Al suono della seconda ora rientrai in classe indifferente, sperando che nessuno avesse chiesto spiegazioni. Mi accostai ad Aria, ora confusa e sicuramente curiosa. La sua espressione mi suggerí di iniziare a parlare, ma non era di certo quello il posto in cui spiegarle tutto. Le strinsi il braccio con delicatezza, alzandomi. La professoressa Steven non era ancora arrivata, un punto a nostro favore. Le feci cenno di seguirmi, guadagnando qualche sguardo dai miei compagni. Sapevo che qualcuno fra loro avrebbe spifferato la nostra uscita improvvisa, ma decisi di lasciar perdere per una volta. Aria seguí i miei passi con euforia, probabilmente sorpresa dalle mie azioni.
«Non ci credo!» esclamò quando uscimmo. «Grace E. Parks che marina la scuola! Quale animo ribelle!»
«Non chiamarmi Grace E. Parks» borbottai, fingendomi offesa. Era il nomignolo che mi aveva assegnato qualche anno fa, quando, ad un compleanno, la ragazza che intratteneva i bambini continuava a chiamarmi "Grace E." «Adesso andiamo, prima che ci becchino» sussurrai preoccupata, trascinando la mia amica verso l'uscita di emergenza, sul retro dell'edificio. Stammo attente a non farci scoprire da qualche professore in giro per i corridoi e con silenziosi passi uscimmo dalla scuola, dirigendoci verso il giardino centrale, dove nessuno poteva vederci. A quell'ora gli studenti erano già a lezione e quei pochi che sfuggivano a quest'ultime impegnati com'erano non avrebbero fatto caso a noi. Feci un lungo sospiro, guardando la ragazza al mio fianco, ora rilassata e con un sorrisetto stampato in viso, ed iniziai a parlare.
HARRY'S POV.
«Vuoi smetterla?» ringhiai a Hailey, che stava fastidiosamente stringendo il mio braccio. Mi scostai velocemente, continuando a fingere di seguire la lezione di chimica. Sbuffai ripetutamente, annoiato dalla situazione. In realtà, ero piuttosto turbato. Non riuscivo a levare dalla testa l'immagine di Grace spaventata, era chiara e limpida come se fosse rimasta impressa nei miei pensieri. Il modo in cui aveva indietreggiato ai miei passi e come aveva pronunciato il mio nome con voce tremante, mentre io stavo cercando di farmi notare superiore a quel fottuto Jackson. Realizzai velocemente che la colpa non era altro che mia. Le mie strane fissazioni e il desiderio di potere portavano a situazioni simili spesso, ma non doveva accadere con lei. Mi resi conto che il vero Harry che nascondevo dentro era impotente di fronte a quell'altro che usciva fuori, non riuscivo a controllarlo, e questo mi spaventava. Negli anni precedenti avevo commesso una marea di cazzate, ma niente di tutto quello che facevo era mai pienamente voluto. Sapevo che fossi cambiato anni prima, quando.. no, no, non devo ricordarlo.
Scrollai i pensieri dalla mente, chiudendo gli occhi per una frazione di secondi e ritornando alla realtà. Notai che Hailey aveva spostato il suo corpo esposto verso il banco di Thomas, fortunatamente. Controllai il cellulare, notando che a momenti sarebbe suonata l'ultima ora. Nei minuti che precedettero l'uscita della massa di studenti pensai di chiedere le mie scuse a Grace. Inutile dire che fossi nervoso quando, velocemente e diretto, uscii dalla classe, pronto a scusarmi con lei. Aspettai il suo arrivo per ben dieci minuti, ma anche quando gli ultimi studenti uscirono dalle porti principali, capii che Grace non era lì. Eppure, avevo visto il suo corpo gracile quella mattina, sotto il mio sguardo intimidatorio. Avevo visto la paura nei suoi occhi color ghiaccio e sapevo che era presente in quell'edificio malandato. Mi voltai attorno, sperando che avessi perso di vista la sua uscita e che lei fosse in mezzo a qualche gruppo di persone a chiacchierare, ma quando cercai tra i numerosi ragazzi della Spring Hill university, fui sorpreso e sopratutto preoccupato di non trovarla lì. E se fosse uscita? Quando le ore precedenti l'avevo spaventata era corsa via dall'uscita B, ma dubitai che fosse rimasta quattro ore in uno dei giardini principali, sopratutto sola.
Notai la ragazza bionda che stava sempre al suo fianco immersa in una conversazione con i loro fastidiosi amici. Mi precipitai verso di lei con passi veloci, picchiettandole la spalla. Si voltò velocemente, mostrandomi una smorfia di disgusto e preoccupazione. Decisi che non importava se lei sapesse o meno o se qualcuno avesse origliato, dovevo sapere.
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Secret || Harry Styles
Fiksi PenggemarVicini e lontani, unicamente sempre insieme. Nel giorno e nelle notti, nel buio e nella luce. Sempre e unicamente insieme. All’ombra di una ferita troppo grande per essere rimarginata ci muoviamo incerti verso un futuro che ci spaventa. Ma siamo in...