato una buona persona, finalmente. James, il suo ex ragazzo, era meno presente per lei, meno interessato, mentre Stephan le stava facendo un buon effetto. Risi molteplici volte sentendo mia sorella cosí spensierata, sembrava una ragazzina in preda al primo amore. Mi si stringeva il cuore a pensare che le dovessi mentire, non avevo nessuna intenzione di farlo, ma era giusto cosí, credo. «Cosa metti domani sera?» chiede alla fine del discorso, scrutandomi. Dio, mi ero totalmente scordata del compleanno di Tyler! «Non lo so» dico in preda al panico. «Vieni, andiamo a decidere» dice affettuosamente, alzandosi. La seguo su per le scale, e rimango un pò stordita quando gira verso la sua camera. Tyler ha organizzato una festa in una location fuori Spring Hill, molto piú elegante e formale delle solite feste a cui partecipano gli studenti. Fortunatamente non saranno presenti persone sconosciute, dato che gli invitati sono la nostra classe e quella di Edith, dove si trova la ragazza di Tyler; le uniche persone che non conoscerò sono i suoi amici esterni, quelli a cui era rimasto legato dalla scuola precedente. Odio il fatto che debba mettere un vestito elegante, ma sarei del tutto fuori posto se mettessi un jeans e una maglia, cosí mi getto turbata sul grande letto di mia sorella e seguo i suoi movimenti esperti mentre fruga dentro l'armadio 'privato', ovvero quello che non apre mai, dove tiene i vestiti per le occasioni speciali. Esce fuori tre o quattro vestiti che all'apparenza sembrano molto eleganti e raffinati. "Starebbero bene ad Aria" pensai e ridacchiai deducendo che la mia amica non li avrebbe mai messi. Inizio a provarne qualcuno, e piú che velocemente scarto quelli con colori troppo accesi e sgargianti. Un abito color pesca attira notevolmente la mia attenzione, cosí lo indosso in un batter d'occhio, correndo verso il lungo specchio nella parete di fronte al letto. Sorrido ampiamente, guardando il riflesso della ragazza di fronte a me. Il lungo abito mi fascia dolcemente i fianchi, cadendo leggero fino a terra. La sua semplicità mi sconvolge, data la sua straordinaria bellezza. Mi chiedo dove Edith lo abbia preso, ma rinuncio al fatto di farle una domanda e mi volto verso di lei entusiasta. «Ti piace?» «Ti sta d'incanto!» sorride.
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Il sole inizia a calare lentamente, mentre io e mia sorella aspettiamo pazientemente Ron ed Aria, che gentilmente si sono offerti per un passaggio alla location per il compleanno. Ho deciso di lasciare i capelli sciolti, facendoli cadere in lunghe onde sulla mia schiena, mentre un velo di trucco è applicato sul mio viso. Le alte scarpe di Edith mi fanno dubitare sul mio equilibrio, ma decido di non far caso a quel piccolo particolare e mi volto verso mia sorella. Indossa un vestito piú o meno lungo quanto il mio, blu acceso, mentre al collo porta una collana a catena di argento. I capelli raccolti in uno chignon alto le danno un aspetto piú giovanile.
