3 CAPITOLO -Sognami-

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-Forza, svegliati bell'addormentato nel bosco. - La voce di Draco si fece largo nei miei sogni, facendomi sbuffare.
Mi aggrovigliai nelle coperte, voltandomi dall'altro lato, supplicandolo mentalmente di lasciarmi in pace. - Andiamo, Potter. Non vorrai far tardi il tuo secondo giorno. - Continuò il biondo.
Non ce lo aveva un interruttore di spegnimento? Avrei preferito di gran lunga l'essere ignorato.
Scalciai tra le lenzuola, ritrovandomi a pancia in sù.
- Ti prego. - Mormorai. - Le lezioni cominciano alle dieci. -
Passarono alcuno secondi di tranquillità, e ingenuamente pensai di essere libero.
Poi un peso all'altezza dello stomaco mi fece sollevare di scatto.
-Ouch!- Draco gemette, mentre sbattevo la testa contro la sua. -Dejavù.- Si massaggiò cautamente la fronte, sorridendomi malizioso.
- Draco. Pesi. - Cercai di levarmelo di dosso.
Non volevo ripetere l'esperienza di essere baciato per un suo capriccio. Mi era bastata la prima volta.
-D'accordo.- Sospirò sconsolato.
Poi scavalcandomi si rimise in piedi e mi sovrastò con la sua altezza. - Ma tu muoviti. O faremo tardi.- Incrociò le braccia al petto, arricciando le labbra.
Solo allora notai fosse vestito di tutto punto nella sua uniforme immacolata: i pantaloni neri erano coperti dal maglioncino dello stesso colore, sotto il quale spuntava il colletto di una camicia bianca.
-Tardi per cosa?-
-Per la colazione, ovviamente.- Si avvicinò alla scrivania, afferrando la mia divisa, prima di lanciarmela addosso. - Te ne sei già dimenticato? - Si strinse innocentemente nelle spalle.
-Non ho mai accettato di venire con te. - Doveva essere per forza così invadente?
- Avanti alzati, non vorrai svenire nell'ora di filosofia...- Mi prese per un polso, tirandomi fuori dal letto. Per un attimo pensai di ribellarmi, mandandolo a farsi fottere, poi però presi un bel respiro e mi calmai. Avevo promesso di comportarmi bene.
E poi avevo fame.
-Non lo faccio per te.- Brontolai.
Stetti per andarmi a rinchiudere in bagno, ma Draco mi travolse in un inaspettato abbraccio, al quale mi ritrovai a ricambiare per un solo istante, prima di rimanere rigido e imbarazzato tra le sue braccia. Il cuore a mille e le guance più calde del solito.
- Nessuno ti ha mai insegnato a non invadere gli spazi personali altrui? - Lo spinsi indietro.
- Mi dispiace. - Lo disse, ma sorrideva come un bambino.
-Stronzo. - Mi affrettai in bagno, sbattendogli la porta in faccia.

                            

BALLO IN MASCHERA.
TUTTI GLI STUDENTI SONO INVITATI A PARTECIPARE.
VI ASPETTIAMONUMEROSI!

-Ballo in maschera? Davvero esistono ancora eventi del genere? - Draco mi trascinava dietro di sé, come un cagnolino al guinzaglio, tenendomi da un polso.
- Non solo esistono, ma qui rappresentano il massimo del divertimento scolastico. - Il biondo rise, senza accennare a rallentare, mentre io ancora tenevo gli occhi fissi sulla bacheca.
Mi ci volle quindi, qualche attimo, prima di capire che stavamo uscendo dall'istituto.
Mi piantai con i piedi per terra.
- Aspetta un attimo. Credevo stessimo andando a fare colazione. - Lui mi guardò disorientato.
-E' quello che stiamo facendo, sì. -
- Uscendo dall'istituto? Vuoi farmi mettere nei guai, per caso? - Strattonai il mio braccio dalla sua presa, facendo un passo indietro.
- Oh andiamo... il caffè di questa scuola fa schifo. - Si lamentò lui. - Non finirai nei guai... in pratica ogni studente di questo istituto esce a far colazione. - La mia faccia doveva essere tutto tranne che convinta, così Draco agitò una mano in aria. - Lo giuro, andiamo solo alla fine della strada. Non ci sarà alcuna conseguenza. -
Avrei voluto continuare a negargli il mio assenzo e tornare a dormire, ma altri studenti varcarono la soglia della scuola, così annuii leggermente.
- Hai fatto la scelta giusta. - Mi afferrò di nuovo per il polso.

Il bar alla fine della strada si rivelò tutt'altro che piccolo. La barista, non appena scorse una faccia nuova, infatti, si cimentò in una lunga e dettagliata storia del luogo, compresa di descrizioni degli ambienti adiacenti. La struttura era di almeno tre piani, senza contare la piccola taverna nel sottosuolo, e la serra sulla terrazza.
-Dove preferite sedervi? Gli studenti come voi di solito affollano la libreria. - Il suo sorriso era luminoso, mentre ci indicava una porta in fondo alla sala principale, dove si udiva un vociare indistinto.
-Libreria? Sul serio? - Guardai Draco, che annuì leggermente.
Avevo sempre amato le librerie...
-Prego, vi faccio strada. -
La sala era immersa nella luce delle grandi finestre che costeggiavano la parete ad est, dalla quale entravano i primi raggi del sole. Draco aveva avuto ragione, la maggior parte degli studenti nel nostro istituto era assiepata lì
dentro.
Non che ne ricordassi i volti, ma la divisa scura con lo stemma della nostra scuola pareva essere ovunque, intorno a noi.
La ragazza ci fece accomodare in uno dei pochi angolini rimasti liberi, promettendoci di portare i nostri ordini nel minor tempo possibile, affinché potessimo arrivare in orario alle nostre lezioni mattutine.
-Wow.- Passai una mano sul legno del nostro tavolino, simile a quello delle grosse librerie che dividevano la sala in piccoli e intimi quadrati. L'atmosfera era suggestiva, inebriante. L'odore della carta e dell'inchiostro aleggiava nell'aria, unito a quello del caffè e brioche appena sfornate. - E' un posto fighissimo. -
- Non ti facevo un tipo da biblioteca. - Commentò Draco. Se ne stava con il mento appoggiato sul palmo aperto, fissandomi. Arrossii.
- Non sono mai stato bravo a scuola, ma lo ammetto: ho un debole per la letteratura. - Non sapevo neppure il perché lo stessi ammettendo ad alta voce, a Draco per giunta... eppure l'aria che stavo respirando mi faceva sentire così a mio agio da non trovarlo strano.
- Interessante. Ci sono altri lati della tua personalità che vuoi condividere con me?-
- Non amo parlare di me stesso. - Scrollai le spalle, osservando i titoli dei libri dietro il mio interlocutore.
- D'accordo, signor Mistero. Allora di cosa ti andrebbe di parlare?- Si mise più comodo sulla sedia, passandosi una mano tra i capelli biondi.
-Dobbiamo per forza parlare di qualcosa? Non ce ne potremmo, invece, stare qui in silenzio?- Sbuffai. Lui ridacchiò, prima di mimare con la mano che stava per cucirsi la bocca.
Sorrisi anche io.
Riuscimmo ad assaporare vari minuti di silenzio, che utilizzai per passare in rassegna ogni volume a portata di vista, prima che arrivassero i nostri cappuccini, insieme ad un piattino ricco di biscotti e pasticcini vari.
- Cosa intendevi dire, ieri, quando mi hai scritto, che ero sono qualcuno che si faceva notare?-Chiesi dopo un po'.
-Credevo stessimo cercando di goderci un po' di tranquillità.- Mi punzecchiò Draco, ma era chiaro che il suo fosse un modo per mascherare l'imbarazzo.
- Se non vuoi rispondere è uguale. - Non era vero. Volevo sapere cosa ne pensasse realmente di me, se fosse a conoscenza della mia identità, del mio nome, della mia posizione in quella società.
- No, sì... cioè... è che un ragazzo come te non può far altro che attirare l'attenzione.- Rispose abbassando la voce in un sussurrato borbottio sconnesso. - Insomma, penso che tu lo sappia.-Aggrottai le sopracciglia.
-Parla chiaro.-
- Vuoi davvero farmelo dire ad alta voce?- Sbarrò gli occhi, poi scosse la testa. - Andiamo, Harry. Sei un ragazzo così bello... con i tuoi occhi verdi e quell'aria da dannato. Sei appena arrivato e già metà della scuola ti sbava dietro. - Si prese la testa tra le mani. -Persino io ti scoperei su questo tavolo se solo ne avessi la possibilità.-
Sentii un formicolio nel basso ventre, che fui costretto a celare, lanciandomi sulla mia tazza, nella speranza di distrarmi.
- Dio Santo, scusami, sono un cafone. -
Agitai le mani in aria, cercando di fargli capire che andava tutto bene, ma finii soltanto per farmi andare di traverso il caffè, che sputacchiai un po' ovunque, tossendo in cerca d'aria.
- Mi dispiace. - Draco provò ad alzarsi, per soccorrermi, ma lo bloccai, scuotendo la testa.
- Sto bene. - La mia voce roca pareva non essere d'accordo, ma si tenne a distanza.
Finimmo la colazione in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.

- Quel ballo in maschera... - Proferii finalmente parola, mentre tornavamo nella nostra camera per recuperare i libri che sarebbero serviti per le lezioni di quel giorno.
- Hai intenzione di andarci?- Scossi la testa.
-Non credo. Le serate di gala non sono il mio forte. - Mentii.
In realtà avevo partecipato a così tanti eventi da non poterne più. Odiavo essere messo in vetrina in quel modo.
- Sarà divertente, vedrai.- Draco sorrise. - La tradizione qui, è che le ragazze debbano fare l'invito. Scommetto che avrai una fila lunghissima di pretendenti già da domani.-
Lo guardai con un cipiglio. Di male in peggio.
Non potevo trasferirmi in quella scuola in un altro periodo dell'anno?
-Non corrugare la fronte in quel modo, ti verrano le rughe. - Draco mi punzecchiò la parte in cui le sopracciglia erano aggrottate. Le rilassai.
- Sei di nuovo bello come il sole.- Mi prese in giro. Io arrossii.

Le lezioni furono davvero noiose, e l'unica ora che passò dannatamente in fretta fu quella condivisa con il mio coinquilino.
La biologia cominciava davvero a piacermi.
- Ragazzi, la fine dell'anno si avvicina, così come l'inizio degli esami... dovrete impegnarvi al massimo per ottenere risultati migliori. E' del vostro futuro che stiamo parlando. - La professoressa di economia lanciò uno sguardo all'intera classe, prima di sospirare platealmente, quando si accorse che nessuno di noi la stava effettivamente ascoltando.
- Potter. - Mi richiamò. Lanciai il telefono con cui stavo giocando, sotto il banco.
- Professoressa. -
- So che è difficile per alunni come te rimanere al passo con le lezioni. Quindi ho pensato che sarebbe meglio affiancarti a qualcuno, per questo primo quadrimestre. - Sbiancai, guardandomi intorno. Odiavo i lavori di gruppo. - La signorina Granger è stata molto disponibile a riguardo, e visti i suoi ottimi voti nella mia materia, credo che tu possa trarne un enorme vantaggio.-
Seguii gli occhi della docente, per incontrare quelli scuri di una ragazza, che mi salutò educata con una mano, prima di tornare ad immergersi nei suoi appunti. I capelli chiari erano legati in una crocchia disordinata sulla testa, tenuti fermi da una matita appuntita.
Secchiona.
- Va bene professoressa. -
Il resto delle ore passò tranquillo. La Granger, che scoprii si chiamasse Hermione, fu di buona compagnia, e insieme affrontammo un altro paio di lezioni, prima di lasciarci, con la promessa che ci saremmo rivisti il giorno dopo.
Sembrava una ragazza apposto, anche se i suoi interessi parevano oscillare tra lo studio e lo studio matto e disperatissimo.
La sua agenda era piena di impegni extracurricolari, ma alla fine trovammo un buco libero nel pomeriggio nel quale avremmo potuto studiare insieme giornalmente.

-Maledizione Dray, è la quarta volta che arriviamo in ritardo questa settimana.- Guardai l'orologio, prima di cominciare a correre verso la scuola.
Draco ed io eravamo andati a far colazione al solito bar, perdendoci in chiacchiere, e finendo per perdere la cognizione del tempo. Era da giorni ormai che andavamo avanti con la stessa storia.
- Non è colpa mia. Sei tu che hai chiesto un'altra brioche al pistacchio. - Urlò, indietro di qualche passo. Sbuffai.
Mi voltai un attimo, soltanto uno. Eppure tanto bastò per farmi finire sulla strada, proprio nel momento in cui una macchina arrivava a tutta velocità.
- Harry! - Draco urlò.
Forse lo feci anche io, mentre chiudevo gli occhi, pronto a subire l'impatto.
Impatto che non ci fu.
Draco, infatti, era riuscito a prendermi per la felpa, tirandomi verso di lui, prima che fosse troppo tardi. Sentivo il suo cuore battere all'impazzata nel petto, rannicchiato tra le sue braccia.
- Sei pazzo? - Era arrabbiato, e terribilmente spaventato.
- Io...- Provai a dire, ma la voce tremò, morendomi in gola. - mi hai salvato la vita.- Biascicai.
Lui parve calmarsi un po'.
- Sei in debito con me, quindi.- Il suo tono era passato dalla paura alla malizia. Il mio cuore fece un salto. Le sue mani si fecero più vive sopra di me. Sentivo il suo tocco bruciare sulla mia pelle, i suoi occhi incatenarsi ai miei.
- Sono in debito con te. - Sussurrai a mia volta, incapace di fare altro.
-Promettimi, allora, che al ballo in mascherai, ballerai solo con me.- Sorrise.

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Ehiehiehi
Ho appena finito di scrivere questo  capitolo, e visto che sto praticamente dormendo ad occhi aperti non sono per niente sicura che sia riuscito come speravo. Scusate per gli errori e fatemi sapere cosa ne pensate, con un commento o/e accendendo la stellina qui sotto. Xx

Ci sono anch'Io || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora