Kiss me, slowly

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I giorni passarono lentamente da quel famoso giorno di realizzazione.
Io ed Alex a stento ci parlavamo, e quelle poche volte che succedeva era per discutere sulla musicalità di alcune canzoni.
Era più o meno la stessa identica cosa con Jamie:
Il pomeriggio ci mandavamo messaggi o ci incontravamo in un bar per prendere una tazza di cioccolata calda o un caffè, ma nulla di troppo.
Ho preferito allontanarmi che fingere di essere interessata.
Inoltre, durante questo mese focoso, mi ritrovai molto vicina a Matthew e a Breana.
Con lei condividevo ogni singolo dettaglio futile della mia vita, includendo tutte le novità riguardante i ragazzi.
Nel frattempo mi dedicai alla riparazione della moto di Alexander, facendo allontanare i pensieri negativi.
<<Sweetheart, i'm gonna make some tea, do you want some?>> Chiese la nonna entrando dentro il garage.
Alzai lo sguardo verso la sua figura magrolina <<yep, thanks nana>> le sorrisi dolcemente << do you have any plan before the party?>> Poggiai la pezza nera per terra, alzandomi dal pavimento freddo << yeah, i have to finish this first and then I'll go to the Turner's>>. Indicai con il dito la moto accanto.
La nonna annuì << you did a great job Andre, by the way>> annuì fiera.
Poggiai un braccio attorno alle sue spalle << i know, i'm kinda proud of it. I can't wait to see his reaction.>>
Camminando verso la cucina, sistemandomi accanto al frigorifero, sopra il tavolino.
<< So, how's going with the boy>>
<< The boy? Do you mean...?>>
<<Jamie, Andrea>>.
Mi bloccai all'istante.
<<H-honestly good>>
<<You're lying to me>>
<< No i'm not>>
<<You asked me: the boy? It seemed like a question>>
Sentivo il suo sguardo pesante sul mio viso.
<< I'm not lying, and it wasn't a question>> risposi con un filo di voce.
La nonna fece girare gli occhi all'indietro.
<<I'm not asking twice>>
<< Is it about someone new...?>>
<<It could be, however i Alex's waiting. I cannot let him wait.>>
<<It could be? ANDREA? you are right on time! What the hell are you hiding from me?>>
<< Andr->>.
Scesi dal tavolino, ignorando la nonna dalle sue continue domande, uscendo dalla cucina.
<< I WILL FIND IT ANYWAY>>
Presi dal divano il mio cappotto nero, indossandolo
<< BY, SEE YOU LATER!>> La salutai prima di uscire da casa.
Infilai una mano dentro la tasca del cappotto prendendo la sigaretta elettronica.
Era da un pò, forse qualche settimana, che decisi di allontanarmi un po'dalle sigarette classiche, non solo per la mia salute, ma anche per quella della nonna.
Così, chiesi ad Oliver, esperto do sigarette elettroniche.
Il ragazzo mi parlò bene di una in particolare, dove Il sapore era orribile, anche perché il Oliver mi aveva consigliato di comprare il liquido alla menta, che non so per quale motivo, ma decisi di ascoltarlo, pentendomene amaramente.
La portai alle labbra, facendo grandi tiri, per poi buttare il fumo dal naso.
Il tempo sembrava essersi calmato.
C'era ancora freddo, ma non era il solito freddo di dicembre.
Le strade erano sfoglie.
Gli alberi erano ancora pieni di neve, data l'ultima nevicata e, il sole splendeva in una marea di nuvole grigie.
Continuai a "fumare" Durante il tragitto per casa Turner, arrivando dopo poco davanti alla porta d'ingresso.
Portai il dito sul pulsante accanto alla porta, lasciandolo premuto per una manciata di secondi. Nessuno venne ad aprirmi così ritentai, tenendo il dito premuto sul pulsante fino a quando la porta non si aprìm

<<WHAT'S THE MATTER WITH YOU! >> urlò quando notò la mia figura bassina accanto alla porta.
<< Molto felice di vedermi, direi>>
I miei occhi vagarono su tutto il suo corpo, notando che fosse ancora in pigiama e con i capelli scompigliati.
Il ragazzo sorrise, spostandosi di lato per farmi passare.
<<HAPPY BIRTHDAY>> urlai entrando dentro casa.
Il ragazzo incominciò a fare una serie di smorfie, chiudendo la porta alle sue spalle.
<< Mhm?>> disse poggiando lo sguardo verso le mie mani.
<< Ero più felice io quando mi regalarono una tazza per natale che tu adesso. E fammelo un sorriso>>
Gli pizzicai la spalla, poggiando poi la testa su di essa << ero più felice nel mio letto>> rispose sorridendo.
Alzai la testa dalla spalla del ragazzo, sbarazzandomi del cappotto, poggiandolo sul divano.
Mi Guardai attorno <<i tuoi?>> Chiesi sedendomi sul divano.
<< Fuori, se non sbaglio>>
Il ragazzo si posizionò accanto a me, sdraiandosi con la testa sulle mie cosce e le gambe lungo il resto del divano, poggiando i piedi su un cuscino.
<< ieri sera ti ho mandato il file, l'hai aperto?>>
Eviti il suo sguardo, sapendo di aver fatto tutto tranne che guardare il file. <<q-quale file??>>.
Il ragazzo fece girare gli occhi all'indietro, facendomi ridere << ti ho mandato una canzone Andrea. Una>>
<<Sono stata impegnata tutta la settimana, ieri sono crollata. Potresti riprodurla stesera >> << o...>> Tornai a guardare il ragazzo, facendogli l'occhiolino << adesso>>
Il ragazzo si girò di lato, mugugnando qualcosa di incomprensibile, poggiando una mano sul mio ginocchio.
<< Dammi un minuto, sono stanco>>
Portai una mano sui suoi capelli, incominciando a giocarci.
<< Tempo scaduto Turner, get your arse up>> Gli tirai leggermente i capelli, facendolo gemere dal dolore. Il ragazzo si alzò con malavoglia dalle mie gambe, alzandosi dal divano.
<< Una storia d'amore, cuore spezzato o?>> << Una ragazza>> aggiunge il ragazzo, scomparendo dentro una stanza.
<<Una ragazza?>>
<< Una ragazza>> sussurrai tra me e me.
Un sorriso spuntò sulle mie labbra, pensando alle possibilità o, sperando che quella canzone parlasse almeno un pochino della sottoscritta.
<< Perché stai sorridendo?>> Chiese il ragazzo con la chitarra acustica in mano
Portai il mio sguardo verso la sua figura alta << cosa?>>.
Rimanemmo fermi a fissarci per un paio di minuti, perdendomi nelle sue iridi marroni.
<< Niente niente>>
Il ragazzo si mise a sedere accanto a me, sistemando bene la chitarra sula sua coscia.
<< Quindi hai detto una ragazza>> i suoi occhi guardarono i miei << una ragazza>>
<< E che tipo di ragazza?>> Chiesi, poggiando il mento sulla mano.
Il ragazzo portò lo sguardo dall'altra parte della stanza, sorridendo.
<< Too much questions, you are asking too much questions, love>>
Feci girare gli occhi all'indietro al nomignolo.
<< love >> lo imitai, cambiando argomento.
<< Nome della canzone>> il ragazzo tornò a guardarmi.
<< Love is a blood bath >>
Sbuffai nel sentire il nome della canzone.
<< Cosa? Cosa c'è che non va?>>
<< Ci vuole qualcosa di delicato, l'amore è un bagno di sangue? seriamente Alex? Tu dovresti essere quello poetico!>>
Passammo più di una settimana a cercare un titolo perfetto per la canzone e ancora lui era in mezzo in una strada.
<< And do you still think love is a blood bath? lasciamo stare blood bath. Prova con...>>
<< Battle?>> Propose il ragazzo con convinzione.
Negai.
<< More gentle...like...>>
<< Gunshot?>>
<<Gunshot!?!?!>> lo guardai sgranando gli occhi.
Rimasi ferma un po', pensando alla parola giusta.
<<Laserquest>> proposi al ragazzo.
<<Preferivo i miei>> disse Alex ridendo.
Alzai il terzo medio verso la sua direzione, facendolo ridacchiare.
<<Quindi, me la fai ascoltare o no?>>
Alexander sbuffò, Incominciando a suonare.
Il mio sguardo passò dai suoi occhi, alle sue labbra.
Il modo in cui si muovevano, il modo in cui le inumidiva, bagnandole dolcemente con la lingua, mi faceva un certo effetto.
Ripensai alla scena delle sue labbra sulle mie.
Un brivido mi attraversò tutta la colonna vertebrale, facendomi chiudere gli occhi per pochi secondi.
I miei occhi, una volta aperto, ritornarono fissi sul suo viso ben definito, dal naso leggermente grande, alla mascella spigolosa. Ero talmente presa dall'osservare il volto del ragazzo che non mi resi conto che avesse finito di cantare e che avesse il volto, con un sorriso sgargiante sulle labbra, rivolto verso di me.
