2 CAPITOLO -Per una sigaretta- (revisionato)

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I corridoi erano vuoti e poco illuminati. Avevo ormai raggiunto il sottopassaggio, quando qualcuno mi tolse una delle cuffiette che avevo nelle orecchie.
-La distrazione è un tuo tratto tipico a quanto pare.- Non mi serviva alzare gli occhi per capire chi avesse appena interrotto la mia canzone preferita.
Blaise Zabini.
-Non credi che fumare in un luogo chiuso sia contro le regole?- Feci un ultimo tiro davanti a quest'ultimo per poi spegnere la sigaretta sotto i piedi e alzare le mani in segno di resa.
-Non sei a casa tua, pivello. Prendi quella robaccia e vai a buttarla, prima che avverta chi di dovere. - Blaise ringhiò.
Dietro di lui, due ragazzoni robusti si spintonarono tra loro come ebeti, scommettendo su di un ipotetico scontro.
-Dovresti mettere a dieta quei tuoi cani da guardia.- Ironizzai verso i due che nemmeno intuirono li avessi tirati in ballo.
Blaise fece un passo verso di me, scontroso.
-Bada a come parli. Essere l'erede di una nobile casata non ti rende immortale.-
-Mi stai minacciando?-
-Sei tu che minacci la mia famiglia in casa mia.-
Io sorrisi.
-Mi dispiace... non credevo che la mia sola presenza potesse mettere a repentaglio le tue certezze a tal punto da sentirti sotto minaccia.- Mi scusai.
-Potter!- Sentii gridare, proprio nel momento in cui l'altro stava per scattare nuovamente verso di me. -Potter.- Era più vicino. -Maledizione dove sei?- Un Draco affannato e in pigiama fece capolino dall'angolo più buio del corridoio correndo nella nostra direzione.
-Ehilà Malfoy.- Salutò entusiasta Zabini.
-Blaise, perchè non trovi qualcun'altro con cui giocare?- Disse quest'ultimo senza ricambiare il saluto, piazzandosi davanti a me.
-Perché Dray? Vuoi il nuovo giocattolo tutto per te?- Rispose canzonatorio, con una risatina che scatenò anche le risa dei suoi compagni.
Feci un passo avanti, voglioso di togliere quel sorrisino dalla sua faccia con un gancio destro ben assestato, ma il biondo mi afferrò per una spalla tenendomi stretto al suo fianco.
-Non ti conviene farlo.- Mi sussurrò continuando a tenere lo sguardo fisso sui nostri 'rivali'.
- Andiamo. Lui è con me Zabini. Lascialo in pace.- Disse poi, al diretto interessato, che sbuffò pigramente.
-Levatevi dal cazzo. E portate quella sigaretta lontano da qui.-
Draco mi afferrò per il braccio, prima di prendere il mozzicone a terra e cacciarselo nella tasca.
-Andiamo.- Mi trascinò via.
-Non dovevi farlo.- Mi fermai, quando fummo abbastanza lontani da non sentire più le voci dei tre. Draco di fermò con me.
-Fumare nei corridoi di una residenza scolastica? È così che speri di non combinare guai?- Scosse la testa.
-È colpa tua. Mi hai fatto incazzare.- Arricciai il naso, incrociando le braccia al petto.
-Dio santo, sei davvero un bambino.- Si passò una mano tra i capelli già scombinati. Io legai frettolosamente i miei in un codino basso.
Draco si passò la lingua sulle labbra.
-Cosa ci fai qui, comunque?- Chiesi, più per distrarmi da quel gesto, che per reale interesse. -Mi stavi seguendo?-
-Non puoi di certo pensare che il mondo giri intorno a te, Potterino.- Alzai gli occhi al cielo.  -Ero venuto a portarti le chiavi che hai lasciato sul letto. Avevo intenzione di andare a dormire e di certo una volta fatto non mi sarei alzato ad aprirti.- Mi lanciò il pezzo di ferro e si avviò nuovamente verso la nostra camera.
Lo seguii silenziosamente a pochi passi di distanza.
-Perchè mi hai detto di non mettermi contro di lui?- Eravamo di nuovo tra le mura della nostra stanza.
Draco sbuffò, coprendosi con le coperte, fissando il suo sguardo nel mio. Non petei fare a meno di sentirmi in soggezione.
-Quello lì è il figlio del direttore dell'istituto.- Disse scocciato, come se fosse stato qualcosa che avrei dovuto sapere a prescindere. Adesso era diventato lui lo stronzo? Che si fosse offeso per la mia reazione al suo bacio?
No, impossibile. Dovevo essere io quello arrabbiato e offeso.
-E come mai se ne è andato quando gli hai detto che ero con te?- Chiesi ancora,  fingendo un disinteresse che non provavo.
-Perchè, io sono suo fratello...- Mormorò, ma le parole uscirono soffocate, coperte dalle lenzuola che si era buttato addosso.
-Aspetta cosa? Credevo ti fossi appena trasferito qui. E poi... avete cognomi diversi. Come è possibile che siate fratelli?- Lui non si mosse.
Rimasi in silenzio, aspettando un chiarimento che non tardò ad arrivare.
-Non credo sia il caso, Potter. -
-Quindi credi sia il caso di baciare uno sconosciuto per farlo stare in silenzio, ma non raccontargli qualcosa della tua vita?- Lo sentii ridacchiare sotto le coperte.
-Touché.-
-Va' a lavarti Potter. Odio la puzza di fumo.- Fece per tutta risposta.
Sbuffai, ma aprii ugualnente la valigia sul letto e presi tutto il necessario per la doccia, insieme al pigiama: che consisteva in una canotta bianca ed un pantaloncino grigio.
-Ti ho liberato l'armadio all'ingresso: anta destra e primi due cassetti.- Draco mi stava fissando.
-Grazie.- Borbottai in imbarazzo.
Poi mi rifugiai nel bagno.

Mi spogliai velocemente e aprii l'acqua, lasciandola scorrere fredda su di me, ci volle qualche minuto prima che diventasse calda, ma mi accorsi a malapena del cambio della temperatura. Poggiai la schiena contro le mattonelle fredde e scivolai giù fino a sedermi sul piano di marmo della doccia.
Mi presi la testa fra le mani e la scossi violentemente. Niente distrazioni.
Dovevo soltanto studiare e non cacciarmi nei guai. Era solo il primo giorni di scuola e già ero sul punto di prendere una nota disciplinare.
Cazzo.

Una volta uscito dal getto dell'acqua mi sentii più tranquillo. Mi vestii con calma ed asciugai i capelli con il phon. Attraversai la porta in silenzio per non svegliare Draco, ma rimasi sorpreso nel vederlo ancora sveglio con lo sguardo perso verso il punto in cui ero appena comparso. I suoi occhi ripresero vivacità.
-Non avevi in programma di dormire tu?- Lo canzonai non riuscendo a frenare la risata spontanea che mi uscì nel vedere le sue palpebre cadenti.
-Non volevo frequentare questa scuola.- Biascicò.
-Il direttore mi ha adottato anni fa, ma non volevo frequentare la sua scuola.- La sua voce si affievolì.
-Cosa ti ha fatto cambiare idea?-
-Necessità? Pazzia? Ancora devo capirlo...- Il sonno colorava ogni sua parola.
-Capisco.- Esclamai, non sapendo cos'altro dire.
-Domani vieni a colazione con me.- Bisbigliò ancora.
-Perchè dovrei?-
-Non era una domanda.- Rispose lui.
Poi si girò dall'altro lato e il suo respiro pesante si diffuse nell'aria.
Sorrisi, ma dopo pochi secondi ritornai serio. Niente distrazioni.
Mi imposi.

Gioooorno.
Scusate come sempre per gli eventuali errori commessi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e non dimenticate di accendere la stellina *

Ci sono anch'Io || DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora