Diagon Alley

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A pranzo

<benvenuti con la lettura di un nuovo capitolo, chi vuole leggere?>disse il Preside

A leggere si propose Remus

<Diagon Alley>iniziò Remus

<il suo primo ingresso a Diagon Alley>disse emozionato James

Il mattino dopo Harry si svegliò di buon'ora. Benché si rendesse conto che era giorno fatto, tenne gli occhi ben chiusi.
"È stato tutto un sogno" si disse con fermezza.

<che pessimista>disse Frank

"Ho sognato che un gigante di nome Hagrid era venuto a dirmi che avrei frequentato una scuola per maghi. Quando aprirò gli occhi mi ritroverò a casa dentro il ripostiglio".
D'un tratto si sentì bussare forte.
'Ecco zia Petunia che bussa alla porta' pensò Harry con il cuore che gli si faceva piccolo piccolo. Ma continuò a tenere gli occhi chiusi. Era stato un sogno così bello!
Toc. Toc. Toc.
"E va bene" borbottò Harry, "mi sto alzando".
Si mise seduto e il pesante pastrano di Hagrid gli cadde di dosso. La catapecchia era tutta illuminata dal sole, la bufera era passata; Hagrid, in carne e ossa, dormiva sul divano sfondato e un gufo raspava con gli artigli alla finestra, tenendo un giornale nel becco.
Harry scattò in piedi. Era talmente contento che si sentiva leggero come un palloncino. Andò alla finestra e la spalancò. Il gufo volò dentro e lasciò cadere il giornale su Hagrid, e poiché non si svegliava, cominciò a svolazzare sul pavimento e beccando il suo pastrano.
"Non fare così".
Harry cercò di scacciarlo con la mano, ma quello schioccò il becco con aria feroce e continuò a infierire sul soprabito.
"Hagrid!" disse Harry a voce alta. "C'è un gufo!"

<pagalo>disse con ovvietà Sirius

<Black vorrei ricordati che è vissuto con dei Babbani e non può saperlo>disse Lily

"Pagalo" grugnì Hagrid dal divano.

<visto anche Hagrid pensa che sia una cosa ovvia>disse Sirius

Lily in tutta risposta alzò gli occhi al cielo e scuote la testa rassegnata

"Come?"
"Bisogna pagarlo per la consegna del giornale. Guarda nelle
tasche".

<allora ci mettiamo fino a dopodomani>disse Alice

Sembrava che il pastrano di Hagrid fosse fatto soltanto di
tasche.

<ecco appunto>gli diede corda Frank

Mazzi di chiavi, proiettili per fionda, gomitoli di  spago, mentine, bustine di tè... finalmente, Harry tirò fuori una manciata di monete dall'aspetto strano.
"Dagli cinque zellini" disse Hagrid con voce assonnata.
"Zellini?"
"Le monetine di bronzo".
Harry contò cinque piccole monete di bronzo e il gufo allungò la zampa per consentirgli di mettere il denaro in un borsellino di cuoio che vi portava legato. Poi volò via dalla finestra aperta.
Hagrid sbadigliò rumorosamente, si mise seduto e si stiracchiò.
"Meglio che andiamo, Harry, abbiamo un sacco di cose da fare, oggi: dobbiamo arrivare a Londra e fare gli acquisti per la scuola.
Harry si stava rigirando tra le mani le monete magiche e le
osservava. Gli era appena venuto in mente un pensiero che lo fece
sentire come se quel palloncino di felicità gli si fosse bucato.
‘Ehm... Hagrid?’
‘Che cosa c'è?’ chiese Hagrid mentre si infilava gli enormi
stivali.
‘Io non ho soldi... e hai sentito zio Vernon ieri sera... Lui
non tirerà fuori una lira perché io frequenti la scuola di
magia’.

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