Parte 20

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Karma si toccò la testa ed entrò nella stanza di Nagisa, che aveva sentito qualcosa.
- sono fiero di te, Karma.
- sono libero, sono davvero libero.
- si è così, bravo - gli sorrise Nagisa.
- piccolo mio, per favore, dimmi che adesso stai bene e che è tutto finito.
- vorrei Karma, ma non è così. Non sto meglio di ieri e sento che appena vi allontanerete ci proverò di nuovo, ci proverò fino a che non ci riuscirò. Non mi va più di vivere , Karma.
Quest'ultimo si mise accanto a lui, in piedi, e gli strinse il busto come se non volesse più lasciarlo andare.
- va bene, va bene così. Nessuno ti costringerà a rimanere in questa vita se non la vuoi. L'unica cosa che posso dirti prima che tu vada, è che ieri mi hai detto una cosa a cui non ho mai risposto, io ti amo Nagisa, ti amo così tanto che non so dirti altro - disse piangendo.
Nagisa rimase scosso e non seppe cosa dire o fare, si lasciò abbracciare per un'altra infinita quantità di tempo, fino a che non entrò un medico.
- ti devo visitare, Nagisa.
- posso restare? - chiese Karma.
- se a lui non da problemi si.
- no Karma, meglio che tu vada a casa, riposati.
- no, resto qui fuori se hai bisogno.
Karma si ricongiunse alla madre di Nagisa.
- suo figlio è la cosa più bella che mi sia mai capitata ed io l'ho scaricata nel cesso. La prego di perdonarmi.
- non è a me che devi chiedere perdono.
- lui non vuole più niente da me, ho paura signora, ho paura che possa rifarlo - disse Karma coprendosi la bocca con la mano.
- ti ha detto che lo rifarà, vero?
- si, l'ha detto.
- ascoltami Karma, nessuno dovrebbe mai avere una simile responsabilità, nessuno. Ma io devo chiederti di stargli accanto. Non posso farlo io, non è il mio affetto quello di cui ha bisogno adesso.
- io vorrei farlo, ma ho paura che non me lo permetterà.
- quante volte la paura ti ha fermato, dimmi?
Karma si fermò a riflettere sul fatto che aveva sempre vissuto con quel terribile sentimento, con quel timore latente che lo distruggeva da tutta la vita. Non appena il medico uscì, decise di tornare da lui.
- permettimi di fare una cosa. Ti dimostrerò che ti amo e che sono disposto a cambiare, dammi questi due giorni. Se per te sarà ancora impossibile pensare alla vita, allora ti lascerò andare.
- mi hai chiamato per nome.
- eh?
- prima, tu mi hai chiamato per nome.
- si, credo di sì.
- puoi farlo di nuovo?
- Ti sta bene l'accordo, Nagisa?
- accetto l'accordo, Karma.
Karma, lo fece addormentare tenendogli la mano. Mentre lo guardava dormire, si chiese come poteva far cambiare idea ad un ragazzo che nella vita ne aveva sopportare così tante, ad un ingenuo e meraviglioso individuo che era stato portato ad arrendersi dalle cattiverie del mondo. Karma si svegliò molto presto e fece una commissione. Andò a casa dei genitori dei ragazzi che avevano pubblicato il video, grazie alla sua influenza e rispettabilità, convinse tutti della verità e della crudeltà dei figli, che furono spediti due anni in una specie di Accademia militare. Il video, per quanto possibile, venne rimosso dal web. Karma però non aveva ancora trovato il coraggio di dire a tutti come stavano le cose, non aveva la forza di dichiarare il suo amore. Tornò in ospedale e comunicò tutto a Nagisa.
- davvero hai fatto una cosa simile?
- si, alla fine è stato facile - disse ridendo.
- ti ringrazio.
- se vuoi ringraziarmi, mangia.
- non ho fame.
- sei debole, devi.
Nagisa si fece aiutare da Karma per mangiare e poi si accoccolò sulle sue gambe. Karma gli accarezzò la testa e gli raccontò delle facce di quegli idioti mentre i genitori chiamavano l'accademia. Nagisa si voltò verso Karma e lo strinse con energia, era in posizione fetale, raggomitolato sul busto di Karma.
- come puoi mostrarmi affetto dopo ciò che ti ho fatto? Grazie, grazie piccolo mio.
- anche mentre mi dicevi quelle brutte parole, anche quando non ci ho visto più, ti amavo.
- Nagisa, ti prego non mi lasciare.
Si abbracciarono con gli occhi lucidi e Karma si addormentò tra le sue braccia.
- posso? - chiese la madre.
- si, parla piano che sta dormendo - disse Nagisa accarezzandogli i capelli.
- ti vuole tanto bene eh?
- credo mi ami, perché?
- e lo trovi scontato?
- no, affatto, ma non cambia le cose.
- cambia tutto tesoro, anche se non sembra adesso, cambia tutto.
- che c'è mamma?
- come stai piccolo?
- come mi vedi.
- passo a casa dalla baby-sitter, ti serve qualcosa? Posso lasciarti con lui?
- va pure, non mi serve nulla. Tranquilla.
- torno presto.
Nagisa continuò ad accarezzare il capo di Karma e poi si guardò i polsi. Versò una lacrima senza accorgersene e Karma si svegliò. Gli prese il braccio e baciò delicatamente le sue ferite. Nagisa si emozionò, quasi vergognandosi.
- se me lo permetterai, io voglio essere la benda che copre questa ferita.
- Karma...
- ho ancora un giorno, non sottovalutare il potere di ventiquattr'ore.
Nagisa dopo un po' si addormentò e si risvegliò con Karma tra le braccia. Una dottoressa dovette svegliarlo per visitare Nagisa.

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