Surprise!

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Passarono due giorni dal fatidico appuntamento con Jamie. Eravamo vicini alle Festività natalizie. Amavo fare shopping durante questo periodo di dicembre, mi metteva di buon umore e non mi faceva pensare alle cose negative. Il giorno dopo l'appuntamento con Jamie decisi di fare scendere a vedere cosa riuscissi a trovare nei negozi. Passai il doppio del tempo datomi nel negozio di musica, comprando si e no qualche regalo tra cui le bacchette per Matt, il disco dei Iron maiden (piece of mind) per Jamie e un altro disco per Alexander, comprando anche il mio regalo di natale. Ho sempre amato i dischi, li trovavo stupendi. Per usarli dovresti stare davvero attento a non rovinarli, bisogna prenderne cura e trattarlo come se fosse la cosa più importante che ti abbiano mai dato. La cosa che mi teneva stretta nel comprarne altri era il loro modo di essere trattati. Tenere un vinile è simile a tenere un bambino, curandolo e amandolo ogni istante della tua vita e, la mia collezione di vinili ne sa qualcosa.
Mio padre e mia nonna erano come me, amavano collezionare diverse tipologie di vinili, passando dal rock al pop, per poi scendere verso il metal. Con mia nonna si cresceva con questa tipologia di musica, a differenza dei miei nonni materni: a loro piaceva la musica di un tempo, più pop che rock, anche perché mio nonno si sentiva come Jonny bravo di greese a differenza di mia nonna.
Con mia nonna materna sono cresciuta con la musica classica, regalandomi i vinili più belli che io potessi desiderare.
Possiamo dire che sono cresciuta in questo ambito musicale, dove tutti hanno avuto questa ossessione musicale che, non tutti, mandano avanti.
Dopo il negozio di musica passai in due altri negozi, per prendere la maglietta a Nick e a Matt. Per ultimo decisi di passare in gioielleria, pensando a uno dei due regali che dovrei fare ad Alexander. Il suo compleanno era abbastanza vicino essendo a Febbraio e non volevo fargli un solo regalo per entrambe le festività, così pensai bene a cosa fargli.
Quando entrai Nella gioielleria più famosa di Sheffield notai una collana a catena piccola, argentata. Era qualcosa che mi colpì subito <<ei, i'm sorry, can i have this necklace? it's a Christmas present, could you pack it on a nice paper?thanks>>chiesi alla commessa, ricevendo un sorriso in cambio. La commessa prese la collana e la impacchettò, porgendolo alla cassa.
Pagai il tutto, prendendo anche un anello piccolo nero a Jamie, e tornai a casa.
Durante il tragitto per andare a casa Il telefono incominciò a squillare, facendomi spaventare per quanto inaspettato fosse.
Sistemai le buste sulle braccia e presi il telefono, rispondendo: <<hello?>> <<Oh hello Darling, it's me, Penny>> sorrisi al suono della sua voce <<ei Penny, what can i do for you?>> Arrivai a casa, fermandomi davanti alla porta <<i was thinking about alex's birthday present>> la signora si fermò, ricominciando dopo un po' <<so i thought to buy an yamaha, a motorcycle>> spalancai gli occhi immediatamente <<okay okay, hold on, does he likes motorcycle?>> Rimasi davanti alla porta di casa, ancora scioccata dalla proposta della madre <<does he? OFFCOURSEE darling, he loves motorcycle and he always wanted one too>> mi morsi il labbro dal nervosismo <<so i thought you would  like to be  part of this surprise, i think>> un sorriso apparve sulle mie labbra <<hell yeah, i will. We have a month to think about the right motorcycle. You said a Yamaha, right?>> pensai un po'al tipo di motociclette, ripensando a una vecchia amica <<you know what Penny? I have an idea>> Penny rimase per un bel po'in silenzio, facendomi capire di dover andare avanti <<when i turned into 18, my dad, before to die, signed something to left his other motorcycle to me>> ripensai alla mia bellissima motocicletta, sorridendo al solo pensiero <<what do you mean?>> Ridacchiai alla sua risposta.
<<I mean. I don't use it anymore, it, and also it is something that i already have. We can change the motor and fix the gasoline engine>> <<i can do it, i fixed mine a long time ago.>> Poggiai il telefono sulla spalla, poggiando l'orecchio su di esso per tenerlo, estraendo le chiavi dalla borsa, aprendo la porta. <<Oh Darling, you don't have to.>> Entrai dentro casa poggiando le buste sul divano <<Penny, it's not a problem. I cannot keep two motorcycle inside the garage, mine takes too much space>> la signora Turner ridacchiò <<i can only imagine you riding a motorcycle, so badass>> tolsi le scarpe e le poggiai accanto al divano <<well... My nana teache me how to do it, so i can say that i'm dangerous and a good rider>> la signora Turner incominciò a ridere, facendo sorridere anche a me. <<Then i don't have to do anything, right?>> <<Sure penny, it's on me. Don't worry. I know what to do>> mi sdraiai sul divano, poggiando la testa su uno dei cuscini <<good, let me know if you need something. Alex is here. Bye love>> <<bye penny, see you>>
Sentivo tutta la schiena bloccata, impedendo al mio corpo di muoversi. Mi sentivo un ultra ottantenne quando succedeva. Neanche la nonna soffriva di questi problemi.
Altro che 21 anni.
Passai il pomeriggio a sistemare meglio i regali dei ragazzi, e a pulire casa visto che la nonna era dai suoi amici.
Era da tutto il pomeriggio che aspettavo una chiamata da parte dei ragazzi, tanto per sapere se dovessi andare da Matt o no.
Guardai l'orologio e mi stufai di aspettare i ragazzi, così presi il telefono dalla tasca dei jeans, digitando il numero di Alexander sul cellulare.
Il telefono squillava, ma il ragazzo non si degnava di prendere il telefono e rispondere. Finalmente qualcuno si degnò di bussare alla porta, facendomi alzare da ciò che era la mia salvezza per un paio di minuti.
Mi incamminai verso la porta, aprendola, facendomi trovare Alex e Jamie vestiti in modo casual <<ei!>> disse Alex con un sorriso a 32 denti, portando una mano sui fianchi, come una ragazza <<finally, i might say>> mi spostai accanto alla porta per farli passare, incominciando a osservare Jamie <<ei, you>> disse avvicinandosi al mio corpo, stampando un bacio sulla fronte <<h-hi>> risposi con tono minuto <<okay love birds, shall we? I need to talk to Helders>> disse il ragazzo facendo roteare gli occhi all'indietro.
Spintonai il ragazzo dal braccio, uscendo da casa, per poi metterci in marcia verso casa Helders.
I ragazzi durante il tragitto parlarono di un problema alla chitarra di Jamie che il signorino, causò tempo fa facendo rovesciare il bicchiere pieno di alcol su di essa, facendo bruciare alcuni fili.
Alexander continuava a dargli consigli tra cui: mandarla a riparare da qualcuno che ne sapesse più di lui, prendendo l'occasione anche per cambiargli le corde, ma come sempre, il ragazzo non ascoltò il consiglio del ragazzo. <<What do you think?>> Mi girai verso i due ragazzi <<i agree with him>> puntai il dito verso Alexander, facendolo sorridere <<see, i told yah>> Jamie fece roteare gli occhi all'indietro <<nevermind>> disse infine.
Arrivati davanti al portone di casa Helders, Alex suonò il campanello più di una volta, facendo scatenare in Jamie una risatina.
Matthew aprì la porta con un broncio sulle labbra che scomparve appena si accorse che ci fossi anche io insieme a loro <<hello Sweetheart>> disse Matt mettendosi di lato per farci passare <<hi Helders>> risposi entrando dentro casa, seguita dai ragazzi <<Alex, it must be the fourteen times. How many other times do i have to tell you not to play with the bell?>> Disse il riccio dando una pacca sulla spalla al ragazzo <<come on Helders, you like it too>> entrambi ridacchiarono <<surely I don't when my mom's at home>> Alex annuì spostandosi dal salotto, per poi andare nel garage. Tutti seguimmo il ragazzo, come se fosse lui il padrone di casa, anche se è come se lo fosse.
Prima di entrare dentro il garage, aiutai Matt a portare alcune lattine di birra <<how are you sweetheart?>>mi chiese il ragazzo, porgendomi un'altra lattina.
Presi la lattina e la poggiai accanto al seno, essendo le mani occupate <<umh...fine i think. What about you Helders?>> Il ragazzo chiuse il frigorifero con il piede, facendo strada verso i ragazzi << i doubt that. A bit sick, my nose is totally close and i'm not able to breathe>> entrammo dentro il garage, poggiando le lattine sul tavolino piccolo <<oh no, that sucks. I'm sorry Matt>> il ragazzo mi sorrise dolcemente, facendo spallucce <<don't worry sweetheart, i'm okay. Nick did this>> si giustificò puntando il dito sul suo naso rosso <<ohhh right, Nick.>>
Mi sembrava strano, di solito si faceva sentire la presenza sua, ma adesso che non c'era, era così strano.
Mi posizionai a sedere su una sediolina, accanto al divanetto occupato da Matt e Jamie. Alex, invece, prese dal poggia chitarra la chitarra acustica e si mise a sedere accanto a me.
Guardò Matt per due secondi, per poi poggiare la chitarra sul suo ventre <<i need you to hear this, it's important>> disse prima di incominciare a suonare, canticchiando in sottofondo.
Osservai il modo in cui Alexander si perdeva  nel suo mondo ogni volta che le sue dita si poggiavano sulle corde, producendo un suono molto delicato. Per non parlare della sua voce così delicata.
Ogni volta che apriva la bocca, una scia di brividi si facevano parte sulla mia schiena, facendomi rabbrividire.
Senza neanche accorgermene il ragazzo finì di cantare, poggiando la chitarra per terra. Una serie di applausi susseguirono la scena precedente, facendo arrossire il ragazzo <<damn Turner, this is amazing>> disse Jamie applaudendo come un bambino di Cinque anni. Matt rimase fermo con lo sguardo rivolto verso Il ragazzo <<umh....i have an idea>>disse alzandosi dal suo posto per poi raggiungere la batteria, sedendosi.
<<Okay, it's a beautiful song, but we need something different here>>disse prendendo le bacchette e incominciando a farle tamburellare.
Guardai la scena con stupore.
I ragazzi sembravano davvero concentrati nel cercare una base perfetta, tanto da non rendersi conto della mia presenza.
<<Or he can do this>> dissi alzandomi dal mio posto.
Osservai per quasi tutto il pomeriggio i ragazzi cercare di creare qualcosa che si adattasse all'armonia della chitarra, così nel frattempo pensai anche io a cosa potessi fare.
<<May i?>> Chiesi avvicinandomi alla batteria. Matt annuì alzandosi dalla sediolina per lasciarmi il posto. Presi le bacchette e mi sistemai nella sedia, mettendomi comoda <<in the first verse you can just star like this>> incominciai a suonare, ripetendo quelle poche note <<okay, it sounds great>> disse Matt sorridendo <<good, then when the second vers starts you can just hit those high notes>> gli feci vedere come a me sembrava potesse funzionare. Il ragazzo annuì felice <<yeah yeah, okay you are a genius>> mi alzai dalla sedia, poggiando le bacchette su di essa <<nah, don't say that.>> Avevo gli occhi di tutti puntati addosso <<so the question is: did you learned this by your own or someone made the dirty job, teaching you some skills?>>
Ridacchiai alla domanda <<my nana did the dirty job, i just learned from her>> Jamie annuì lentamente. <<That's cool>> disse Alexander.
Mi misi a sedere di nuovo sulla sediolina piccola, tornando a guardare Alex <<by the way, Turner>> Matt si mise a sedere sul mio posto, giocando con le bacchette <<do you have any cigarettes?>> Alexander incominciò a ridere <<offcourse love, catch it>> disse prima di lanciarmi il pacco di Marlboro rosse che afferrai subito <<thanks mate, Matthew, where can i smoke?>>
Il ragazzo si girò attorno <<actually...you can smoke here, no problem>> disse facendo spallucce <<thanks, Turner, i need a lighter>> il ragazzo fece per lanciarlo quando lo fermai <<what the hell? You could hurt me, you idiot>> Alex incominciò a ridere, passandolo ai ragazzi <<so dramatic>> disse Alex.
Guardai il ragazzo con il sopracciglio alzato, prendendo dal pacco rosso una sigaretta portandola alle labbra. <<Oh yeah?>> Alex fece segno di ridargli il pacco, così, al posto di passarlo lo "lanciai" contro il ragazzo, colpendolo al petto <<thanks a lot>>disse con tono secco, portando una sigaretta alle labbra. Dopo aver acceso la mia sigaretta, gli lanciai anche l'accendino, che prese al volo, accedendo la sua.
<<Mate, beer please>> chiese Alexander buttando il fumo dalle narici.
Osservai la scena con il labbro incastrato tra i denti, prima di buttare il fumo aspirato dalla bocca.
Il modo in cui buttava il fumo mi attirava particolarmente, tanto da non farmi accorgere di aver buttato la cenere sui jeans <<fuck me!>> Cercai di togliere la cenere dai pantaloni, ma sembrava impossibile <<pay more attention next time, love>>  disse Alexander notando la cenere sui mie jeans <<fuck off Turner>> risposi secca.
<<Fine like an old wine>> disse sorridendo <<coglione>> sussurrai.
Il ragazzo girò immediatamente la testa verso la mia direzione <<what did you say?>> Mi leccai le labbra, evitando il suo sguardo <<what is a colione?>> Mi girai verso Jamie <<say it again>> il ragazzo alzò il sopracciglio, ripetendo la parola <<it means asshole, Cookie>> disse con un sorriso tra le labbra, Alexander. Guardai la scena divertita <<what am i hearing?>> Portai lo sguardo verso Matt, aveva una mano sul viso, sembrava disperato.
I miei pensieri vennero interrotti dalla suoneria del mio telefono <<not again, please>> presi il telefono dalla tasca posteriore dei jeans, notando il numero della nonna sullo schermo, così risposi <<nana?>> I ragazzi nel frattempo incominciarono a parlare tra di loro, non facendo caso alla mia figura, così mi alzai dalla sedia, spostandomi un po' per sentire meglio cosa volesse dirmi. <<Honey, could you please come back home? It's important>>guardai i ragazzi scherzare tra di loro e  sbuffai <<umh...okay, i'm coming>> risposi prima che la nonna mi attaccasse in faccia <<rude>> risposi tornando dai ragazzi <<lads, nana called, i have to go home>> Jamie si girò verso la mia direzione <<no way, why?>> Chiese con un broncio << i dunno, she said it's important>> il ragazzo annuì <<okay sweetheart, see you around, okay?>> Disse Matt avvicinandosi, per poi regalarmi uno dei suoi abbracci speciali <<yes Helders>> ricambiai l'abbraccio, staccandomi dopo un po'per salutare gli altri nella stessa maniera, lasciando un bacio a stampo sulle labbra di Jamie.
La faccia di jamie era indescrivibile: aveva la bocca semiaperta e aveva lo sguardo punto davanti a se.
<<See yah guys>> mi allontanai dai ragazzi, uscendo da casa Helders.
Arrivai a casa dopo due minuti, rimanendo davanti alla porta di casa, cercando nella borsa le chiavi. Quando trovai le chiavi la nonna aprì la porta, facendomi spaventare <<oh, hello nana>> risposi posando le chiavi dentro la borsa <<sweetheart, you are here>> disse spostandosi di lato per farmi passare <<yes nana. What's the matter?>> Entrai dentro casa, togliendo le scarpe, posandole dentro la scarpiera .
<<Well...something happened and I don't know how to explain what really happened here>> mi avvicinai alla nonna preoccupata, mi sembrava troppo tranquilla per essere successo qualcosa e lo potevo notare dal sorriso che aveva sulle labbra <<nana, what happened?>> Mi morsi le labbra agitata <<Oliver, could you please tell her what happened?>> Disse sorridendo.
Continuai a guardare la nonna, non capendo la situazione <<offcourse mary>>mi girai lentamente verso la seconda voce. Solo dopo una manciata di secondi mi accorsi di avere Oliver a due passi di distanza <<OLIVER?>> Urlai con un sorriso sulle labbra, prima di avvicinarmi e stringerlo tra le mie braccia. Il ragazzo mi strinse tra le sue braccia, poggiando la testa sulla mia spalla <<mi sei mancata>> portai il viso nell'incavo del collo, respirando la colonia che mi ricordava casa.
Oliver è una delle poche persone che io abbia mai conosciuto, a sapermi prendere.
Di solito io non riesco a relazionarmi cn gli altri, tendo sempre a mettermi in disparte, evitando sguardi altrui. Con lui non è mai successo, nessun tipo di vergogna.
Oliver lo conobbi qualche giorno dopo aver compiuto 18 anni, Quando decisi di trasferirmi a Firenze per gli studi. Essendo più o meno nuova non sapevo come muovermi, dove andare, quali posti visitare etc. A Firenze sono "cresciuta" essendo i miei nonni abitano ancora là, mi avevano circa obbligata a frequentare l'università là, anche se sarebbe stato difficile per me, da una parte perché ero abituata al clima di Sheffield e dall'altra perché non avevo tantissimi amici  a Firenze, rispetto a Sheffield, inoltre loro sapevano della mia situazione e volevano che mi aprissi di più con le persone meno egocentriche, come i britannici, secondo mia nonna.
Con Oliver fu qualcosa di inaspettato ma piacevole.
All'inizio, la nostra amicizia, poteva essere malintesa essendo lui appiccicoso nei miei confronti, ma poi con il passare degli anni, le persone si sono abituate e non ci scambiano più per fidanzati, grazie a dio direi.
Con lui ho passato momenti felici e tristi, più tristi che felici, ma nonostante ciò lui ha sempre portato il sole nel mio cuore pieno di nuvole e tuoni.
Il ragazzo si staccò dall'abbraccio,  squadrandomi dalla testa ai piedi <<looking better than ever, love>> disse facendo l'occhiolino <<non mi fare arrossire roscio, non sei da meno>> risposi scompigliandogli i capelli.
Mi fermai un minuto in più per osservarlo <<ma che ci fai qua?>> Il ragazzo si morse le labbra, trattenendo un sorriso tra di esse <<mi mancava la mia migliore amica>> feci girare gli occhi all'indietro <<eyo, è vero>> disse incrociando le braccia al petto << andiamo in stanza, così parliamo meglio>> mi girai verso la nonna e le mandai un bacio volante <<scendiamo tra poco,ok? Let me know if you'll need another hand>> la nonna annuì e scomparve dietro la cucina <<OLIVER I NEED TO KNOW IF YOU EAT CHICKEN OR NOT>> urlò la nonna dalla sala da pranzo. Il ragazzo portò una mano sul viso <<l'avrò detto una quindicina di volte, SI MARY>> osservai la scena con un sorriso dietro i baffi.
In risposta la nonna non si fece sentire, dandoci il consenso di salire in camera.
Quando Oliver entrò la prima cosa che notò furono i dischi.
<< Ho proprio dimenticato come fosse  la tua camera>> poggiai il telefono sul comodino, mettendomi a sedere sul letto, seguita dal ragazzo.
<<Giá, ho solo spostato il mobile con tutti i dischi e l'armadio, poi il resto è rimasto uguale>> il ragazzo si girò verso il muro con tutte le polaroid attaccate e un sorriso si fece posto sulle sue labbra <<tornando al motivo della tua visita>> gli ricordai, facendo voltare la testa verso la mia figura, di nuovo.
Il ragazzo si morse il labbro <<a parte il fatto che mi mancavi, volevo tenerti compagnia. So che quello che ha detto Jace ti ha toccato nel profondo, lo so perfettamente.>> Quando pronunciò il suo nome, un groppo alla gola di formò, impedendo alla mia saliva di passare.
<< Quello che è successo è successo. Non mi aspettavo chissà cosa da parte sua, anche perché lo conosco davvero bene e so che quando si tratta di me, posso anche morire per lui>> risposi subito alla frase del ragazzo. Nonostante ci fosse una parte corretta io farò sempre in modo di non darlo a vedere, anche se davvero faceva male a sentire.
Con Jace era totalmente differente. Io e lui avevamo un rapporto di amore e odio, più odio che amore.
Mi trattava come se fossi la sua sorella minore, come se fossi davvero inconsapevole delle mie azioni. Con lui avevo subito una serie di litigi a causa di ciò.
Quando mi conobbe per la prima volta non riusciva a formulare una frase con me accanto, si imbarazzava a parlare davanti a tutte quelle persone, davanti a me. Quando dopo un mese riuscì a conoscermi meglio e a sentirsi a suo agio in mia presenza, incominciò a trattarmi da piccola del gruppo, facendomi sentire in imbarazzo.
Come avevo giá detto, non ero di molte parole e non sapevo relazionarmi con le persone che non conoscevo, e lui pensava che fossi un elemento davvero fragile, cosa che sono, ma non tanto da causare tante risse, litigi, fino ad arrivare a risse pesanti.
