-Prologo- (revisionato)

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I miei passi riecheggiarono nel corridoio dell'istituto, mentre lo attraversavo a testa alta, cercando di ostentare sicurezza.
Ad ogni passo, tutti gli occhi si spostavano verso di me, mentre le conversazioni si facevano sempre più silenziose. Avrei voluto urlare, ma ormai non mi importava neppure più.
Era la terza scuola che cambiavo nel giro di un anno. Probabilmente sarebbe successo ancora, quindi perché preoccuparmi dell'opinione che quella gente si sarebbe fatta di me? Tempo qualche mese e non li avrei rivisti mai più. Sospirai.
Forse i miei genitori avevano ragione. Studiare privatamente mi avrebbe facilitato la vita... eppure frequentare una scuola pubblica, seppur sempre differente, mi dava la sensazione di non essere propriamente "solo".
Abbassai lo sguardo verso la piantina della scuola che la segretaria mi aveva consegnato qualche minuto prima e mi diressi con calma alla mia prima lezione.
Biologia? Figo, mi era sempre piaciuta.
Preso a guardare il foglio che avevo tra le mani, non mi accorsi del ragazzo che avevo davanti. Almeno fino a quando non mi fu letteralmente addosso.
L'impatto fu tanto violento da sbilanciarmi indietro. Ringhiai.
-Guarda dove vai, coglione. - Non mi guardò neppure, mentre si rigirava il telefono tra le mani, cercando di capire se il nostro scontro lo avesse in qualche modo danneggiato.
- A meno che tu non sia fatto di pietra, credo che il tuo cellulare stia bene. - Sussurrai.
Lui per tutta risposta ci soffiò sopra, cacciandoselo poi nella tasca. Aspettai che portasse la sua attenzione su di me.
- Mi dispiace. Ero distratto. - Sorrisi falsamente.
Lui mi squadrò dall'alto in basso. Non serviva chiedersi il perché: il fatto che indossasse la felpa della squadra di football della scuola la diceva lunga su chi fosse e su come si comportasse di solito con gli studenti.
- Sei nuovo? - Annuii. - Sono Blaise Zabini. -
Avrebbe dovuto importarmi?
- Harry Potter. - La sua espressione mutò.
La spavalderia scomparve, e tutto quello che rimase sul suo viso fu solo puro timore, misto a sorpresa. Gongolai.
- Aspetta. Quel Potter? - Mi strinsi nelle spalle.
- Ne conosci molti che vivono in questa parte del paese? -
- Tu--Tu sei il discendente del casato reale dei Potter. -
Perspicace...
- Diciassettesimo erede al trono. Harry James Potter. - Sorrisi nuovamente, questa volta un po' più sincero. Amavo vedere persone come lui abbassare la cresta, al solo sentire il mio nome. - E se adesso vuoi scusarmi... sono in ritardo per le mie lezioni. - Non gli diedi neppure il tempo di rispondere, mentre lo superavo.
Un paio di studenti ridacchiarono, così gli rivolsi un occhiolino.

- Bene ragazzi. Prima di iniziare la lezione di oggi, c'è qualcuno che voglio presentarvi. - Il professore mi fece cenno di avvicinarmi così mi affiancai alla cattedra. -Lui è Harry. Avrete modo di conoscerlo tutti nei prossimi giorni. Intanto vi chiedo di essere gentili con lui e farlo sentire a suo agio. - Batté le mani con un po' troppo entusiasmo. Nessuno si aggiunse. -Allora, direi che per oggi puoi accomodarti vicino al signor Malfoy. - Indicò un punto indefinito della stanza, dove mi accorsi ci fosse l'unico banco ancora libero. -Che casualità, anche il signor Malfoy si è appena trasferito. Credo che vi troverete bene insieme.-
- Grazie mille. - Sorrisi ancora una volta, prima di aggiustare il cinturino della mia borsa sulla spalla, ed avviarmi verso il mio posto.
Il presunto Malfoy alzò una mano, come per essere sicuro che avessi capito dove dirigermi, così mi sedetti velocemente al suo fianco, il suo profumo mi invase le narici.
Sapeva di ammorbidente.
Sul serio Harry? Ammorbidente?
Lo guardai. Aveva gli occhi di un lucente grigio, e i suoi capelli biondo platino erano scombinati sulla testa, segno che non li avesse neppure pettinati. Eppure il suo aspetto non aveva nulla di trasandato...
Un bigliettino mi volò sul banco.
" Sono Draco Malfoy ;)"
La scrittura era ordinata, elegante, così simile a lui, che se ne stava sorridente, dietro la mano su cui poggiava con nonchalance il mento.
"Harry Potter."
"E' un piacere conoscerti, Harry."
Sospirai di sollievo. Per un solo attimo, mi ero preoccupato del fatto che avesse potuto reagire come tutti gli altri. Eppure lui sembrò così spensierato, così naturale...
"Non sai chi sono?"
Non sapevo cos'altro scrivere.
"Dovrei?"
Scrisse velocemente.
Lessi la confusione nei suoi occhi, così mi affrettai a rispondere.
"Niente affatto."
Gli rivolsi un piccolo sorriso.
Avevo come la sensazione che con lui valesse la pena comunicare. Infondo l'ultima persona con cui avevo avuto delle conversazioni normali era stato il mio migliore amico Ron, ma con i miei trasferimenti adesso eravamo costretti a sentirci solo tramite telefono.
Mi mancava avere un amico. Uno vero.
"Ora che mi ci fai riflettere però... hai un viso conosciuto. Possibile che tu sia un modello? O qualcosa del genere?" Non potei fare a meno di ridacchiare.
"Oddio no. Non amo la notorietà. Preferirei l'anonimato."
"Fidati. Sei tutto tranne che anonimo."
La frase mi fece perdere il sorriso che mi aleggiava guardingo sul volto.
Forse mi stava solo prendendo in giro.
"Cosa intendi dire?"
Ma la campanella suonò, interrompendo bruscamente il nostro scambio di foglietti.

Draco si alzò in fretta. Avrei voluto dire qualcosa, ma nel tempo che ci misi a mettere il quaderno in borsa, lui era già fuori. Sbuffai.
-Allora, come ti è sembrata questa prima ora? - Il professore mi fermò. Io mi strinsi nelle spalle. Non avevo sentito neppure una parola di quelle che aveva pronunciato. Non sapevo neppure a che punto del programma fossimo. -Tranquillo. Ci vorrà un po' prima che tu possa orientarti in questo nuovo ambiente. Prenditi pure il tuo tempo. - Mi diede una pacca sulla spalla.
-Grazie professore. - Presi il programma e la cartina dalla tasca e mi avviai fuori.
-Che lezione hai dopo?- Draco mi aspettava alla porta, appoggiato al muro bianco all'esterno. Per poco non mi volarono le schede dalle mani.
-Cosa?-
-Ti ho chiesto che lezione hai dopo. - La sua voce era roca, e allo stesso tempo suadente. Come se i tratti eleganti della sua penna fossero gli stessi che coloravano le sue corde vocali.
Dovetti metterci troppo a rispondere, perché lui alzò gli occhi al cielo, e strappò dalla presa il foglio con i miei orari. - Che palle. Letteratura. - Sbottò. - Sai dove si trova l'aula? - Credeva che io fossi un bambino?
- Sai, esiste una cosa chiamata cartina. Credo che dalla segreteria te la diano proprio per farti sapere dove tu debba andare.- Questa volta fui io a strappargli i fogli dalle mani.
- Dio, ragazzo. Sei decisamente più simpatico come amico di penna. - Mise le mani in tasca.
-E tu sei molto più carino quando stai zitto. -
- Avrebbe dovuto essere un'offesa? - Scoppiò a ridere.
Provai a non arrossire. In effetti ero stato pietoso.
- Lascia perdere. Non ho bisogno del tuo aiuto. - Gli tirai una spallata, poi me ne andai.
Sconfitto. Davvero sconfitto.
Come cazzo mi era saltato in mente di dirgli che era carino? Così, senza cognizione di causa.
- Ci si vede Sfregiato.-
Gridò lui alle mie spalle.
Inconsciamente toccai la cicatrice sulla mia fronte.
Fanculo.

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Ehilà. Questo era il prologo di "Ci sono anch'Io". Sarei felicissima di sapere cosa ne pensate, e mi scuso per gli errori commessi, ma non ho ricontrollato prima di pubblicare. Scusate. Spero comunque sia accettabile e aspetto le vostre impressioni. Un bacio...
E non dimenticate di accendere la stellina ;)

Ci sono anch'Io || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora