Nagisa trovò la sua camera sottosopra una volta rientrato e la madre si giustificò dicendo che era stato suo fratello. Nagisa però sapeva bene che la madre era alla ricerca di qualche oggetto che l'avrebbe fatto passare come un ragazzo instabile, per portarlo in uno di quei centri specializzati. Decise di lasciar perdere sua madre e si preoccupò di dare una spiegazione razionale alla giornata passata, ma non riuscì.
Il mese successivo i ragazzi non lo disturbarono, forse per non destare sospetti. Nagisa però era triste, perché nemmeno Karma gli parlava, neanche una parola.
Un giorno si fece coraggio e gli infilò un bigliettino nel quaderno chiedendogli spiegazioni. Nagisa aveva quasi finito di soffrire per il suo braccio, ma era in bagno per applicarvi una crema che gli dava sollievo. Si sciacquò le mani e poi il viso, quando lo alzò vide Karma dietro di lui nello specchio.
- mi hai fatto spaventare!
- che fai ora, mi lasci i bigliettini?
- mi dispiace, ma se non mi rispondi come faccio a parlarti?
- non hai pensato che forse non mi va di parlarti?
- mi sta bene, però vorrei sapere perché.
- perché mi fai fare brutte figure a scuola.
- capisco, beh allora grazie mille per il tuo aiuto, le nostre strade si dividono qui.
Nagisa stava per aprire la porta del bagno quando Karma lo afferrò.
- dimmi una cosa, perché sei così gentile? Ti sto trattando malissimo, cosa ti spinge a comportarti così?
- non saprei, forse perché lo capisco.
- come puoi capire? Accetti che la gente ti ignori e ti spezzi le braccia?
- no, dico solo che non posso farci nulla. Se non vuoi parlarmi non posso obbligarti, no?
- Nagisa, tu l'hai mai baciata una ragazza?
- che domanda è? - disse arrossendo.
- non l'hai mai baciata quindi?
- non mi piacciono le ragazze.
- però non hai mai baciato un ragazzo, vero?
- si che l'ho fatto!
- non ti credo.
- perché ora mi chiedi questo?
- non lo so, per capire.
- che c'è da capire?
- volevo capire se fossi in grado di reggerla.
Karma, senza un apparente motivo, si gettò su Nagisa e lo baciò. Gli teneva le mani in alto, contro il muro e lo baciava prepotentemente. Le loro lingue si toccavano e i loro corpi ne risentivano. Nagisa non riusciva a spiegarsi nulla di quella situazione, ma adorava essere toccato da lui in quel modo, non poteva immaginare nulla di simile. Karma gli morse le labbra più volte e poi iniziò a baciargli il collo insistentemente. Teneva le mani strette e Nagisa cominciava a sentire molto dolore al braccio. Karma tornò sulle labbra e ne gustò il sapore di nuovo, prima di liberarlo. Nagisa respirò affannosamente e si massaggiò una spalla.
- karma...
- zitto, guardami ragazzino, non aprire bocca, hai capito?
- si.
Karma si pulì la bocca e andò via, Nagisa invece accarezzò I punti del suo corpo che l'altro aveva toccato e sorrise. Non riusciva a spiegarsi neanche una delle azioni che Karma aveva fatto in quell'ultimo periodo e sapeva perfettamente che non gli avrebbe mai chiarito nessun dubbio. Era un ragazzo talmente puro e semplice che decise di essere semplicemente felice per quel gesto. Quel meraviglioso bacio, il modo in cui l'aveva toccato, sarebbero rimasti impressi sempre nella sua mente. Nei giorni che seguirono, Karma continuava ad ignorare Nagisa, ma quest'ultimo faceva lo stesso. I bulli a scuola ricominciarono ad infastidirlo, ma purtroppo o per fortuna non poteva partecipare a educazione fisica, quindi le prese in giro erano circoscritte a pochi ambiti e momenti. Un giorno Nagisa non aveva nessuna voglia di tornare a casa, così, uscito dalla scuola, si diresse verso un parco verdeggiante nei dintorni. Quello che non si aspettava era che Karma l'aveva seguito.
- non ti ho mai visto fare questa strada.
- Karma, sono felice che mi parli.
- si, beh, non ti ci abituare. Perché sei qui?
- non avevo voglia di tornare a casa.
- c'è una ragione?
- forse si, non ne sono sicuro.
- beh, passeggiamo.
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Forse per sempre
FanficFanfiction su Karma e Nagisa✨ Assassination classroom AU - sai Karma, stavo pensando che non mi hai mai chiamato per nome. - ah si? Si è vero. - è strano. - non c'è un motivo se lo cerchi. - non lo cerco, ma è strano pensare che non so che suono...