Diciamo che era abbastanza protettivo nei miei confronti e ci teneva, anche se durante alcuni scontri, diceva di non tenere per niente a me, che non gli importava con chi stessi o che cosa facessi, non gli importava di me e lo ripeteva sempre. L'unica cosa che non mi convinceva erano le continue lotte che creava e, queste famose lotte erano per la qualsiasi. A lui non andava mai bene nulla, né amicizie (a parte quella con Oliver e Skylar) né il modo in cui trattavo le persone, era una continua lotta, ma nonostante questo, gli ho sempre voluto bene.
<<Lo sai che ti vuole bene, non dire questo>> prese le mie mani nelle sue <<lo ha detto tantissime volte Oli>> sentivo le mani bagnate e bollenti, la testa incominciò a girare e la pancia decise di farmi presente di alcune fitte, facendomi strizzare gli occhi dal dolore << Andre? Ti senti bene?>> Disse togliendo una mano da dove erano le altre intrecciate, portandola sulla mia fronte <<si si, ho solo mal di pancia e mal di testa, passerà>> risposi guardando con un sorriso il ragazzo.
<<Sono qui, dai>> disse prima di avvolgere le braccia attorno al mio corpo minuto. Il calore che emanava mi trasmetteva un senso di calma e positività, mi sentivo a casa.
Portai le braccia attorno al suo torso, stringendomi al suo petto, poggiando la testa su di esso. <<Thank you>>sussurrai con un filo di voce.
Il ragazzo lasciò, prima di staccarsi, un bacio sui miei capelli, stringendomi un altro po'.
<<Ma quindi>> si sistemò meglio sul letto, incrociando le gambe <<chi sono questi ragazzi?>> Le mie guance si tinsero di rosso nel nominare i ragazzi. <<Tutti e quattro vivono nei paraggi e sono dei buoni amici.>> Portai lo sguardo per terra, cercando di pensare ad altre cose da dire <<sono una band chiamata Arctic monkeys e sono abbastanza bravi>> conclusi con un sorriso sulle labbra. Il ragazzo alzò il sopracciglio <<ho sentito da un uccellino che ti sei fidanzata>> mi trasformai in un pomodoro <<shit!>> Sussurrai con lo sguardo puntato per terra << è sempre uno dei ragazzi e non siamo fidanzati, è scattato un bacio e basta>> risposi sussurrando.
Mi sentivo in imbarazzo a parlare del bacio tra me e Jamie. Soprattutto a parlare con Oliver di lui mi creava un senso di disagio, come se non gli avessi mai parlato delle mie cotte e delusioni.
Il ragazzo incominciò a battere le mani <<riuscirò a incontrarlo prima di andarmene?>> Tornai a guardare il ragazzo <<s-se vuoi, a me farebbe solo piacere>> risposi ancora imbarazzata.
<<Potrei invitare i ragazzi a casa domani>> Oliver annuì felice <<dovrò parlare in inglese, no?>> Le mie labbra si unirono in una linea perfetta <<tu cosa dici?>> Oliver alzò in alto le mani <<vero, scusa per la domanda ignorante>> ridacchiai alla sua risposta <<ti troverai bene con i ragazzi, fidati, soprattutto con Alexander e Matt>> <<Uh Alexander! Mi piace come nome>> disse annuendo il ragazzo.
<<Sicuramente>>risposi portando lo sguardo fuori dalla finestra <<Comunque, potresti dire alla nonna che non sono in vena di mangiare? Mi faresti un grande favore. Ho bisogno di risposo prima di presentarti agli altri>>
Il ragazzo si alzò dal letto <<capito, buona notte stella polare>> disse lasciando un bacio casto sulla mia fronte <<notte stella del carro minore>> risposi sorridendo al gesto del ragazzo. Oliver sorrise e si avviò fuori dalla stanza, chiudendo la porta dietro di lui, lasciandomi da sola con i miei dubbi.
Decisi di sdraiarmi sul letto, pensando alla conversazione precendente con il ragazzo. Al solo pensiero, un senso di tristezza mi passò per il corpo, oscurando la vista per pochi secondi.
Mi girai di lato e abbandonai tutti i pensieri negativi, facendo riaffiorare immagini d'infanzia stupende.

Hello there, finalmente sono tornata con un altro capitolo. Sono felice di avere attirato l'attenzione di così tante persone, grazie davvero tanto.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
-fede

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