Epilogo pt1

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IMPORTANTE
Epilogo!!! *Piange*
Dato che l'ispirazione è venuta tutta alla fine, l'epilogo di questa storia è uscito infinitamete lungo. Per questo anche se odio farlo, sono costretta a dividerlo in due parti... se non tre. Spero comunque che questa prima parte vi piaccia. Fatemelo sapere con un commento e/o accendendo la stellina ☆ qui sotto. Un bacione e buona lettura C:

Epilogo

Stare senza Draco era la cosa più difficile che mi fosse mai capitata. Dopo aver vissuto insieme per oltre tre mesi senza alcun litigio, e senza mai lasciarci, ora averlo lontano mi risultava impossibile.
Era partito da quattro giorni per un incarico in Romania e sarebbe rimasto lì per un'altro paio.
Sospirai fermandomi dal pulire il bancone e guardai la grande finestra enorme sulla quale si aveva la visuale dell'intero complesso studentesco.
"Potter, non ti pago per guardare fuori." Mi riprese il capo riscuotendomi dal contemplare l'esterno.
Grazie alla magnanimità del direttore della scuola e alle raccomandazioni del mio ragazzo, ero riuscito infatti ad avere il posto come cameriere nel bar in cui Draco aveva incontrato per la prima volta il mio migliore amico, a pochi passi dalla scuola e ad un isolato di distanza da casa nostra.
Come allora la stanza era impregnata di puzza di fumo e capitava spesso che qualche simpatico signore si divertisse ad istigarmi consumando il suo sigaro proprio sulla mia faccia mentre il proprietario se la rideva.
"Mi scusi signore." Borbottai alzando gli occhi al cielo e tornando al mio straccio. Il rumore della porta mi fece alzare lo sguardo svogliato, che subito riprese vigore quando incontrò dei meravigliosi occhi nocciola. Un ragazzo sulla ventina veniva spedito verso il bancone.
"Salve." Salutò con un sorriso, io ricambiai cordiale, aveva dei capelli neri come la pece e sconvolti dal vento che imperviava per le strade, il fisico massiccio di uno sportivo e un accenno di barbetta che lo rendeva ancora più trasandato e carino.
"Salve. Desidera?" Chiesi mollando finalmente la pezza per pulire ed avvicinandomi a lui per avere l'ordine.
"Un caffe macchiato per favore." Chiese e sedendosi appoggiò i gomiti sul tavolo. Cominciai a fare ciò che mi aveva chiesto, ma il mio pensiero ritornava sempre involontario sul mio ragazzo.
"Ma ci conosciamo?" La voce mi arrivò confusa e suadente dalle mie spalle. Mi girai indeciso sul soggetto alla quale la frase era rivolta. Gli occhi puntati su di me mi fecero intendere che fossi proprio io.
"Emhhh..." Mi grattai la nuca assottigliando gli occhi imbarazzato, cercando di focalizzare le sue caratteristiche come potenzialmente conosciute.
"...no. Mi spiace." Dissi infine rinunciando. Lui sospirò continuando ad osservarmi.
"Che scortese. Sono Sean." Disse porgendomi la mano. Io la accettai prima di mettergli davanti il caffè ormai pronto e andare a sparecchiare i tavolini rimasti vuoti.
Il ragazzo tossì cercando la mia attenzione e io lo accontentai fermandomi dall'uscire dal dietro del bancone. "Non posso sapere il tuo nome?" Chiese con un sopracciglio alzato in una palese forma di ironia. Scossi la testa. "Sono Harry. Harry Potter." Risposi. E con un sorrisino che mi aleggiava sul viso, tornai al mio lavoro.

"Mi manchi." Mi lamentai al telefono mentre mi spalmavo sul divano comodo.
"Harry. È solo per qualche giorno..." si giustificò Dray ridacchiando. Mi imbronciai. "Questo è un modo per dire che non ti manco?" Chiesi indispettito.
"Smettila. Lo sai che mi manchi come l'aria, e non fare il broncio." Mi riprese dolce. Io sorrisi. "Così è
meglio." Continuò con uno sbuffo. Ci fu qualche istante di silenzio. Non quel silenzio imbarazzante, ma quel silenzio pieno di sentimento, pieno di parole non dette che aleggiano nell'aria.
"Ti amo." Disse a bassa voce. "Sempre." Risposi io. Poi senza aspettare una risposta, attaccai, sapendo per certo che ormai la conversazione era finita.
Mi lasciai andare ad un sospiro liberatorio mentre sprofondavo ancor di più nella comoda seduta.
"Dovrei chiamare Ron..." borbottai scocciato non sapendo come passare il resto della serata. Feci per comporre il numero, ma prima di attivare la chiamata chiusi tutto e misi il telefono in tasca. Avevo dei compiti da fare, e dato che quando Draco era a casa finivo sempre per fare tutto tranne che  studiare, decisi di portarmi un po' avanti con il lavoro.
Presi tutti i libri e li posizionai sulla scrivania dello studio, poi accesi come sottofondo la radio con un disco di cui non conoscevo neppure una canzone, così da non correre il rischio di distrarmi cantando.
Il campanello suonò facendomi spaventare. Guardai l'orologio accorgendomi di quanto fosse tardi. Ero rimasto per qualche ora sui libri e adesso   la mia testa supplicava pietà. Strofinai gli occhi e a piedi nudi mi avviai verso la porta, curioso di chi potesse essere a quell'ora. Erano le nove passate...
Aprii lentamente e osservai stranito e sorpreso il ragazzo che mi stava davanti.
"Cosa ci fai tu qui?" Chiesi a quello che ricordai essere Sean. Lui sembrò in conflitto con se stesso e si guardò intorno imbarazzato.
"Mi spiace. Io sono passato al locale e non c'eri, così il tuo capo mi ha dato l'indirizzo." Si scusò guardando in basso.
"Stupido idiota.." borbottai riferendomi a quello stupido per cui lavoravo. Poteva aver dato il mio indirizzo ad un maniaco sessuale. Come si permetteva? L'indomani mi avrebbe sentito. A costo di lavorare il doppio.
"Mi spiace, non dovrei essere qui..." sussurrò ancora, ma stavolta i suoi occhi marroni si incastrarono nei miei e una strana sensazione mi colpì all'altezza del cuore. C'era qualcosa in lui. Qualcosa che mi disarmava. Qualcosa che mi portava ad un tempo in cui ero felice. Qualcosa che mi ricordava Lei.
"Infatti. Non dovresti." Dissi cercando di scacciare quella sensazione e chiudendo la porta. Ma il suo piede mi impedì di concludere l'opera. Aprii nuovamente la porta. "Harry. Ti prego posso entrare?" Mi chiese e con quel suo viso anche il migliore degli angeli gli avrebbe aperto le porte del paradiso.
"Non ti conosco nemmeno." Risi come un idiota alla sua richiesta.
"Ma io sì..." si lamentò e per un momento pensai che stesse per mettersi a piangere, ma poi notai che i suoi occhi erano perfettamente nitidi e luminosi. Scossi la testa.
"Non dire idiozie. Mi dispiace ma devo chiederti di andare via." Continuai con tono pacato, ma dentro di me ero terrorizzato. Quel tizio poteva essere chiunque.
"Tu non capisci.." Sean strinse i pugni e io rabbrividii.
"Vai via." Ringhiai convinto fermando la sua frase.  Lui sbattè il pugno sulla porta, proprio accanto alla mia faccia e non guardandomi neppure se ne andò.
Mi accasciai sulla porta chiusa come se tutta la forza e la volontà mi avesse abbandonato all'improvviso. Non sapevo perchè reagivo in quel modo. Ma quel ragazzo. Quegli occhi....
Il telefono squillò nella stanza accanto e grato della distrazione lo andai a prendere.

Da: Dray

Buonanotte amore

La paura e la tristezza provata a contatto con Sean si dissolse nell'aria. Mi buttai sul letto e mi accoccolai con il telefono tra le braccia come per proteggere quella scintilla di amore e gioia da un esterno buio e senza alcuna emozione. Non feci neppure in tempo a mettermi comodo sotto le coperte, perché orfeo mi rapì portandomi nel mondo dei sogni.

Ci sono anch'Io || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora