Un paio di settimane settimane dopo, Kaz fu libero di vagare per la struttura usando un semplice bastone e con la gamba libera da steccature, giusto in tempo per una cena elegante con altri nobili della città.
Jan aveva rifiutato l’invito, così come molti altri: quando Jesper raccolse le risposte agli inviti, ne contò solo una decina.
Fu lui a cucinare tutto con l’aiuto di Kaz, il quale ne sapeva di cucina almeno da non far morire di fame le persone (ed era più di quello che sapeva fare Nina).
Ora delle sette di sera, Kaz permise agli ospiti di entrare.
Solo una persona catturò la sua attenzione: un ragazzo piuttosto alto, da insoliti capelli biondi, che sembrava fuori luogo rispetto agli altri presenti. Doveva avere la sua stessa età, pensò mentre il biondo gli diceva il suo nome (Matthias) e lui lo accompagnava al suo posto al tavolo.
Quando tornò in cucina, scoprì una cosa interessante da Jesper.
«Siamo fortunati, Pekka Rollins ha deciso di degnarci della sua presenza.»
«Pensavo si sarebbe presentato armato di tutto punto, da come l’avevate messa.» disse Kaz prendendo dei vassoi.
«Non abbiamo perquisito nessuno.»
Dopodiché iniziò la cena. Inej era l’unica donna seduta al tavolo, ma nessuno parve notarlo più di tanto. Kaz tenne comunque d’occhio tutti i presenti, pronto a tagliare la mano del primo che avesse provato a guardarla come non doveva.
Gli schiavi di Pekka si erano messi in un angolo a suonare. Seguendo un ordine di Inej, lui e Jesper portarono qualcosa da mangiare anche per loro; appena smisero di suonare, Nina fece la sua apparizione per distrarre i presenti.
Gli occhi di tutti furono su di lei. Occhi affamati.
«Oh, tu sei Nina. Mi ricordo di te.» disse uno degli uomini al tavolo. Kaz lo identificò proprio come Pekka Rollins.
«Che bella creatura… Ti dispiace se dopo te la rubo, domina?» chiese un altro uomo, stavolta per lui senza nome.
«Sì, mi dispiace. Se avessi voluto finisse nelle mani di uno di voi, non l’avrei comprata io.» disse Inej sorseggiando il vino.
«Siete crudele...»
«Sono realista.»
Kaz sorrise lievemente. Il suo sguardo tornò a Matthias, che fissava Nina come fosse indeciso se alzarsi per avvicinarsi o per allontanarsi. Una reazione bizzarra.
In cucina, lo fece notare a Jesper.
«Oh, Matthias viene dal nord. Non sono neanche sicuro sappia la nostra lingua, se devo essere sincero. È nuovo in città. Quanto a Nina, sai che fa effetto su tutti.»
«Sembrava terrorizzato.»
«Fallo bere un po’ e sapremo tutto.»
Al sesto bicchiere di vino, i nobili presenti erano praticamente tutti ubriachi. Parlavano tra di loro, allegri, accusandosi anche di cose impossibili (ad una certa qualcuno accusò Pekka di aver rubato la sua idra); Matthias non si aggregò, ma era rosso per il vino bevuto e Nina sgattaiolò alle sue spalle. Si sedette elegantemente sulla sua gamba e disse: «Non avevo mai visto un nobile guardarmi con timore.»
Kaz non sentì la risposta del biondo nitidamente, ma sentì la replica di Nina: «Lasciati andare, al contrario di loro tu mi sembri interessante.»
Nina si girò verso Inej, che annuì. Anche lei sorrideva ed era arrossata, ma aveva bevuto forse tre bicchieri in totale.
La giovane trascinò Matthias fuori di lì senza che nessuno se ne accorgesse. Jesper mormorò a Kaz: «Un nobile in più come amico è sempre un bene.»
«Ne sono sicuro. Ma lei è d’accordo con questa cosa?»
«Nina se lo stava mangiando con lo sguardo.»
La festa proseguì per ancora un paio d’ore. Alla fine tutti se ne andarono, sollecitati soprattutto da Jesper e dagli altri schiavi presenti; una volta usciti, la villa cadde nel silenzio.
Inej si era addormentata sui cuscini. Kaz rimase a guardarla un momento, poi Jesper lo interruppe sussurrando: «La vuoi portare tu a letto, casanova?»
«Cosa?» lo fulminò Kaz, guadagnandosi uno sguardo furbetto da “so cosa sta succedendo”. Tornò poi a guardare Inej e disse: «No, portala tu. La mia gamba...»
«La gamba o l’autocontrollo è il problema?» chiese petulante Jesper.
«Tutti e due.»
«Mi chiedo se si sia accorta di come la guardi.» disse Jesper tirandola su con delicatezza. «Ogni volta che la guardi, sembra tu abbia visto la luna.»
«Grazie, Catullo, ora puoi andare, io metto in ordine.»
La sua gamba doleva dopo tutta quella serata senza bastone. Senza più nessuno intorno, fu libero di usarlo e di sbuffare mentre spostava piatti e ogni cosa nella cucina.
Finì di riordinare e pulire da solo verso le due di notte. A quel punto tornò nel suo giaciglio, dove trovò Jesper già addormentato. Si mise accanto a lui, chiedendosi che fine avesse fatto Nina.
Con molti pensieri per la testa, soprattutto della sua vendetta, anche Kaz si addormentò.
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Mea Domina || Sei di Corvi
FanfictionAU: Antica Roma Kaz Brekker è uno schiavo. Uno schiavo scelto dall'unica persona in tutta la città che ritiene gli schiavi persone e non oggetti, uno schiavo che non tollera che qualcuno lo tocchi. Ma prima di quelo era un ladro e assassino, e se di...