<<Andrè?>>
Mi schiarì la voce, cambiando direzione dello sguardo << sembra abbastanza okay>> risposi come se avessi ascoltato ogni singola parola.
<< Tu credi? Non mi convince la parte iniziale>>. Negai con la testa << secondo me va bene>>.
Il ragazzo poggiò la chitarra accanto a lui, accavallando le gambe << non mi convinci>> i suoi occhi passarono dalle mie labbra ai miei occhi, velocemente.
All'improvviso la stanza divenne un focolaio.
La voglia baciarlo era tanta, come lo era quello di non farlo.
Entrambi ci girammo verso lati opposti, facendo finta di niente.
<< Quindi hai detto che i tuoi staranno fuori fino...?>> Il ragazzo tornò a guardarmi. << Non saprei, dovevano prendere un paio di cose per stasera>>
<< Non vedo l'ora di bere!>> Commentai infine.
<< basta che non finiamo come l'ultima volta, Turner credo in te>> scherzai con un sorriso malizioso sulle labbra, facendo riconnettere i nostri occhi, per la milionesima volta.
<< Farò di tutto per non metterti le mani addosso. Hai la parola di Alexander Turner>>
<<David>> inserì, facendo sbuffare il ragazzo.
<<Alexander David Turner>> Disse completamente.
La mattina passò abbastanza velocemente.
Ci perdemmo in chiacchere riguardante la festa, parlando del più e del meno.
Avevamo deciso di andare direttamente noi a comprare cibo spazzatura e bevande varie, anche per una questione di gestione dell'alcol.
Il ragazzo menzionò un bel po' di volte la presenza di una Alexa alla festa, ma non approfondì l'argomento, anche se a me non interessava.
Non ero gelosa.
Oppure si, ma non ne avevo la motivazione.
Tra me e Alexander non è mai successo nulla, lui è ancora innamorato di Alexa e va bene così.
Non ero gelosa.
Quello che c'è stato è solo un lontano ricordo mai ricordato, e così rimarrà.
Nella mia mente vagava, ancora, la visione delle sue labbra sulle mie, le sue mani che stringevano la mia vita e il suo profumo, facendomi perdere di nuovo in una dimensione diversa.
Il ragazzo, in risposta, cercò molte volte di farmi tornare con i piedi per terra, anche se sembrava impossibile.
Non riuscivo a togliere dalla mente la sensazione del calore del suo corpo accanto al mio.
Incantevole.
La nonna chiamò un paio di volte, per assicurarsi che io non sia morta o cosa.
Passammo il tempo a sistemare casa.
Oltre a passare l'aspirapolvere per tutta casa, sistemai le patatine su una decina di contenitori, ordinandoli su un tavolo con tre bottiglie di vodka liscia, mentre le birre vennero messe nel frigo, insieme alla torta e ai vari amari.
Il tempo insieme passò allegramente, tra un adults is talking e un the trooper si fecero le 6 del pomeriggio.
<< Solo tu puoi ballare sopra live forever>> disse il ragazzo rubando una patatina dal contenitore giallo.
Sistemai l'ultima bottiglia di Gin accanto al tavolo in cucina, canticchiando la canzone.
<< Parla colui che scopa a ritmo di neon moon>> il ragazzo sbuffò annoiato, facendomi girare verso di lui.
Aveva una mano poggiata sulla pancia e mi stava guardando con un mezzo sorriso sulle labbra.
<< Damn Helders!>> Incominciai a ridere.
<< Oops>> mi avvicinai a lui, stropicciadogli i capelli con la mano.
Il ragazzo afferrò il mio polso << ei, giu!>> Fece girare gli occhi all'indietro << i capelli no>> disse lentamente.
Annuì, facendo un sorriso malizioso.
Lasciò la presa sul mio polso, facendo segno di negazione con la testa. Portò lo sguardo verso l'orologio, spaventandosi dall'orario. <<è arrivato il momento di abbandonarti, ci vediamo dopo. Non fare tardi!>> Disse il ragazzo pizzicandomi la guancia prima di scomparire dalla cucina.
sbuffai dalla reazione del ragazzo, andando nel salone. Indossai il cappotto, uscendo finalmente da casa Turner.
Infilai la mano dentro la tasca sinistra del cappotto, cercando la mia sigaretta elettronica che trovai, incominciando a fare grandi tiri, passando il tempo durante il tragitto per casa.

Used to be my boyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora