Capitolo 7.

784 75 88
                                    

Eren's pov.

I suoi movimenti tanto esperti nel maneggiare la sigaretta fecero sfigurare i miei, nonostante in quegli attimi l'attenzione non si sarebbe certo riversata nel mio modo di tirare. Le gote presero ad arrossarmisi catturate dalla voce composta e profonda del corvino a pochi centimetri da me.
Mi morsi l'interno della guancia tentando di non perdere i nervi, le gambe si fecero mano a mano sempre più molli ed il mio battito rimbombarmi fin dentro le orecchie.

Che cosa mi stai facendo Levi?

"Forse è meglio rientrare"
Prese parola il ragazzo spegnendo la sigaretta sul corrimano senza però gettarla a terra.
Tornai alla realtà in modo forse fin troppo brusco sollevando entrambe le sopracciglia come a voler prestare più attenzione possibile.
"A te la montagna piace?"
Domandai del tutto fuori luogo. Se non mi fossi trovato affianco al ragazzo mi sarei sicuramente tirato uno schiaffo in volto.
Il corvino che nel frattempo stava già rientrando con le dita fisse al vetro della finestra mi osservò.

"Non l'ho mai presa troppo in considerazione, ma potrei sempre cambiare idea stanotte"
Mi provocò indirettamente. Il suo modo di fomentarmi così estremamente elegante non sfociava mai nell'esagerato o nell'osceno, vi era sempre una delicata linea di confine dove il ragazzo non osava spingersi oltre facendomi perdere la testa.

Lo seguii rassegnato al fatto quella sarebbe stata l'ultima frase pronunciata in quel momento d'estrema intimità e che ostentare una conversazione non avrebbe portato altro che fallimento. Vi erano volte le quali sarebbe stato meglio non forzare cose che poi sarebbero arrivate comunque, tutto a tempo debito. Continuare a parlare in quel terrazzo avrebbe rovinato l'affascinante momento avuto sminuendolo.

Una volta rientrati entrambi incontrammo sul ciglio della porta Farlan a braccia conserte.
"Ma che diamine... Levi!"
Lo sentii alzare il tono di voce verso l'amico, gli arti superiori aperti come per chiedere spiegazioni.
"Non abbiamo scopato stai tranquillo"
Lo rassicurò il corvino senza difficoltà nel pronunciare tali parole, il suo tono tranquillo e pacato come poco prima mi fecero mancare un battito iniziando ad arrossire vistosamente nella penombra della stanza. I miei occhi si abbassarono tentando di scomparire fra le innumerevoli cianfrusaglie, consapevole non sarebbe stato possibile.
"O meglio"
Continuò lui volgendomi uno sguardo.

"Non ancora"
Proferì quelle parole non variando il suo sguardo tremendamente piatto. Non comprendere le emozioni che lo attraversavano in quei momenti mi rendeva ancora più difficile distinguere l'ironia da pura e schietta verità.
Sbattei velocemente le palpebre come per tornare in me. La risata del biondo inebriò la stanza passandomi una mano fra i capelli che si scompigliarono appena sotto le sue dita lunghe ed affusolate.

"Coraggio, gli altri stanno iniziando a giocare"
Continuò lui facendoci un cenno con il pollice ad indicarci le scale.
"Giocare?"
Domandò Levi corrugando le sopracciglia facendosi improvvisamente serio.
"Pensavo avremmo solo bevuto, di quale gioco stiamo parlando?"
Continuò sempre più stranito, la sua postura impassibile venne frantumata da quelle parole, impossibile decifrare se la sua fosse stata paura o semplice fastidio per il cambio di piano repentino.

"Inizieranno il gioco della bottiglia"
Presi parola ammiccando un sorriso restituendogli tutto l'imbarazzo ed il disagio di poco prima.
"E chi lo avrebbe deciso?"
Chiese incrociando le braccia al petto.
"Ha importanza?"
Domandai a mia volta, il sorriso di prima si fece più intenso nel scorgere la sua espressione sempre più incredula quanto innervosita.
"Dai sbrighiamoci, Isabel è già di sotto"
Ci interruppe il biondo e ringraziai il cielo che lo fece. I nostri occhi a contatto divennero fin troppo intensi per rimanere soli.

Farlan prese ad uscire e noi facemmo lo stesso rimanendo comunque qualche passo indietro.
"Avresti potuto scegliere un gioco migliore, non ti facevo così noioso e scontato"
Mi riferì il corvino continuando a guardare dritto davanti a sé.
Impallidii per un attimo, sapevo di non aver provato nemmeno a nascondere il fatto d'essere stato l'artefice dell'idea del gioco, ma non mi aspettai nemmeno una così repentina deduzione da parte sua.

𝐒𝐩𝐢𝐧 𝐭𝐡𝐞 𝐁𝐨𝐭𝐭𝐥𝐞 - 𝑨𝑶𝑻Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora