[...]
Scossi la testa. Non capivo ancora il motivo per cui Draco era andato via, ma non era il momento giusto per pensare a lui. Avrei risolto tutto in un secondo momento. Quando il mio futuro sarebbe stato di nuovo nitido, come le luci fuori dall'aereo.
--------------
13 CAPITOLO
Una macchina del tutto anonima, guidata da un fidato autista, ci portò verso la reggia. Probabilmente mio padre non voleva attirare ancor di più l'attenzione dei giornalisti per nuovi scoop sulla famiglia reale, con l'arrivo del figliol prodigo in limousine. Difatti quando arrivammo di fronte al grande cancello elettronico, una marea di paparazzi sostava davanti ad esso ostruendo la visuale.
Sentii il guidatore borbottare qualcosa nell'apparecchio che aveva all'orecchio, poi l'ingresso si aprì al nostro passaggio chiudendosi nuovamente dietro di noi.
Alcuni reporter illuminarono con i loro flash la macchina -che però era munita di finestrini oscurati- mentre altri cercavano invano di eludere gli uomini alti e ben equipaggiati della sicurezza.
Mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo soltanto quando riuscii ad intravedere le doppie porte in ottone stagliarsi tra gli alberi del viale percorso.
"Wow.." sospirò ammirata Hermione, mi girai verso le due ragazze di cui mi ero momentaneamente obliato. "Tu vivi qui?" Chiese. "Mhh..." borbottai guardando come lei fuori dal finestrino. Ginny mi rivolse un sorrisino incerto, capendo il mio stato d'animo.
Appena attraversato il portone, ci accolse Geremia, anziano maggiordomo dei Potter, in carica sin dal principio della lunga casata.
A lui vennero consegnate tutte le valigie che velocemente furono portate nell'area della casa riservata agli ospiti, tranne ovviamente la mia che preferii tenermi stretto mentre l'uomo mi sorrideva affettuoso. "Il padrone vi aspetta in sala per la cena." Disse poi con il suo tono professionale, congedandosi con un inchino.
Bene, avevo ancora un'ora.
La mia stanza era rimasta intatta, nessun volto cancellato, o aggiunto alla lunga serie.
Le pareti infatti erano ricoperte dall'albero genealogico della stirpe dei Potter. Tutti i volti e i nomi assegnati ai proletari erano raffigurati sui quattro muri.
Era usanza famigliare che se uno venisse diseredato, o morisse, si bruciasse il punto dell'albero in cui lo stesso era collocato. Mi guardai intorno ansioso, ma quando i miei occhi raggiunsero la testata del grande letto, il mio volto era ancora parte dell'affresco.
Non per molto... pensai buttandomi con nonchalance sul materasso enorme. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare ad un grande sospiro. Mi sentivo accaldato e sporco. La doccia, che sapevo essere nella stanza attigua, mi chiamava. Aprii gli occhi e fissai per qualche istante il soffitto bianco immacolato, non accorgendomi nemmeno della stanchezza fino a quando non mi svegliai affannato trentacinque minuti più tardi. Il cellulare iniziò a vibrare nella tasca sul petto, ma non avevo intenzione di muovermi.
Dopo qualche attimo però la suoneria cominciò a suonare nelle orecchie, fastidiosa. Un mumero che non avevo in rubrica illuminava lo schermo.
Inspirai profondamente prima di aprire la chiamata.
"Pronto?" Dissi continuando a guardare il muro sovrastante.
"Harry." Una voce che avrei riconosciuto tra mille, mi fece sbarrare gli occhi e se non fosse che non riuscivo a muovere un muscolo, sarei scattato in piedi.
"Draco?" Chiesi anche se ne ero più che certo.
"Harry mi spiace averti lasciato senza una spiegazione..." continuò con la sua voce dolce e pacata di cui mi ero follemente innamorato, ma decisi di non cedere al suo tono.
STAI LEGGENDO
Ci sono anch'Io || Drarry
FanfikceEntrambi i miei genitori avrebbero voluto che studiassi privatamente, ma frequentare una scuola, seppur sempre differente, mi dava la falsa sensazione di non essere propriamente 'solo'. "Draco Malfoy ;)" "Harry Potter." 🥇#58 in Drarry (09-06-2020...