19 CAPITOLO

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19 CAPITOLO

Mi fermai prima di attraversare l'intero corridoio, quando un ombra oscurò il pavimento. Mi girai già pronto a cacciare chiunque si trovasse in quella proprietà perchè, come era capitato qualche giorno prima, alcuni riuscivano ad eludere anche la stessa sorveglianza.
Sfortunatamente però non era nessun losco individuo, ma qualcosa di estremamente peggiore e allo stesso tempo tanto piacevole sa farmi rabbrividire.
Quegli occhi così grigi, che mi facevano vacillare tutte le volte, mi guardavano interessati dall'altra parte del vetro.
Scoppiai a ridere silenziosamente.
Adesso avevo anche le visioni?
La figura al di fuori della finestra mosse un passo verso il vetro e mi accorsi che quell'uomo magnifico non era frutto della mia fantasia. Lui era davvero lì. Per la prima volta notai anche io la presenza delle famose farfalle nello stomaco. Volavano fastidiose indicandomi come insegne al neon la causa della loro vita. Presi un respiro e mi avvicinai a lui.
"Cosa ci fai qui?" Chiesi senza degnarmi di aprire. Lui sorrise sghembo.
"Sono qui per te. Hai avuto tempo di ragionare?" Chiese di rimando. Alzai gli occhi al cielo. Come faceva a sapere sempre dov'ero. Non per nulla era un paparazzo. Un brivido mi percorse la schiena a quel pensiero. "Sei venuto qui per un nuovo scoop? Mi spiace ma non sono in vena." Ironizzai spregevole. Lui perse il sorriso.
"Colto nel segno?" Borbottai cattivo. Lui si avvicinò ancor di più al materiale come volendolo attraversare. "Harry. Aprimi." Disse. Io mossi un passo indietro. "Harry. Ti prego." Il biondo appoggiò la fronte sul vetro chiudendo gli occhi. "Maledizione. Ho sbagliato. Per la prima volta in tutta la mia vita ho agito nel peggiore dei modi. E lo so Harry. Te lo giuro. Me ne sono pentito nell'attimo in cui me ne sono andato e tu non eri al mio fianco. Nell'attimo in cui ho capito che quello che avevo fatto non era lavoro, era tradire. Tradire te." Disse a bassa voce e mi sforzai per poterlo sentire. Quando finì schiuse poco gli occhi invadendomi con quell'oceano grigio come una barchetta senza remi. Ed ero in balia delle onde. Accadde tutto in una frazione di secondo. Il telefono tra le mie mani cadde sul marmo lucido del pavimento rompendosi in mille frammenti. Io mi ritrovai tra le braccia di Draco. Mi era mancato tantissimo. Anche se non volevo ammetterlo a me stesso. Quel coglione mi aveva rapito il cuore e oramai non potevo farci più nulla. Avremmo dovuto fidarci l'uno dell'altro, ma ci credevo. Credevo in quello che saremmo potuti essere. "Ti amo." Sussurrò il biondo tra i miei capelli scombinati. Non risposi. Mi fiondai invece sulle sue labbra. Anche il loro tocco mi era mancato. Le mie mani si immersero nei capelli biondi dell'altro scombinandoli, mentre le sue vagavano sulla mia schiena creandomi una serie di mille brividi. Sorrisi. La sua lingua scivolo sul mio labbro per poi cominciare a giocare con la mia.
Mi divisi per riprendere fiato, preso dalla foga. Dray affondò con la testa nell'incavo del mio collo annusando il mio profumo. "Ti ho mai detto che profumi di cioccolato?" soffiò sul mio collo per poi baciarlo. Risi sommessamente. "No. Ma lo prendo per un complimento." Alzai il suo mento con la mano e immergendomi nel suo sguardo lo baciai nuovamente, stavolta solamente a stampo.
Un colpo di tosse ci fece voltare entrambi.
Ginny se ne stava con le braccia conserte davanti a noi.
"Ginevra." Salutò il mio compagno formalmente. Per poco non mi cascò la mascella. In un attimo mi ricordai la confessione della rossa giorni prima: era stata lei a dire a Draco dove mi trovavo, come era stata lei a farlo entrare nella villa di mio padre.
La fulminai con lo sguardo e il suo al contrario si addolcì. "È un piacere vederti Draco." Rispose in tono pacato avvicinandosi. "Harry, Robby è perso senza di te. Quindi visto che sei stato tu a farlo scendere. Ti conviene riportarlo di nuovo nel suo mondo." Il biondo ci guardò in attesa di una spiegazione che non ricevette. E mi sentii stranamente felice quando prima di entrare nella stanza gremita di ragazzi, mi strinse la mano possessivo. "Ehiii Harry. Non puoi scappare così." Mi rimproverò Cho. Luna sembrò ridestarsi da un sogno e stringendosi nella presa di quello che doveva essere Neville, mi guardò assente. "È colpa dei nargilli vero?" Chiese con un sorriso che aveva tutta l'aria di qualcosa di poco rassicurante. Tutti sbuffarono contrariati mentre io feci finta di nulla. Robert passò lo sguardo da me a Draco come aveva fatto il primo giorno in cui mi aveva visto, soffermandosi però sulla stretta che ci univa. Arrossii imbarazzato. "Emhh... questo è Draco Malfoy." Presentai agli altri che per la maggior parte facevano finta di non averlo visto. "Il suo ragazzo." Precisò Ginny. Pensai di poterla strozzare con le mie mani, ma dato che il biondo sorrise luminoso a quell'affermazione, decisi di scagliare la mia furia omicida in un altro momento.
Un rumore mi fece distrarre dal contemplare il mio vicino. Rob si era alzato con poca grazia e ora saliva le scale verso la sua camera con passo pesante. Si sentì una porta sbattere e poi la musica alta risuonare attraverso i corridoi. La rossa sospirò. "Dovrei parlargli." Dissi più a me stesso che agli altri percorrendo la stessa via del ragazzino. Draco mi tirò per la mano, ma io mi divisi da lui. "Ci vorrà solo qualche minuto. Abbiamo tutta l'estate davanti." Gli sorrisi rassicurante lasciandogli un bacio affettuoso sulla guancia, lui si rilassò. "Se non torni. Salgo su a prenderti." Promise e io sorrisi intenerito dal suo comportamento.

Ci sono anch'Io || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora