Parte 2

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Il giorno seguente Nagisa arrivò in anticipo e provò a chiedere a uno dei compagni qualche informazione sul programma svolto. Il povero nuovo arrivato non poteva sapere che la coppia fastidiosa del giorno prima, aveva espressamente ordinato alla classe di non rivolgergli la parola. Erano persone influenti a scuola, così tutti gli diedero ascolto. Nagisa però non si diede per vinto e provò a non dare peso alle accuse dei compagni. Durante la ricreazione si videro tutti nel bar della scuola e Nagisa prese un panino mentre parlava al cellulare. Il ragazzo muscoloso gli prese il telefono scaraventandolo a terra.
- con chi parlavi? Con il tuo fidanzato?
- non ho un fidanzato - rispose lui cercando di raccogliere il cellulare.
- li odio quelli come te, siete pericolosi e noi uomini dobbiamo anche avere paura a levarci i vestiti nello spogliatoio! Manda immediatamente una lettera al docente di educazione fisica e digli che non parteciperai a lezione!
- non posso farlo, servirebbe un certificato medico!
- te lo procuro subito!
Poco prima che diede un calcio a Nagisa, arrivò un insegnante che disperse la massa, così Karma poté scappare da quella scomoda situazione. Nagisa raccolse i resti del suo telefono e tornò in classe. Karma si chiese solo per un istante cose gli diceva il cervello e perché non era ancora uscito dalla scuola.
I giorni successivi, gli studenti impedirono a Nagisa di partecipare alle lezioni di ginnastica, prima obbligandolo a parole, poi picchiandolo. Il ragazzo non riceveva aiuto da nessuno con le materie da recuperare, così chiese appoggio ai professori, che decisero di affiancargli una specie di tutor.
- Karma, prima di uscire dalla classe fermati per favore.
Karma si fermò insieme a Nagisa e la professoressa gli chiese di aiutarlo con lo studio, promettendogli dei crediti.
- mi dispiace di aver chiesto agli insegnanti, non avrei voluto mettere nessuno nella posizione di parlarmi per forza - disse mentre camminavano verso l'uscita.
- non devi dire a nessuno che ti aiuto io, mandami l'indirizzo di casa tua e preparati per studiare, vorrei finire il prima possibile - disse andando via.
Nagisa fece come gli era stato chiesto e andò a casa sua per prepararsi. Karma arrivò poco dopo pranzo e bussò alla porta con fare scostante. Gli aprì una donna stanca e infastidita.
- Nagisa! È per te! Sali al piano di sopra e vedi di non toccare niente!
Karma storse il naso e salì le scale, si guardò intorno ed entrò nella stanza sbagliata, osservando qualcuno nel letto che dormiva. Chiuse subito la porta e si voltò.
- ah si, scusami, quella è la stanza di mio fratello.
- non volevo entrarci, ho sbagliato.
- non preoccuparti, vieni.
La camera di Nagisa era un universo di interessi, si poteva fare una passeggiata tra il cinema, la cultura nipponica, la fotografia e la musica. Si misero seduti rivolti verso la scrivania e Nagisa guardò Karma attendendo direttive.
- prendi il cellulare e cerca questa tabella, scaricala, ti sarà utile.
- non ho il cellulare per ora, infatti l'indirizzo te l'ho mandato per email dal computer... posso ricopiarla?
- giusto, si, fa come vuoi.
Karma osservava Nagisa scrivere di corsa. Comprese che non aveva affatto voglia di disturbare o di sembrare un peso. Studiarono intensivamente per due ore e poi si diressero al piano di sotto, cosicché Karma potesse andare via.
- grazie mille per la tua pazienza, terrò l'acqua in bocca.
- si, studia - disse Karma andandosene.
Il giorno seguente, Nagisa non lo salutò neppure, mantenendo la promessa fatta. I bulli continuavano a dargli fastidio e Karma andava a casa sua per aiutarlo con lo studio. Dopo quasi un mese di conversazione circoscritte ad argomenti scolastici, Nagisa iniziò un nuovo discorso.
- sai, tu sembri molto diverso dai tuoi amici.
- non sono amici miei.
- beh, allora perché stai sempre con loro?
- perché a scuola funziona così se vuoi sopravvivere. Adesso pensa a sottolineare.
- come mai non mi hai mai preso in giro?
- perché dovrei?
- lo fanno tutti, tu non vuoi che ti saluti però poi non mi insulti nemmeno, mi confondi un po'! - disse ridendo.
- non mi devi salutare perché frequentarti potrebbe danneggiarmi, non ti insulto perché generalmente non mi piace farlo.
- va bene, ho capito - disse continuando a leggere.
- sei davvero gay? - chiese Karma silenziosamente.
- si, non devi sussurrarlo, la mi famiglia lo sa.
- d'accordo.
- ti infastidisce?
- no, non mi interessa.
- meglio così! Mi spieghi meglio questa parte?
Karma si spiegò molto chiaramente e poi si alzò per andar via.
- grazie mille, possiamo vederci dopodomani che poi ho un'importante verifica di recupero?
- va bene, senti, io mi faccio gli affari miei, però fatti dare un consiglio. Fai in modo di non frequentare le lezione di educazione fisica, altrimenti lo troveranno loro.
- grazie, ma non lo farò, non trovo giusto ciò che fanno ed il voglio poter frequentare tutte le lezioni.
- fa come ti pare, ci rimetterai però.
Karma andò via e Nagisa si mise a spazzare la stanza. Dopo qualche minuto udì delle grida provenire dal piano di sotto e si fermò. Prese delle gigantesche cuffie e si chiuse in sé stesso, ascoltando uno dei podcast che da sempre seguiva. Narrava le avventure di un giovane uomo libero, che non aveva né radici né famiglia, non aveva un tetto o una paga fissa, ma era felice più di chiunque altro. Si appisolò dopo ore, con la faccia immersa nel morbido cuscino che ormai aveva l'odore di chiuso, impregnandolo con delle lacrime amare.

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