Capitolo 3 - Barretta

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«Mina» Richiamai l'attenzione della mia compagna di banco poco prima dell'inizio delle lezioni.

«S-si Momo?»

«Mi stavo chiedendo, ti va di pranzare con me e le mie amiche oggi?» Ci conosciamo solo da qualche giorno, ma vedere Mina sempre da sola mi metteva tristezza. Non che mi facesse pena o altro, magari aveva le sue buone ragioni per rimanere sola, mi andava soltanto di invitarla e di passare più tempo con lei.

«N-non posso, mi dispiace».

Non fui rattristata dalla sua risposta, forse perché un po' me lo aspettavo. «Va bene Mina, non preoccuparti»

«P-però se vuoi v-vengo a colazione... D-di solito pranzo e ceno c-con quello che mi capita» Forse la frase più lunga che le abbia sentito pronunciare da quando la conosco.

«Mi farebbe davvero piacere!» Le regalai il sorriso più veritiero che potessi farle.


Le lezioni terminarono in fretta e dopo aver riaccompagnato Mina davanti alla porta della sua camera, che si trovava proprio poco prima della mia, andai a cercare Chaeyoung per andare a pranzo. Jihyo mi aveva già avvertita che sarebbe andata a prendere Sana e che ci saremmo poi incontrate direttamente in mensa.

Ultimamente aveva legato molto con mia sorella, non faceva altro che stare con lei. Per un momento pensai anche che avesse una sorta di cotta, ma decisi di domandarglielo in un secondo momento.


Entrai in camera e trovai Chaeyoung a sgranocchiare una barretta energetica. Appena mi vide cominciò a masticare più lentamente.

«Quella non è mia?» Domandai indicando la barretta che aveva tra le mani.

«Cosa?» Mi rispose nascondendola dietro la schiena.

«Chaeyoung, quella è la mia barretta!»

«Non so di cosa parli» Fingeva di non sapere nulla con la bocca ancora piena.

«CHAEYOUNG!» Si alzò velocemente dal letto e con uno scatto improvviso riuscì a sorpassarmi, iniziando a scappare per il corridoio.

Non ero gelosa delle mie amiche... Ma del cibo, cavolo se lo sono!

Cominciai a correrle dietro, ignorando la miriade di persone che mi dicevano di stare attenta a non urtarli. Chaeyoung stava schivando più persone possibili, quella donna era incredibilmente agile, ma anche con l'affanno e i vari rimproveri da parte delle ragazze del collegio, riuscii a raggiungerla.

Quando arrivammo davanti alle scale, si mise seduta sopra alla ringhiera di marmo, scivolando fino al piano terra. Appena scese, si sistemò la divisa stropicciata ed alzò lo sguardo solo per regalarmi una dolce e simpatica linguaccia, come se avesse avuto otto anni. É incredibile come questa ragazza riesca ad essere matura su molti argomenti, poi decide di cadermi in queste cose...

La guardai dall'altro e cominciai a scendere le scale il più velocemente possibile... Avrei potuto scivolare dalla ringhiera per fare prima, ma volevo evitare di fare figuracce... Ero molto propensa a farle, imbranata proprio come mia sorella.

Infatti, appena Chaeyoung varcò la porta della mensa, misi male un piede davanti al quarto o quinto gradino ed inciampai per le scale, trascinando con me una povera ragazza. Caddi proprio sopra di lei ma appoggiai le mani sul terreno poco prima di finire a terra per non buttarmi con tutto il mio peso sul suo corpo.

«Cazzo, mi dispiace» Non ebbi il coraggio di aprire gli occhi per vedere quante persone mi stessero fissando. Inoltre, avevo i palmi delle mani che mi pulsavano dal dolore.

«Ci incontreremo mai in maniera normale?» Domandò la ragazza, costringendomi ad aprire gli occhi.

Non ci potevo credere, era lei... La ragazza del libro. «Cazzo, mi dispiace»

«Si, l'hai già detto» Si mise a ridere, sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Le feci cadere i libri la prima volta che ci incontrammo, ora le sono praticamente caduta addosso, eppure continua a ridere ignorando del tutto il modo la mia goffaggine, o forse rideva proprio per quello? Che persona strana è mai questa?

«Hai ragione» Cominciai a ridere con lei.

Mi trovavo ancora sopra la ragazza bianca e cominciai a fissarla, il sorriso pian piano scomparve e anche il dolore che sentivo fino a prima sulle mani, stava facendo la stessa fine. L'unica cosa che riuscivo a fare, era fantasticare su quanto fosse dannatamente bella con quella carnagione chiara, somigliava al tofu... Perchè avevo questi pensieri ora? Soprattutto per una ragazza.

Si schiarì la voce, facendo si che smettessi di ridere come un'ebete. «Ti dispiace?» Indicò praticamente tutta me stessa.

«Cosa?» Guardai la posizione in cui mi trovavo e arrossii: Le mani proprio accanto alle sue braccia, le nostre gambe erano attorcigliate e come se non bastasse i nostri volti erano a pochi centimetri di distanza, potevo sentire il suo respiro sulle mie labbra. «Ah si, scusa» Mi feci da parte alzandomi, prima di allungarle la mano per aiutarla ad alzarsi. Le persone intorno a me scomparvero, in quel momento esistevamo solo io e lei.

«Bene, è stato un piacere...?» Fece una breve pausa interrogativa, probabilmente voleva sapere il mio nome.

«Momo»

«Bene, è stato un piacere Momo» Mi sorrise e ci fissammo per svariati secondi «Momo?».

«Che c'è?» Ero ancora li che la fissavo... Dio mio, sembravo proprio stupida.

«Mi lasceresti la mano?» Si mise di nuovo a ridere.

«Oh, si... Scusa» Pensai di aver fatto una figuraccia ma no, lei sorrideva e basta. Può una persona sorridere così tanto?

La guardai andarsene via mentre camminava, persino il modo in cui disponeva le gambe l'una davanti all'altra mi affascinava. Continuai a fissarla mentre la mia mano era ancora tesa, il suo tocco, la sua mano morbida e diav-

Scossi la testa appena uscì dal mio campo visivo e tornai alla realtà. Dovevo uccidere Chaeyoung.





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ANGOLETTO:

Ok, troppo cliché? 😆

Comunque scusatemi se è un po' corto ma ho avuto da fare e l'ho scritto praticamente adesso... 😅

Spero di poter recuperare con il prossimo! 😁

Cliché || DahmoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora