Capitolo 2.

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Eren's pov.

La tempesta continuò in un crescendo d'intensità smuovendo tutta la foresta attorno a noi. Immensi alberi agitarono i loro rami come impazziti sotto l'afflusso della pioggia incessante e del ruggire dei tuoni.
Ci affrettammo a raggiungere la baita prima che un qualche fulmine avesse potuto colpire un albero decretando la nostra fine.

"Da questa parte ragazzi!"
Iniziò con voce alta ed autoritaria una ragazza assieme al gruppo dei supervisori, era mora ed indossava un elegante paio d'occhiali che le incorniciavano il viso.
Tutti iniziammo a seguire il percorso prestabilito noncuranti delle ore passate a camminare troppo preoccupati per fermarci.

Scorsi con la coda dell'occhio Connie e Sasha rincorrersi a vicenda sotto la pioggia, le loro risate contagiose riportarono un po' di buon umore nel gruppo che si mostrò al contrario avvilito e stanco.
Proprio mentre si corsero dietro, la ragazza attuò una mossa felina sfuggendo alla presa dell'amico che cadde nella terra bagnata suscitando delle risa collettive.
"Connie sei veramente un idiota"
Lo schernì la ragazza mora con ancora un evidente fiatone addosso. I capelli legati in una coda risultarono estremamente bagnati al punto da farli gocciolare dalle punte.

"Ti sei fatto male?"
Chiese cauto Marco, la sua gentilezza era ammirevole, chiunque avrebbe riso dinnanzi una situazione simile, ma lui al contrario preferì aiutare senza schernire, tutto il contrario del castano affianco che iniziò a ridere a crepapelle.
"No sto bene, grazie Marco e grazie anche a tutti voi per avermi preso per il culo"
Rispose abbattuto il ragazzo con i pantaloni infradiciati e sporchi.

"Dovresti smetterla di fare queste cazzate Connie, arriverà il giorno in cui ti farai male sul serio"
Lo rimproverò Reiner con le braccia conserte e sguardo contrariato.
Riprendemmo a camminare incitati dai supervisori ad accelerare il passo. Le nubi sempre più scure non accennarono a diminuire né a farci uno sconto, aumentando anzi la loro potenza sulla nostra già sfortunata quanto stancante giornata.

Raggiungemmo il casolare dopo qualche minuto non abbonandoci però delle cadute frequenti per scivolamento nel fango che compresero sia me che Jean a discapito delle nostre risa rivolte al ragazzo precedentemente caduto.

Se il karma non esiste questo che cosa sarebbe esattamente?

Arrivati ai piedi del rifugio ci radunammo i più vicini possibile pur di stare tutti sotto il porticato che dava alla porta d'ingresso.
Il ragazzo biondo e possente che prese parola già in precedenza si piazzò davanti alla lastra in legno guardandoci negli occhi.
"Non era prevista una tempesta del genere, ma non ci lasceremo abbattere, ora con calma entreremo in questo casolare adibito ai campeggiatori e lo useremo come riparo solo per questa notte, una sola notte e poi torneremo sui nostri passi"
Scandì bene le ultime parole con un sorriso ammiccante, il dito alzato per ricevere tutta l'attenzione che non tardò ad arrivare quella volta cogliendo la malizia nel tono di Erwin.

Scambiai un'occhiata con Mikasa facendole intendere sarebbe stata la serata giusta per buttarmi nella mia impresa con il ragazzo dagli occhi argentati che si ritrovò a braccia conserte affianco all'amico che, al contrario del primo, continuò a parlare esplicandoci gli atteggiamenti da dover seguire in quel rifugio.
"So perfettamente d'aver davanti un gruppo di adolescenti in piena crisi ormonale, ma non vorrei avere una gravidanza indesiderata sulla coscienza"
Iniziò lui provocando un'evidente ilarità in tutto il gruppo.
"Se sarai tu il padre un pensierino lo si potrebbe anche fare"
Lo stuzzicò una ragazza dai capelli corvini e disordinatamente raccolti in una coda bassa.
Il biondo puntò uno sguardo verso tanta sfrontatezza alzando entrambe le sopracciglia.
"Io e te parleremo dopo Pieck"
Resse il gioco Erwin sorridendole senza nascondere una notevole sintonia. Le risa e fischi maliziosi dei ragazzi attorno compresi i miei, furono sinceri, iniziando a ringraziare l'aver partecipato anche quell'anno, certo ci sarebbero state parecchie sorprese con quei nuovi ragazzi a farci da supervisori.

"Stavo dicendo, non sono vostro padre e non ho la minima intenzione di diventarlo, so anche che vietarvi di dormire assieme sarebbe del tutto inutile, di conseguenza fate quello che più vi alletta ma con la testa sulle spalle, noi ragazzi più grandi alloggeremo nelle stanze al piano terra, le vostre saranno al primo"
Ci riferì forse stanco anche lui di dover passare una settimana a quasi fine estate badando dei ragazzi in calore. Aprì la porta facendo spazio ad una baita accogliente ed appena dismessa, dopotutto non erano tante le persone che si fermavano lì a dormire.

Ci smistammo nelle camere consapevoli nessuno vi sarebbe rimasto.
Appoggiammo i nostri zaini piuttosto pesanti ai piedi dei rispettivi letti impazienti di riposarci prima dell'orario di cena.
"Ragazzi, stasera che facciamo?"
Prese parola Connie seduto in maniera scomposta sul proprio letto in boxer, i pantaloni li mise a lavare ed asciugare al di sopra di un termosifone nella speranza i supervisori fossero riusciti a trovare la caldaia e a farla funzionare.

"Che vuoi dire con che facciamo? Ci riposiamo, mi sembra ovvio"
Rispose Reiner steso nel proprio letto con entrambe le braccia poste dietro la nuca.
"Stai scherzando? Abbiamo la possibilità di passare una notte intera qui, isolati da tutto e tutti, non dirmi che te ne starai casto a dormire nel tuo letto"
Lo stuzzicò Jean alzando un sopracciglio in un gesto di sfida, il suo corpo piuttosto lungo andò ad occupare tutto il letto facendo penzolare svogliatamente una gamba al lato che andò a sfiorare terra. Il biondo in tutta risposta lo scrutò con la coda dell'occhio.
"Bhe... se troviamo da bere-"

"Lo sapevo saresti stato dei nostri!"
Non lo fece terminare Connie alzando entrambe le braccia al cielo in esultanza.
"E voi? Siete con noi?"
Ci chiese il ragazzo dai capelli rasati con una luce negli occhi.
Puntai uno sguardo ad Armin e Marco, gli unici che fino a quel momento non proferirono parola.
"Ragazzi... non penso sia la scelta migliore, avete sentito Erwin... insomma non sono sicuro..."

"Oh andiamo Armin, lasciati andare, non ti accadrà nulla se non perdere la verginità"
Lo cantonò il castano roteando gli occhi al cielo.
"Dovresti smetterla di schernire così, non è carino"
Lo rimproverò il lentigginoso corrucciato in volto. L'espressione di Jean variò istantaneamente facendolo ritirare subito.

"Per la prima volta sono d'accordo con Jean, ragazzi divertiamoci, quando mai ci ricapiterà di essere supervisionati da dei ragazzi tanto permissivi e... sexy"
Dissi alzando entrambe le sopracciglia squadrando tutti i presenti che iniziarono poco alla volta a convincersi.

"Stai puntando al biondo Jaeger?"
Chiese Jean sorridendomi malizioso.
Risposi alla sua domanda con la medesima intensità.
"Non è un cattivo partito ma la mia attenzione è ricaduta sul ragazzo corvino che gli gira attorno"
Mi morsi entrambe le labbra pur di reprimere un momento d'imbarazzo.

"È deciso! Andiamo ad avvisare le ragazze e iniziamo a cercare da bere"
Esclamò Connie sbattendo insieme le mani preso da un momento d'euforia.
"Tu vuoi scendere senza pantaloni?"
Gli fece presente Reiner puntandogli uno sguardo divertito ancora steso sul letto.
"So che ti piace vedermi girare in boxer, ma un po' di contegno Braun"
Scherzò il ragazzo lanciandogli un palese occhiolino che il biondo accolse sorridendo.

"Voglio anche i supervisori questa sera"
Intervenni poco dopo acquistando l'attenzione di tutti.
"Non penso berranno assieme a noi"
Rispose Marco a tratti preoccupato, una mano a toccarsi le labbra nervoso quanto incuriosito dall'idea che inculcai nelle loro menti.
"Noi non berremo infatti, giocheremo"
Ammisi sorridendo in modo furbo a tutti i presenti che colsero al volo il significato fra le righe.



𝐒𝐩𝐢𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐨𝐭𝐭𝐥𝐞 - 𝑨𝑶𝑻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora