Parte 13

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Nagisa si svegliò quasi all'improvviso, cercando di capire se la sua notte fosse stata tormentata da incubi o da sogni meravigliosi. Karma invece si svegliò con l'odore di Nagisa nelle narici, inalandone ciò che ne era rimasto sul cuscino. Andarono entrambi verso la scuola e si incrociarono da lontano. Karma svoltò verso i suoi "amici" mentre Nagisa varcava la soglia a testa alta. Quel giorno, c'era un grande via vai di ragazze allegre nei corridoi, forse in attesa di iniziare i preparativi per la festa che si sarebbe tenuta di lì a poco. Era una specie di imitazione dei balli americani, si faceva alla fine dell'anno. Erano i giorni di mezzo del mese di maggio, le verifiche erano complesse e l'ansia era tanta per gli studenti dell'ultimo anno. Nagisa prese i suoi libri e provò a studiare un paio di formule che non gli entravano in testa. I bulli camminando gli fecero cadere a terra lo zaino, poi iniziarono ad infastidirlo.
- senti un po' brutto frocio, come mai sei venuto in questa scuola a rompere?
- motivi personali - disse sorridendo.
- lo sai che per quelli come noi è facile trovare delle informazioni? Ti conviene dircelo e basta. - motivi personali.
- ti prego posso spaccargli la faccia? - chiese quello muscoloso a un altro.
- no, non adesso almeno. Questo con le botte non capisce, troveremo un altro modo.
Nagisa tirò un sospiro di sollievo, non gli andava proprio di prenderne altre. Karma passò accanto a lui facendogli cadere un libro, per poi aiutarlo a raccoglierlo.
- scusa ma ti dovevo parlare.
- è la prima volta che trovi una strategia per parlarmi - disse ridendo.
- stamattina il tuo odore era in tutta la stanza.
- è un male?
- no, solo che adesso ho di nuovo voglia di te, ragazzino.
Karma, vedendo avvicinarsi due ragazze, cambiò espressione e andò via.
- santo cielo com'è bello!
- già! Chissà chi inviterà alla festa.
- immagina come sarebbe bello poter essere la sua accompagnatrice!
- non dire niente altrimenti mi sciolgo!
Queste erano le parole che risuonavano dalla bocca di tutti quando Karma passava, pensava Nagisa. Lui era un idolo, un'utopia.
Nagisa percorse la strada fino a casa di Karma chiedendosi attentamente come sua madre fosse venuta a sapere così in fretta della faccenda sul fratello. Concluse pensando che essendo un piccolo quartiere, una voce del genere ci mette poco a girare. Si trovò davanti alla gigantesca casa del suo amico, non seppe che fare, non si erano organizzati.
- posso aiutarti? - chiese una donna affacciandosi.
- ehm, cerco Karma.
- sei una compagna di classe?
- veramente sarei un ragazzo... - disse Nagisa sussurrando.
- ti sta aspettando? - chiese la donna.
- penso di sì.
La donna rientrò e dopo qualche minuto Karma gli aprì la porta. Lo trascinò al piano di sopra per evitargli un interrogatorio e chiuse la porta.
- Karma io non so se avevi voglia di vedermi qui, forse ho frainteso le tua parole e non dovevo venire...
- in generale, non va bene che ci vediamo qui, ma oggi non riesco nemmeno a pensare razionalmente.
- davvero hai così tanta voglia di stare con me?
- te lo posso dimostrare, siediti.
Nagisa si sedette sul letto e Karma gli si inginocchiò davanti. Con un movimento deciso gli fece capire di allargare le gambe, poi gli slacciò i pantaloni.
- aspetta, aspetta! E se i tuoi genitori entrassero?
- è chiuso a chiave.
- e se io non riuscissi a stare in silenzio?
- ti tapperei la bocca.
- e se capissero che tra noi c'è qualcosa?
- sono troppo retrogradi per capirlo.
- e se...
- basta, adesso rilassati e tieni gli occhi su di me.

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