Il custode delle chiavi

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<il custode delle chiavi>iniziò Rubeus

<sei tu Hagrid!>dissero i Malandrini

BUM! Bussarono di nuovo. Dudley si svegliò di soprassalto. "Dov'è il cannone?" chiese stupidamente.

<si certo il cannone>disse Lily

<cos'è un cannone?>chiese Sirius

<e una cosa Babbana che serve per fare delle guerre>gli rispose Lily

Alle loro spalle si udì un boato e zio Vernon piombò slittando nella stanza. In mano aveva un fucile...

<un fucile è un'altra macchina per le guerre>disse Lily prima che qualcuno avesse il tempo di chiedere cosa fosse

<quanta roba fanno i Babbani per le guerre>disse sotto voce Silente

ora sapevano che cosa conteneva l'involto lungo e sottile che si era portato dietro.
"Chi va là?" gridò. "Vi avverto... sono armato!"
Ci fu una pausa. Poi...
SMASH!
La porta venne colpita con una tale forza che uscì di netto dai cardini e atterrò con uno schianto assordante sul pavimento.
Sulla soglia si stagliava un uomo gigantesco. Aveva il volto quasi nascosto da una criniera lunga e ispida e da una barba incolta e aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come scarafaggi neri sotto tutti quei capelli.
Il gigante sembrò farsi piccolo piccolo per entrare nella catapecchia, piegandosi in modo da sfiorare appena il soffitto con la testa. Poi si chinò a testa, raccolse la porta e la infilò nei cardini con la massima disinvoltura. Il fragore della tempesta fuori si attutì un poco. Il gigante si voltò per guardarli a uno a uno. "Che, si potrebbe avere una tazza di tè? Non è stato mica un viaggio facile, eh..."

<si è proprio Hagrid>disse ridendo Sirius

A grandi passi, si avvicinò al divano dove Dudley giaceva pietrificato dal terrore.
"Scansati, ciccione!" gli intimò lo sconosciuto.

<vai così Hagrid>dissero i Malandrini

Con uno squittio, Dudley corse a nascondersi dietro la madre, che per il terrore si era rannicchiata dietro zio Vernon. "Oh, ecco Harry!" disse il gigante.
Harry alzò lo sguardo su quel volto feroce, misterioso e selvaggio, e vide gli occhi lucidi come scarafaggi socchiudersi in un sorriso.
"L'ultima volta che ti ho visto, eri ancora un soldo di cacio" disse il gigante. "Assomigli un sacco a tuo papà, ma gli occhi, quelli li hai presi dalla mamma".
Zio Vernon emise uno strano rumore stridulo.
"Le ingiungo di andarsene immediatamente, signore!" disse. "Questa è un'affermazione bella e buona!"
"Ma chiudi io becco, scemo d'un Dursley!" esclamò il gigante; allungò la mano oltre lo schienale del divano, strappò il fucile dalle mani di zio Vernon, annodò la canna con la massima facilità come se fosse stata di gomma e lo scaraventò in un angolo.
Zio Vernon emise un altro rumore strano, come un topo che viene calpestato.

Peter a questa frase rabbrividì

"Allora, Harry" disse il gigante voltando le spalle ai Dursley, "buon compleanno! Ho una cosetta per te... mi sa che ha un certo punto mi ci sono seduto sopra, ma il sapore sarà ancora buono". Da una tasca interna del suo pastrano nero estrasse una scatola leggermente schiacciata. Harry l'aprì con mani tremanti. Dentro c'era una torta al cioccolato

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