Avevo immagini sfocate di persone che camminavano davanti a me, l'alcool mi percorreva velocemente il corpo, facendomi sentire confusa e maledettamente stupida. La voce di qualcuno che urlava il mio nome mi rimbombava nella testa, ma il senso di vomito e la mancanza di forza nelle gambe non mi permettevano di voltarmi. Camminavo dritta verso un punto indeciso, scansando ragazzi e ragazze che mi fissavano stupiti. Mi fermai di scatto, poggiando una mano sulla fronte e serrando gli occhi. Sentii una mano sul fianco, e velocemente mi voltai, socchiudendo gli occhi.
«Bellissima» un ragazzo alto e moro era fermo di fronte a me, con una mano sul mio fianco ed una sul mio braccio. Feci per allontanarmi, ma mi prese per il polso, stringendolo leggermente. «Levati» sputai, scostandomi dalla sua presa. Corrugò la fronte, ed un sorrisetto crebbe sulle sue labbra. Feci due passi indietro, continuando a fissare il ragazzo negli occhi. Lui si avvicinò, facendomi sussultare. Mi voltai di scatto, iniziando a camminare velocemente senza una meta precisa. Il giramento di testa non mi aiutava, e piú volte rischiai di inciampare su qualcosa. Sentivo la presenza del ragazzo dietro di me; continuava ad urlare qualcosa di incomprensibile, mentre io correvo sempre piú veloce. Levai i tacchi, iniziando a scostare piú velocemente gli studenti ubriachi. Cercai disperatamente qualche volto familiare, ma gli unici visi che riuscii a comprendere erano di persone totalmente sconosciute e mai viste. Mi scontrai contro qualcuno, ma non ci feci molto caso. Finii al piano di sopra, e per un momento pensai di aver superato il ragazzo. Appoggiai le spalle al muro, chiudendo gli occhi e portando una mano al petto. Urlai quando risentii le sue mani sui miei fianchi. Mi bloccò al muro, sgranai gli occhi. «Perchè scappi?» sussurò. «Lasciami stare» piagnucolai. Quando sentii la sua mano salire sulla mia coscia iniziai a gridare aiuto, ma pensai 'chi può sentirmi?'. Il ragazzo continuava a ridere e sussurrarmi di star zitta troppo aggressivamente. Sentii la lacrime agli occhi, sapevo come sarebbe finita. Urlavo, urlavo piú forte che potevo, fino a quando non mi tappó la bocca con la mano libera. «Ho detto sta zitta, stronza» ringhiò. Cercai di respingerlo, ma fu tutto impossibile.
«Lasciala!» ci voltammo all'unisono. Luke ed Aria erano in cima alle scale. Luke si avvicinò velocemente, e con un movimento del braccio allontanò il tipo da me. Corsi da Aria, che mi accolse tra le sue braccia, continuando a guardare impietrita i due ragazzi. «Scendiamo, c'è Edith che ti aspetta» mi sussurrò, portandomi di sotto con lei. Scovammo Edith in fondo alle scale, preoccupata e confusa. Non appena si accorse di me, mi strinse, ed io rimasi lí, indifferente, forse per l'alcool, forse per come mi aveva trattata. Scambiò qualche parola con Aria e poi mi prese per mano. Io ero totalmente ubriaca, le voci erano diventate piú confuse e le luci mi accecavano. Tenevo gli occhi aperti a malapena. Qualcuno mi salutò, forse Ron, o forse Tyler. Fatto sta che mi ritrovai sul sedile posteriore di un'auto che non conoscevo neanche. Riconobbi la voce di mia sorella e quella di un ragazzo. Mi alzai giusto quel poco per poter capire chi fosse e mi sorpresi di trovare il ragazzo biondo che era venuto poche ore prima, Stephan. Non capii il discorso che stavano facendo, ma Edith stava sorridendo, questo era sicuro. Era bello vederla cosí, anche se lo sarebbe stato molto di piú in condizioni migliori. Mi maledii per ciò che avevo fatto, non ero in me. Ero sicura che fosse stato qualcuno, ma non ricordai nulla delle ore precedenti, cosí mi lasciai andare sul sedile, chiudendo gli occhi. ** Aprii gli occhi faticosamente, portando una mano alla fronte. La luce fioca del mattino entrava dalla finestra, occupando metà della camera. Mi misi seduta, e il forte giramento di testa che ebbi mi fece ricordare la notte precedente. Mi alzai esitante, trascinando i piedi fino alla porta. Andai diretta verso il bagno, trovandolo fortunatamente vuoto. Mi sciacquai il viso con l'acqua fredda, svegliando quel poco di Grace che era rimasto da ieri. Dopo essermi vestita e preparata in modo altamente disordinato scesi al piano inferiore. Mia madre sorrise, augurandomi il buongiorno. «Edith è andata prima con un suo amico, mi dispiace, vuoi che ti accompagni?» chiese.