Quando scorsi l'auto di Ron feci un cenno alla ragazza al mio fianco, che cautamente mi seguí nei sedili posteriori. «Ragazze!» urlò Aria battendo le mani, mentre la macchina sfrecciava verso sud. Dopo circa mezz'ora di viaggio, davanti a noi comparve una lussuosa villa in stile medievale, con due imponenti statue all'ingresso. Notai qualche auto familiare mentre ci dirigevamo a passi svelti verso il portone principale. Un uomo alto e ben vestito mi sorrise gentilmente, presentandosi come Gary Trenton. "Oh, il padre di Tyler!". Mi voltai dolcemente verso le ragazze al mio fianco, soffermandomi sullo straordinario vestito di Aria. Avrei potuto scommetterci che non avrebbe messo qualcosa d lungo, ma lo stretto vestito nero che indossava era piú elegante di ciò che pensassi, fasciandola perfettamente nelle sue forme ben distribuite. «Andiamo a cercare Ty!» esclama, voltandosi con un movimento rapido e teatrale. Ridacchiai, prendendo per mano mia sorella e trascinandola verso la ragazza di fronte a noi. Aria scostava la gente nervosa, mentre cercava di individuare il nostro amico da qualche parte nella grande sala. Salutai un paio di persone conoscenti, continuando a seguire la mia amica. Feci un sospiro di sollievo quando le sentii urlare "Tyler!". Io e le ragazze lo stringemmo in un lungo abbraccio, complimentandoci per la location scelta e l'organizzazione, e poi, in un batter d'occhio ci dividemmo, o meglio, ognuno cercò chi gli interessava. Sorrisi vedendo Aria correre verso Luke, mentre lui la stringeva affettuosamente. Mi voltai di scatto quando sentii la voce di qualcuno. Riconobbi al volo i ricci disordinati e le sopracciglia corrugate, mentre parlava animatamente con un ragazzo meno alto di lui. Spostò lo sguardo su di me per una frazione di secondi. Camminai esitante verso di lui, chiedendomi se avrei dovuto salutarlo o meno, cosí mi ritrovai a farlo, sorridendo timidamente al ragazzo dagli occhi color smeraldo. Sentii un nodo in gola quando mi ignorò disinteressato, continuando la sua conversazione con il ragazzo al suo fianco. Sgranai gli occhi mortificata. «È inutile provarci con lui, parla solo con chi ha intenzione di dargli realmente qualcosa, ragazzina» una voce squillante risuonò dietro di me, facendomi voltare. Una bionda vagamente conoscente sorrideva sfacciata di fronte a me, mentre giocava con l'anello al suo dito medio. «E dimmi, tu cosa avresti intenzione di dargli? Un'idea ce l'avrei» risposi nervosamente, scostando Miss Puttana e camminando a passo svelto verso qualcosa. Cercai disperatamente qualcosa per distrarmi e fui felice di sapere che Ron era ancora libero. «Balliamo?» chiesi annoiata. «Certo» sorrise ampiamente, porgendomi sarcasticamente la mano destra, facendo un inchino improvvisato. «Signorina Parks» «Signor Derman» sorrisi a mia volta, seguendolo divertita nella pista. Mi fece fare una giravolta su me stessa, poggiando poi le mani sui miei fianchi e iniziandosi a muovere distratto. Risate soffocate uscivano dalle mie labbra, mentre Ron imitava un esperto ballerino. Arrossii notando lo sguardo attento di Harry su di noi, mentre osservava attentamente i nostri movimenti. Dopo dieci minuti di ballo mal riuscito, mi scusai con Ron, volendo disperatamente qualcosa da bere. Mi diressi sorridente verso il tavolo allestito al centro della sala e mi riempii un bicchiere di succo d'arancia, mandandolo giú velocemente. Mi voltai confusa, sentendomi osservata. "Sarà stata una mia impressione" pensai, allontanandomi dalla pista e accostandomi alla parete destra, all'angolo della grande sala. Una grande mano mi strattonò dal polso, facendomi entrare nella saletta dove stavano le borse e le giacche degli invitati. Urlai spaventata dall'improvviso strattone. La grande mano mi tappò la bocca, mentre degli occhi familiari spuntavano di fronte a me. Harry si voltò cauto verso la porta della saletta, accertandosi che nessuno ci stesse guardando. «Non urlare» sussurrò duro. Il tono freddo e arrabbiato. Non mi lasciò parlare, continuando a tenere il palmo sulla mia bocca. Avevo il respiro spezzato, mentre guardavo confusa il ragazzo di fronte a me. «Non devi salutarmi mai piú al di fuori del giardino al parco, okay? Non provarci piú, Grace. È un ordine» ringhiò duro, mentre mi guardava tranquillo con i suoi occhi smeraldo. «Hai capito, Grace?»
Annuii spaventata, mentre le grandi mano di Harry lasciavano la presa. Mi guardò freddo un'ultima volta, prima di voltarsi ed uscire maestosamente fuori dalla saletta. "Oddio"
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Secret || Harry Styles
FanfictionVicini e lontani, unicamente sempre insieme. Nel giorno e nelle notti, nel buio e nella luce. Sempre e unicamente insieme. All’ombra di una ferita troppo grande per essere rimarginata ci muoviamo incerti verso un futuro che ci spaventa. Ma siamo in...