Quella sera Nagisa fu sovrastato da una marea di emozioni e sentimenti negativi e da tutta la cattiveria che la madre gli scaricò addosso. Era una delle tante volte che gridava in faccia a suo figlio, ma quel giorno Nagisa non ebbe nemmeno la forza di starla a sentire. Chiuse a chiave la porta della stanza e si mise sotto le coperte, per evitare di sentire quelle brutte parole mise nelle orecchie le sue cuffie e fece partire il solito podcast sul computer. Sua madre non l'avrebbe perdonato, suo fratello non poteva capirlo, la scuola era un inferno e quello che pensava fosse stato un barlume di felicità, era volato via. Nagisa era un ragazzo molto forte, questo era chiaro agli occhi di tutti quelli che si fossero presi la briga di conoscerlo, ma quella sera, mentre il fratello si agitava e la madre scaricava la tensione su di lui da dietro la porta, pianse forte, soffocando i singhiozzi tra le coperte. Si rifiutò di uscire dalla stanza anche il giorno successivo, non poteva usare il cellulare perché era rotto, il computer era di sua madre e non poteva tenerlo tutto il giorno, non sapeva nemmeno cosa studiare senza l'aiuto di Karma. Si prospettava una terribile giornata. Karma andò a scuola controvoglia e non salutò nessuno prima di uscire. Arrivò davanti all'edificio grigio e monotono, raggiunse la coppia fastidiosa e ci parlò.
- chi ha detto del fratello di quello là?
- ma chi, il frocio?
- si.
- nessuno ha detto niente, l'ha scoperto lui - disse indicando un tipo dall'aria superba.
- tu che ne sapevi del fratello dello sfigato? - chiese Karma.
- il negozio dove lavora mia zia, a quanto pare, è frequentato da sua madre, ci è andata col figlio e li ho visti. Poi ho visto la madre dello sfigato qui e ho capito che era la stessa donna.
- capisco - disse Karma incamminandosi lontano.
- ma che fai Karma! È ora di entrare!
- no, oggi ho da fare a casa, me ne ero dimenticato.
Karma andò a casa di Nagisa, consapevole che né la madre né il fratello erano presenti. Bussò con insistenza prima di farsi aprire e Nagisa cedette. Aveva gli occhi stanchi e lucidi, il viso spento e intristito. Era scalzo e per la prima volta Karma lo vide con i capelli quasi del tutto sciolti.
- che vuoi?
- so chi è stato a parlare e perché. Un ragazzo del secondo anno, ha visto tua madre e tuo fratello in un negozio.
- non è possibile, mamma non lo porta mai con sé.
- invece l'ha fatto ed è stato lui a dirlo in giro.
- Perché sei venuto? Dovresti essere a scuola.
- non voglio il tuo odio.
- non ti odio, non odio nemmeno lei, non odio nessuno.
- beh allora non voglio nemmeno la tua indifferenza! Stavamo bene! Stavamo alla grande! Perché una cosa così deve rovinare tutto? Sai che ti dico? È un bene che lo sappiano! Adesso lei deve accettare questa cosa e prima o poi la smetterà di prendersela con te, le racconteremo com'è successo e la smetterà!
- non è così, dirle la verità servirebbe a farla sentire in colpa, indovina che fa quando sa che ha sbagliato lei?
- se la prende con te di più, vero?
- già, infatti.
- beh, tua madre è una stronza.
- un po'.
- non ti sto indifferente, vero?
- non mi saresti stato comunque indifferente, però hai detto tu il nome della malattia.
- l'ho fatto per te! Non mi impiccio mai e per una volta che lo faccio vuoi punirmi?
- punirti?
- si, questo è il tuo modo di punirmi, mi allontani da te, sai che mi fai del male.
- Karma, per te starmi lontano è una punizione?
- ma tu ci hai capito qualcosa di me o no?
- no, niente - rispose Nagisa ingenuamente.
- è inutile starti a spiegare, vieni con me, andiamo a casa mia.
- perché?
- devi stare lontano da questo ambiente.
- ma mi avevi detto che non avrei mai visto casa tua, non volevi farmi entrare nella tua zona personale.
- ho cambiato idea! - disse arrabbiandosi.
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Forse per sempre
FanfictionFanfiction su Karma e Nagisa✨ Assassination classroom AU - sai Karma, stavo pensando che non mi hai mai chiamato per nome. - ah si? Si è vero. - è strano. - non c'è un motivo se lo cerchi. - non lo cerco, ma è strano pensare che non so che suono...