«No, tranquilla. Non mi dispiace andare da sola. Ci vediamo dopo» sorrisi flebilmente. A quanto pare Edith non aveva fatto parola di ciò che era accaduto la sera prima, ne fui contenta. Salutai una seconda volta mia madre ed uscii. Fortunatamente era una buona giornata, cosí mi incamminai tranquillamente verso l'istituto. Piccole scene confuse mi passarono per la mente, ma non riuscii ad unirle per formare qualcosa di concreto. Le mie converse oramai distrutte strisciavano sul suolo ancora umido, e in meno di dieci minuti arrivai, assonnata e ancora intontita. Notai qualche sguardo stupito che mi guardava. Mi sentii tremendamente in imbarazzo, avevo giurato di non bere, avevo rovinato tutto. Oltrepassai il cancello e trovai velocemente Ron, che mi chiese come stavo. «Diciamo» sorrisi.
«Grace!» mi voltai, riconoscendo la voce. Mia sorella marciava dritta verso di me, a braccia aperte. Feci un mezzo sorriso, salutandola.
«Mi dispiace molto, sai bene per cosa, ma ne parleremo in seguito. Voglio sapere chi è stato il coglione che ieri ti ha toccata» disse dura. Mi guardai attorno «Non lo so, non lo conoscevo» feci spallucce. Poco dopo suonò la prima ora, e presto ci dividemmo. Trovai Aria, ed insieme entrammo nell'aula di fisica. Mi sedetti vicino a Tyler, mentre Aria raggiunse Luke al secondo banco. Sorrisi quando la vidii arrossire al suo saluto. Le ore di lezione passarono velocemente, e mi meravigliai di non aver preso parola con nessuno, non mi capacitavo di ciò che era successo. Cercavo continuamente di ricordare, ma era tutto inutile. Vidi qualche viso che mi parve conoscente, e lentamente arrivò anche l'ora di mensa. Lí cercai di non far notare troppo il mio stato e feci qualche domanda a caso sulla serata di ieri. Aria e Luke non fecero parola di ciò che era accaduto, forse credevano che lo avessi dimenticato. Fortunatamente l'attenzione cadde su Shally, una nuova ragazza che frequentava il primo anno. Ervamo a conoscenza del suo nome e della sua reputazione -assolutamente orrenda- grazie a Dan, suo cugino, amico di Ron e Tyler. I capelli lunghi e biondi ed il trucco abbondante le davano un aria non del tutto da brava ragazza, e la minigonna e le calze a rete che indossava completavano il bozzetto che mi ero fatta su di lei. Non mi meravigliai quando prese confidenza con i giocatori di football, che a loro volta la accolsero entusiasti. Dopo un'ora, ero finalmente libera di tornare a casa. Aspettai mia sorella davanti l'entrata principale. Sentii un nodo allo stomaco quando riconobbi il ragazzo che ieri mi aveva toccata. «È lui» sussurrai ad Edith, che era da poco arrivata al mio fianco. Insieme a noi anche Aria, che stava vicino a me come fosse messa lí apposta per proteggermi. Mia sorella andò spedita verso il gruppo di ragazzi dove stava il moro, sussultai quando mentre parlava con esso, lui alzò lo sguardo verso di me, sorridendo.
«Oddio, voglio sentire cosa gli sta dicendo» esclamò Aria. Mi prese per il braccio, trascinandomi verso il gruppo, dove con mia sorpresa, trovai anche Harry. Volli allontanarmi, ma ero costretta a star lí. Avevo cinque visi puntati verso di me. Edith sbraitava contro il ragazzo, che in tutta risposta le rideva in faccia. Sgranai, o meglio, sgranammo gli occhi quando mia sorella lasciò un sonoro schiaffo sulla sua guancia destra. «Stronzo!» urlò. Il ragazzo corrugò il viso in un'espressione sorpresa, passando lo sguardo tra me e lei. Le strinsi dolcemente l'avambraccio, sperando di farla calmare. La invitai a lasciare quel posto, ma puntò i piedi a terra, continuando a guardare il tipo. «Non provarci piú» sputò Edith, spingendolo. Avevo paura che il ragazzo reagisse. «Ed, andiamo» la supplicai. «No, questo co-»
«Non è stata un'idea mia, porca puttana!» gridò il ragazzo, contrastandola. «Mi ha detto Harry di farlo»
Mi voltai velocemente, incrociando i suoi occhi verdi con i miei. Fece per parlare, ma lo bloccai con un gesto della mano, sentivo le lacrime agli occhi. «Andiamo» ringhiai, prendendo le due ragazze ai miei fianchi per le spalle e camminando velocemente verso l'uscita. Avevo sbagliato a fidarmi, mi sentivo una stupida.
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Secret || Harry Styles
FanfictionVicini e lontani, unicamente sempre insieme. Nel giorno e nelle notti, nel buio e nella luce. Sempre e unicamente insieme. All’ombra di una ferita troppo grande per essere rimarginata ci muoviamo incerti verso un futuro che ci spaventa. Ma siamo in...