Arrivarono dall'altra parte del parco senza scambiarsi mai nemmeno una parola, al che Nagisa ruppe quel silenzio.
- mi risponderesti se ti chiedessi perché quella volta in bagno... insomma lo sai.
- non riesci a dirlo?
- non saprei, insomma, mi risponderesti?
- non che non voglia, ma non c'è risposta. Mi andava e l'ho fatto.
- va bene.
Nagisa si lasciava sfiorare il viso dal vento e chiuse gli occhi per qualche istante, Karma lo guardava con interesse e curiosità.
- se non vuoi che ti parli a scuola, perché non mi racconti qualcosa ora?
- cosa vuoi sapere?
- non so, parlami della tua vita privata.
- non penso che lo farò.
- non ti fidi di me, vero?
- io non mi fido di nessuno.
- capisco, allora mi puoi almeno dire perché mi hai seguito?
- ti fa ancora male il braccio?
- solo alcune volte.
- ti serve ancora aiuto per studiare?
- ho recuperato il possibile, ora sta a me.
- quasi avrei voluto che dicessi di sì.
- vuoi che dica di sì?
- ormai...
- beh ora che mi ci fai pensare ci sono così tante materie che non ho approfondito!
Karma sorrise guardando il suolo, poi si avvicinò a Nagisa mentre camminavano.
- sono davvero felice ora - disse Nagisa sorridendo spontaneamente.
- ti basta così poco?
- si! Sono felice di non essere tornato a casa oggi e sono felice di sapere che hai voglia di passare del tempo con me!
- non ti montare la testa.
- no, no, non lo faccio mai. Quando ti va di venire a studiare?
- magari domani, studiare... ora è tipo una parola in codice?
- io dovrei davvero studiare - disse grattandosi il capo.
- perché non vuoi tornare a casa?
- tu non mi dici proprio nulla di te, perché io dovrei parlarti di me?
- se non ti va, tieniti pure i tuoi segreti.
- posso essere spontaneo con te?
- dipende dal luogo in cui ci troviamo?
- qui e ora?
- si.
Nagisa si avvicinò a Karma e strinse forte il suo braccio, appoggiandoci la testa. Annusò un po' la sua spalla e sorrise.
- sembri un bambino in un negozio di caramelle.
- beh, amo le caramelle! - rispose Nagisa
Karma sorrise di nuovo e gli fece una carezza gentile sulla testa. Suonò però il suo cellulare e disse che doveva andare via. Nagisa non mostrò la tristezza che provava e tornò a casa. Sua madre era intenta a stirare i vestiti, quando Nagisa iniziò a conversare con lei.
- mamma, domani forse viene di nuovo il ragazzo che mi aiuta a studiare, a te va bene?
- si, basta che dai un'occhiata a tuo fratello.
- certo! Cucino qualcosa, cosa preferisci?
- pensa a tuo fratello, io ho già mangiato - disse oscurandosi.
Nagisa fece del suo meglio per accontentare i gusti di suo fratello e gli portò la cena in camera.
- ecco qui, se non ti piace non preoccuparti - disse prima di uscire.
Nagisa era così felice che nulla in quel momento poteva farlo soffrire o stare male.
La sveglia suonò quasi dolcemente e si diresse a scuola con la testa alta e un'espressione contenta. I bulli però, avevano deciso che quel giorno gliel'avrebbero rovinato come di dovere.
- c'è il frocetto ragazzi! Guardate che idiota!
- si è vero, sembra una femmina!
- adesso ci penso io a lui. Hey brutto androgino del cazzo! Vieni qui!
Nagisa sapeva di non poterli ignorare per sempre, così si diresse da loro.
- ti fa male il braccio?
- a volte si.
- adesso farò in modo che continui a farti male ancora un po', capito?
- fa pure, rompimi ciò che vuoi, non riuscirai a rovinarmi questa giornata!
Nagisa li lasciò talmente spiazzati con quella sua risposta, che la combriccola dovette preoccuparsi di trovare un altro modo per torturarlo, per il futuro. Karma quel giorno non era venuto a scuola e Nagisa si rattristò al pensiero che non sarebbe venuto a casa sua, come sperava.
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Forse per sempre
أدب الهواةFanfiction su Karma e Nagisa✨ Assassination classroom AU - sai Karma, stavo pensando che non mi hai mai chiamato per nome. - ah si? Si è vero. - è strano. - non c'è un motivo se lo cerchi. - non lo cerco, ma è strano pensare che non so che suono...