Il Peggior Compleanno

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A pranzo

Tutti si ritrovarono in Sala Grande per leggere il primo capitolo del secondo libro e per leggere si prenotò Ted Tonks: <Il peggior compleanno>

<già il titolo non mi piace>disse Lily

Non era la prima volta che scoppiava un litigio durante la colazione, al
numero 4 di Privet Drive. Il signor Vernon Dursley era stato svegliato all'alba da un fischio acutissimo proveniente dalla camera di suo nipote
Harry.
«Tre volte in una settimana!» tuonò dall'altra parte del tavolo. «Se non
riesci a tenere a bada quella civetta, dovrà andarsene!»
Ancora una volta, Harry provò a spiegare.
«Si annoia» disse. «Edvige è abituata a volare all'aperto. Se solo potessi
lasciarla libera di notte...»
«Ma mi hai preso per scemo?»

<fidati tu sei scemo>disse Regulus

ringhiò zio Vernon con un pezzetto di
uovo fritto impigliato nei baffoni. «So bene cosa succederebbe a lasciar libero quell'animale».
E scambiò un'occhiata cupa con la moglie Petunia.
Harry tentò di replicare, ma le sue parole furono sommerse da un rutto
lungo e sonoro di suo cugino Dudley.

<Che bambino educato>disse Euphemia

«Voglio ancora bacon».
«Ce n'è tanto nella padella, tesoruccio» disse zia Petunia, posando uno
sguardo tenero sul suo grasso figliolo.

<che diabetici>disse Lucius con espressione schifata

«Devi mangiare, finché sei a casa...
La mensa di quella scuola non mi convince affatto...»
«Sciocchezze, Petunia. Io non ho mai avuto fame, quando ero a Snobkin» disse zio Vernon accalorandosi. «Dudley mangia abbastanza; non è
vero, figliolo?»
Dudley, così grasso che il sederone gli debordava da entrambi i lati della
sedia, si voltò con un ghigno verso Harry.
«Passami la padella».
«Hai dimenticato la parola magica» lo rimbeccò Harry.

<Harry questo non dovevi proprio dirlo>disse Hagrid

Quelle parole ebbero un effetto incredibile sul resto della famiglia: Dudley boccheggiò e cadde dalla sedia con un tonfo che fece tremare tutta la
cucina; la signora Dursley lanciò un gridolino e si mise le mani sulla bocca; il signor Dursley balzò in piedi con le vene delle tempie che gli pulsavano.

<che esagerazione>disse Marlene

«Intendevo 'per favore'!» rispose Harry precipitosamente. «Non volevo
dire...»
«COSA TI AVEVO DETTO?» tuonò suo zio spruzzando saliva su tutta
la tavola. «IN QUESTA CASA LA PAROLA M... NON LA VOGLIO
SENTIRE!»

<ma la parola MAGIA per quella famiglia è un tabù>disse Fleamont

«Ma io...»
«E COME OSI MINACCIARE DUDLEY!» ruggì zio Vernon nello
stesso tono, battendo il pugno sul tavolo.

<ma non l'ha minacciato->disse Narcissa

«Io volevo solo...»
«TI HO AVVERTITO! NON TOLLERO CHE SI NOMINI LA TUA
ANORMALITÀ SOTTO QUESTO TETTO!»

<ma lui intendeva per favore demente>disse Regulus

Lo sguardo di Harry passò dal volto paonazzo dello zio a quello pallido
della zia, che cercava di aiutare Dudley a rimettersi in piedi.
«D'accordo» disse Harry, «d'accordo...»
Zio Vernon tornò a sedersi, ansimando come un rinoceronte sfiatato e
guardando Harry di traverso con i suoi occhietti penetranti.
Da quando Harry era tornato a casa per le vacanze estive zio Vernon lo
aveva trattato come una bomba sul punto di esplodere, perché Harry non
era un ragazzo normale. Anzi, era la quintessenza dell'anormalità.

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