17 CAPITOLOIl funerale fu piuttosto riservato. Una marea di fiori e corone affollava la tomba dove oramai era sepolto nostro padre. Il cimitero cominciava ad essere vuoto mentre io rimanevo a guardare la lapide tanto semplice come quell uomo che aveva nascosto il suo affetto sino a quel momento. "Harry." Hermione si fermò a qualche passo da Ron. Io le feci segno di precedermi, mentre contemplaco ancora un po' il silenzio di quel luogo. Alzandomi però dalla mia posizione accovacciata, il mio sguardo catturò un luccichio tra i fiori. Mi avvicinai notando quella che doveva essere una
Polaroid di vecchio modello. Sopra una lastra bianca con su scritto "Mi avevi già conquistato." La afferrai curioso, girandola e trovando uno scatto risalente ai primi giorni di residenza ad Hogwarts. Riuscii subito ad individuare il momento esatto.
Poco prima di svegliarmi per andare a fare colazione con quel nuovo sconosciuto che mi ero ritrovato come coinquilino. Il fotografo aveva scattato la foto mettendosi vicino a me e ritraendosi nella sua perfezione in primo piano, mentre io dormivo beato dietro di lui. Non potei fare a meno di sorridere sghembo mentre rileggevo quel semplice pensiero.
Perché se ne era andato allora? Perchè non mi aveva semplicemente raccontato la verità? Ripensai mentalmente a quanto era cambiato dopo la questione del giornale. A quanto mi aveva guardato con quel suo sguardo afflitto prima di lasciarmi. Ma come aveva detto Ginny, era tornato. Aveva fatto un volo intercontinentale per vedere me. Per spiegarmi come stavano realmente le cose. Non era stato un totale codardo dopotutto. Aveva le sue ragioni...
La nuca mi pizzicò famigliare. Cacciai la foto in tasca e tenni stretta la polaroid contro il petto come per proteggerla dal vento che si era appena alzato. Mi voltai poi lentamente, incrociando quegli occhi ghiaccio. I capelli impeccabilmente scombinati. La sua aria da ragazzino. Mi maledii mentalmente per essere caduto nel suo inganno, perché era dannatamente giusto essere innamorato di lui, ma maledettamente sbagliato.
Draco. Lo nominai nella mia testa come se avrei potuto da un momento all'altro scordarmi chi fosse, o come fosse fatto.
Il suo sguardo mi parlava in mille modi, e guardandolo in quell'istante capii che non avevano senso le parole con noi. Non in quel momento. Rimanemmo ad alcuni metri di distanza. Senza avvicinarci. Senza neppure respirare. Ero talmente catturato da lui da non voler neppure chiudere un istante le palpebre e quindi perdermi un istante della sua bellezza. Mossi un passo in avanti, o almeno volevo.
Una mano si posò sulla mia spalla e rabbrividii, colto di sorpresa. Ron mi guardò preoccupato, riflettendo il mio stato.
Poi guardò Draco con sguardo grave. Scossi leggermente la testa per ricominciare a ragionare in modo lucido, senza provare a guardare la mia fonte di distrazione.
"Mio padre vuole vederti." Disse il rosso anche lui sforzandosi di non fissare il biondo. Mi voltai un attimo perdendomi senza ripensamento in quell'oceano in tempesta che erano i Suoi occhi. Poi in silenzio gli voltai le spalle e seguii il mio destino.***
"Cosa diavolo hai fatto?" Domandò stranita Ginny. Era seduta sul mio letto con le gambe incrociate. Indossava una specie di divisa estiva. Aveva infatti una minigonna nera, le calze dello stesso colore che le fasciavano le gambe fino a metà coscia, una canotta bicolore strappata un pò ovunque e degli stivaletti alti. I capelli rossi le contornavano ribelli il viso truccato leggermente.
Io invece raccattavo le cose più importanti dalla mia camera e le radunavo nelle diverse valigie posate sul grande letto. "Te l'ho detto." Risi per non scoppiare a piangere. Sulla scrivania i miei romanzi preferiti mi chiamavano in attesa di essere presi finalmente in considerazione. "Ripetimelo ti prego perché credo che io non abbia sentito bene." Mi trafisse con i suoi occhioni severi.
"Me ne sono andato senza parlargli. Non c'è molto da capire. Sai benissimo che non potevo avvicinarmi a lui in quel momento." Dissi ripetendo per quella che mi sembrava la quarantesima volta un concetto che ai miei occhi pareva basilare.
"Avevi fretta di seguire tuo nipote ed essere diseredato?" Chiese con finta nonchalance mandandomi una chiara frecciatina riguardo a quello che era successo nel pomeriggio. Mio fratello, come aveva predetto mio padre, aveva deciso che era il momento di andarmene. Ovviamente non aveva potuto niente, quando leggendo il testamento, aveva scoperto che una grande somma era destinata a me.
Le feci la burla. "Non ho di che lamentarmi. Posso finalmente vivere come voglio, e ho un conto bancario di gran lunga superiore a quello di ogni altro ragazzo della mia età. Quale regalo migliore per il mio compleanno." Le risposi tranquillamente.
Lei sospirò alzando gli occhi al cielo, ma non mi diedi la pena di commentare il suo gesto.
"Ma metti anche quella in valigia!?" Sbottò dopo qualche minuto a bocca aperta. Mi guardai tra le mani. Avevo afferrato una coperta a scacchi grigi sormontati da tanti piccoli disegni di dolciumi dall'aria appetitosa. Era la coperta preferita mia e di Ron da bambini. Quella dove ci sedevamo per i picnic, o che semplicemente posizionavamo a terra per giocare insieme, fantasticando su un mondo pieno zeppo di torte e pasticcini solo per noi.
"Oh sì." Risposi raggiante. Piegandola meglio e mettendola alla fine della pila di vestiti.
"Ma tu non fai le valigie?" Chiesi chiudendo la zip della felpa che avevo addosso e trasportando sulla spalla un borsone per poi prendere le altre due borse, dopo essermi calato il cappuccio sulla testa.
"Emh, veramente le mie valigie sono già nella mia auto, le ha portate il mio autista prima dei funerali. I miei genitori rimarranno fino a settembre in Irlanda da mia zia, e per questo devo badare alla casa, e soprattutto a mio fratello. Sarei dovuta partire stamane." Arrossì come i suoi capelli a disagio e per poco non mollai tutte le borse per pizzicarle le guance.
"Oh. Okay." Risposi sempre con un sorriso triste oltrepassando per l'ultima volta la porta di quella camera.
"Hawi." Mi girai verso la ragazza, che ora si fissava i piedi.
"Che ne dici di passare l'estate da me?" Chiese d'un tratto imbarazzata. Il sorriso si allargò vero
sulle mie labbra, e stavolta mollai davvero tutto a terra per correre ad abbracciare quella ragazzina.
"Ne sarei onorato mocciosetta."Angolino mio:
Alloooora capitolo-mini di passaggio, solo per farvi ricordare della mia presenza in questo mondo. A causa di internet e del cell nuovo che manca di applicazioni, mi scuso per il ritardo delle pubblicazioni. Faccio anche le rime adesso.
Spero di aggiornare decentemente al più presto. Fatevi vivi anche voi qui sotto. Un bacione Xx
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Ci sono anch'Io || Drarry
FanfictionEntrambi i miei genitori avrebbero voluto che studiassi privatamente, ma frequentare una scuola, seppur sempre differente, mi dava la falsa sensazione di non essere propriamente 'solo'. "Draco Malfoy ;)" "Harry Potter." 🥇#58 in Drarry (09-06-2020...